Malvasia di Casorzo, fragole mon amour

Malvasia di Casorzo, fragole mon amour –
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In collaborazione con AIS Milano.
Malvasia di Casorzo, fragole mon amour
Piccoli frutti rossi a forma di cuore, incontrastate compagne di un allegro fine pasto, sublimi e dolci ricordi d’infanzia: sono le fragole, che colorano le nostre tavole di primavera. Al naturale o con lo zucchero, marinate nel limone o nel lime, incastonate in una frolla delicata: mai stucchevoli né obsolete, ma sempre gradite e di gran moda.
Gli abbinamenti vino-frutta sono complessi e hanno un margine di rischio per il palato: note zuccherine si alternano a tendenze fresche, croccanti o acidulate in base al grado di maturazione, alla temperatura, all’accostamento con la pasticceria secca. Che colore e che sapore avrà il nostro calice in presenza delle fragole?
Ecco venirci in aiuto un vino DOC prodotto tra Asti e Alessandria, sulle colline del comune di Casorzo e di alcuni paesi limitrofi: si tratta della Malvasia di Casorzo, considerato uno dei migliori vini italiani da dessert. La zona è quella del Monferrato, cenerentola rispetto alle più rinomate Langhe ma ricca di storia e caratterizzata da una produzione di qualità: una produzione limitata a soli 56 gli ettari per meno di 4.000 ettolitri l’anno.
La Malvasia di Casorzo, DOC dal 1968, viene prodotta nelle versioni dolce, spumante e passito.
La presenza del vitigno “malvaxia” nel Monferrato sembra risalire al 1300: nella Repubblica Marinara di Venezia si parlava di “vino greco” e l’arrivo in Piemonte sembra sia dovuto a commercianti veneziani che battevano la zona. Vino molto apprezzato sulle tavole della monarchia sabauda al punto che, nel 1594, il Principe di Piemonte Carlo Emanuele I arrivò a promulgare una nuova tassa per le “malvasie, le taggie e altri vini “.
Giovanni Battista Croce, orafo, architetto e agronomo presso la Corte Sabauda di Emanuele Filiberto di Savoia, nel 1606, nel trattato ”Della eccellenza e della diversità dei vini che nella montagna di Torino si fanno” scrive di questo vino dolce “che conserva il sapore dell’uva “.
In effetti il sapore dell’uva c’è: la fermentazione naturale di soli 4-5 giorni avviene in contenitori a temperatura controllata, per preservare al meglio il colore ed i profumi primari dell’uva. L’alcol sviluppato non supera i 5-6 gradi, con un residuo zuccherino di circa 80-100 grammi per litro.
Il vitigno ha una buona resistenza al gelo e alle brinate tipiche della zona e viene allevato su terreni a base prevalente di argille e calcari intorno ai 200 metri di quota.
La Malvasia di Casorzo ha un colore accattivante: un rosso rubino vivace, a volte rallegrato dalla presenza di una spuma frizzante. Al naso i profumi sono fini ed eleganti, che delicatamente ricordano la fragola, il lampone e il ribes, oltre alla pesca e all’albicocca. Il fiore è la rosa, con la sua fragranza gradevole ed aromatica.
Al palato, a differenza di altri vini dolci, non è mai stucchevole per la presenza di un leggero tannino e di una discreta acidità.
La gradazione alcolica, del tutto contenuta, ne consente il consumo ad una temperatura fresca (10 – 12 °C).a tutte le ore del giorno, in abbinamento alla frutta, ai formaggi o come aperitivo.
di Sara Missaglia
In collaborazione con AIS Milano
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