EXPOEXPO STORIA

EXPO 1906 MILANO

EXPO 1906 MILANO – Nel 1906 si tiene l’Esposizione Internazionale di Milano, che si svolge dal 28 aprile all’11 novembre. L’esposizione, nota anche come Esposizione Internazionale del Sempione, ha come tema i trasporti e tutto ciò che era relativo al dinamismo; in particolare si propone di festeggiare e celebrare il Traforo del Sempione, inaugurato nel febbraio del 1905.
L’idea di organizzare un’esposizione universale a Milano che fosse dedicata al tema dei trasporti risale già al 1902, quando un comitato organizzatore, presieduto dallo scienziato Giovanni Celoria, aveva dato il via a una sottoscrizione pubblica rimborsabile al termine dell’evento, quale sistema di finanziamento. L’iniziativa ebbe un grande successo, tanto da raccogliere 6 milioni di lire dell’epoca.
Le nazioni che parteciparono all’evento furono 40 e 35.000 gli espositori; al termine dell’evento, i visitatori saranno stimati in oltre 5 milioni, cifra record per l’epoca.

Nel complesso la superficie espositiva raggiungeva i 987.000 metri quadri, sulla quale sorgevano 225 edifici realizzati per l’occasione. A progettarli furono i migliori architetti dell’epoca e lo stile architettonico più rappresentato era il Liberty, anche se erano presenti elementi stilistici gotici, barocchi e rococò. Come era consuetudine in simili manifestazioni, le strutture furono realizzate come effimere, non destinate a sopravvivere all’evento, e furono quindi smantellate al termine al termine dell’Expo. Unica eccezione fu l’Acquario Civico, realizzato su progetto dell’architetto Sebastiano Locati e che sorge ancora oggi nel Parco Sempione.
Il Liberty fu anche lo stile scelto per il poster ufficiale dell’esposizione milanese, opera del pittore e illustratore Leopoldo Metlicovitz, uno dei padri del moderno cartellonismo italiano.

Il sito espositivo fu individuato in due zone, una nell’area verde retrostante il Castello Sforzesco (area che sarebbe poi stata ribattezzata Parco Sempione) e una seconda in quella che al tempo era la Piazza d’Armi, e che avrebbe visto sorgere nel 1923 la Fiera di Milano. Il Parco accoglieva le sezioni di maggiore rappresentanza, come l’ingresso d’onore, le arti decorative e Belle Arti, architettura; in Piazza d’Armi invece sorgevano i padiglioni più tecnici e relativi alle attività produttive industriali.
I due settori dell’esposizione furono collegati tra loro attraverso una linea ferroviaria sopraelevata, alimentata a corrente monofase, che fu poi demolita al termine della manifestazione.

Nell’area del Parco Sempione erano concentrati i divertimenti e le attrazioni, tra le quali vi era un toboga, realizzato su un laghetto artificiale; si trattava di una rampa dalla quale erano lasciate scivolare delle barche, lungo binari, che finivano quindi nel laghetto. L’attrazione permetteva, durante la fase di salita, di uno splendido panorama, mentre la precipitosa caduta verso le acque del laghetto garantiva grandi emozioni.
Una delle maggiori attrazioni era rappresentata dal padiglione dedicato all’estremo Nord, che permetteva di visitare le regioni dell’Europa settentrionale stando comodamente seduti in una piccola imbarcazione.
Il Teatro degli Animali, come indicato dal nome, era un vero e proprio teatro, con tanto di sipario, che ospitava le esibizioni di famosi domatori dell’epoca e numerosi animali feroci.
Indimenticabile fu poi l’esibizione del Wild West Show di Buffalo Bill, con realistiche rappresentazioni di assalti alla diligenza e rodei.
Altre attrazioni di successo erano quelle riguardanti l’aeronautica. In esposizione vi era l’aerocicloplano realizzato da Aldo Corazza, un veicolo dotato di un triciclo per sviluppare la forza di propulsione necessaria al decollo e al volo. Presente era anche l’aeronave “Italia” (da non confondere con l’omonimo dirigibile di Umberto Nobile), opera di Almerico da Schio e primo dirigibile italiano della storia.
L’evento del 1906 fu l’occasione per esporre una serie di innovazioni tecniche, tra le quali la filovia elettrica, la radio Marconi, un nuovo sistema per la produzione industriale dell’ossigeno e il faro realizzato dalla filotecnica di Angelo Salmoiraghi, che costruiva strumenti ottici e di misura.
L’Expo del 1906 vide anche il debutto dell’Automat, il primo ristorante completamente self service.
Non mancavano inoltre chioschi, bar e ristoranti, e inoltre alcuni padiglioni stranieri prevedevano la degustazione di prodotti tipici.

L’Esposizione di Milano del 1906 è ricordata anche per il tema della previdenza sociale, al quale era dedicata un’area apposita all’interno di un padiglione. Qui vi era una esposizione della Società Umanitaria, istituto milanese di beneficenza e di cultura fondato dal filantropo Prospero Moisè Loria per l’educazione e l’istruzione professionale dei meno abbienti. Grande spazio era dedicato alla realizzazione del Primo quartiere popolare della Società Umanitaria, un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano, nel nuovo quartiere operaio di via Solari.

 


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