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Il Lago dei Cigni, ovvero Il Canto al Teatro Carcano

Il Lago dei Cigni, ovvero Il Canto al Teatro Carcano – Andrà in scena fino a sabato 30 aprile al Teatro Carcano, il  balletto che porta la firma di Fabrizio Monteverde, portando in scena una nuova versione di un classico d’eccezione, grazie al Balletto di Roma.
Una favola senza lieto fine in cui i due amanti protagonisti, Siegfried e Odette, pagano con la vita la passione che li lega. Una di quelle “favole d’amore in cui si crede nella giovinezza” avrebbe detto Anton Cechov, scrivendo nell’atto unico Il Canto del Cigno (1887) di un attore ormai vecchio e malato che ripercorre in modo struggente i mille ruoli di una lunga carriera. Con dichiarata derivazione intellettuale dal grande scrittore russo, il Lago di Monteverde trova nel Canto il proprio naturale compimento drammaturgico e in un percorso struggente di illusioni e memoria porta in scena un gruppo di “anziani” ballerini che, tra le fatiche di una giovinezza svanita e la nevrotica ricerca di un finale felice, ripercorrono gli atti di un ulteriore, “inevitabile” Lago.
Persi tra i ruoli di una lunga carriera, i danzatori stanchi di un’immaginaria compagnia decaduta si aggrapperanno ad un ultimo Lago, tra il ricordo sofferto di un’arte che travolge la vita e il tentativo estremo di rimandarne il finale. Condannata ad una perenne metamorfosi, donna a metà tra il bene e il male, Odette/Odile sarà cigno e principessa, buona e crudele, amante fedele e rivale beffarda; metafora di un’arte che non conosce traguardo, cercherà se stessa in un viaggio tormentato d’amore, tradimento, prigionia e liberazione; in un teatro in cui tutto ha inizio e nulla ha mai fine, andrà incontro agli stracci consumati di una vita d’artista con lo spirito bianco di una Venere sempre giovane.
Esponente di una generazione di talenti esplosa negli anni Novanta, Monteverde svolge da ormai trent’anni un lavoro di elaborazione stilistica e drammaturgica che ne rende il segno unico e riconoscibile. Sensibile alle suggestioni letterarie e teatrali, la contemporaneità di Monteverde si scorge nelle profondità invisibili di racconti senza tempo, tra le righe di narrazioni moderne e i risvolti psicoanalitici di favole antiche. Maestro di uno stile energico e personale, è autore di un movimento composto di intrecci e spostamenti di peso che ne orientano coerentemente equilibri e curve dinamiche. Il risultato è quello di una gestualità rotonda e morbida che richiama nel corpo l’intenzione del moto per esplodere infine in spigolosità nette e decise.


GALLERY Il Lago dei Cigni, ovvero Il Canto al Teatro Carcano