BILANCIO EXPO 2015: LA PAGELLA FINALE

BILANCIO EXPO 2015: LA PAGELLA FINALE
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Milano Platinum propone ai suoi lettori un bilancio finale di Expo 2015 in collaborazione con la pagina Facebook Expo 2015 Milano: io ci sono stato, e tu?. Si tratta di una pagella che dà i voti a 20 aspetti salienti che hanno caratterizzato questa edizione dell’Esposizione Universale.
BILANCIO EXPO 2015: LA PAGELLA FINALE
Expo 2015 Milano ha totalizzato, secondo i dati ufficiali, oltre 22 milioni di ingressi, con una media giornaliera di circa 120 mila. Il mese col maggior afflusso è stato ottobre (170 mila visitatori al giorno), seguito da settembre (150 mila), quelli più “tranquilli” maggio e luglio con circa 90 mila presenze giornaliere.
A fine evento è tempo di bilanci, e il nostro vogliamo esprimerlo sotto forma di “pagella”, cercando così di dare un po’ di ordine a sei mesi di osservazioni sul campo, da semplici visitatori seriali quali siamo stati. Le valutazioni ovviamente riflettono le nostre esperienze dirette, e quelle delle persone con cui ci siamo confrontati, e rappresentano solo il nostro punto di vista.
Quindi, sotto coi voti.
Atmosfera: 10
Unica, affascinante, imperdibile. Una sensazione che solo in parte è spiegabile, e che inondava il visitatore appena entrato. Persino nei giorni più caotici, Expo è riuscita a mantenere la capacità di emozionare il visitatore. A molti sembrava di essere al centro del mondo, ad altri in una specie di vacanza da sogno. Volti, colori e lingue da ogni parte del pianeta hanno creato un clima festoso e variopinto, a cui hanno contribuito spettacoli ed eventi sapientemente organizzati per tutta la durata della manifestazione. Se c’è una cosa che ricorderemo a vita di Expo, è proprio la sua atmosfera.
Aderenza al Tema: 7
Non omogeneo, ma complessivamente più che soddisfacente il livello di aderenza al tema proposto, che era “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita”; i partecipanti erano liberi di coniugarlo a loro piacimento, qualcuno l’ha fatto con puntiglio ed efficacia, altri l’hanno appena accennato, altri ancora sostanzialmente ignorato, o nascosto al punto tale da risultare quasi invisibile per il visitatore medio. Vero è che spesso le visite troppe superficiali non hanno aiutato la ricerca dei contenuti, a volte bastava soffermarsi un po’, e parlare con qualche addetto, per cogliere gli aspetti più inerenti al tema di Expo, magari celati da proposte turistiche o commerciali. Da Expo non è uscita la ricetta per salvare il Pianeta, ma sarebbe stato ingenuo pensare che potesse accadere qualcosa del genere. Ma la rete di conoscenze e relazioni che da Expo sono partite è un’eredità che potrà fruttare molte esperienze positive.
Divertimento & Spettacolo: 9
A Expo ci si è divertiti, e tanto. La macchina organizzativa ha dispiegato un programma di eventi sterminato, al resto hanno provveduto i padiglioni con concerti e performance più o meno improvvisate. L’Albero della Vita è stato sicuramente l’attrazione più memorabile, ma ciascuno ha fatto la sua parte, compresi i padiglioni che a qualunque ora del giorno e della sera garantivano momenti di svago. Memorabili le serate estive, limitate solo dall’orario di chiusura. Ce n’era per tutti, ma soprattutto i bambini a Expo sono stati privilegiati, trovando una miriade di occasioni per divertirsi, spesso anche imparando concetti legati ai temi della nutrizione e della salvaguardia delle risorse.
Arte & Cultura: 8
Un aspetto non secondario della manifestazione, di cui forse si è parlato poco soprattutto negli ultimi tempi, quando l’evento si è decisamente massificato. Eppure di contenuti ce n’erano, bastava saperli cercare. Molti padiglioni hanno messo in evidenza la propria cultura, con un occhio di riguardo per l’arte (soprattutto quella moderna). L’Italia ovviamente ha fatto la parte del leone, esponendo anche pezzi pregiati. Per tutti Expo è stata un’occasione straordinaria di arricchimento e di scambio di conoscenze.
Ristorazione: 7 (Possibilità di scelta: 9, Qualità: 7, Prezzi: 5)
Scelta vastissima, sapori da tutto il mondo. Qualità mediamente buona, con qualche eccellenza ma anche, oggettivamente, anche qualche proposta indecente. Prezzi per tutte le tasche, in genere adeguati alla qualità, paragonabili a quelli di una località turistica in alta stagione. Da sottolineare in negativo la tendenza ad un aumento dei prezzi (in alcuni casi anche raddoppiati) col passare del tempo. Servizio non eccelso, soprattutto nell’ultimo mese, quando l’assedio della folla ha fatalmente peggiorato le condizioni di lavoro degli operatori. In generale, comunque, è stata un’occasione formidabile di assaggiare tutte (o quasi) le cucine del mondo concentrate in un unico spazio, e in un contesto pieno di fascino.
Padiglioni (esterno): 10
Beppe Severgnini ha definito Expo il luogo con la più alta concentrazione di architetture contemporanea al mondo. Anche senza essere esperti, camminare sul decumano, magari di sera con tutti i padiglioni illuminati, era una visione da lasciare senza fiato. Grandi archistar e studi emergenti si sono cimentati in una sfida su chi interpretava meglio il tema, si sono viste costruzioni ardite, altre più tradizionali, altre ancora semplicemente geniali, ma tutte bellissime. Con un’attenzione anche all’uso dei materiali e alla possibilità di riuso. Aggiungiamo anche la meraviglia del’Albero della Vita, orgoglio e simbolo di Expo.
Padiglioni (interno): 8
Belli, ma talvolta non all’altezza degli esterni. Alcuni ci hanno stupito, altri ci hanno spiegato, in molti ci siamo divertiti. I più apprezzati sono stati quelli che hanno unito un po’ tutti questi aspetti in un percorso vario ed equilibrato. Non tutti hanno saputo comunicare il loro messaggio con efficacia, e non in dipendenza dei mezzi a disposizione. Un elemento sicuramente qualificante della visita è stata la disponibilità degli addetti a raccontare, a rispondere a domande e a coinvolgere il visitatore, e da questo punto di vista chiunque si sia avvicinato a Expo con curiosità e voglia di conoscenza può raccontare esperienze interessanti.
Cluster: 7
Era la novità di Expo, e complessivamente ha funzionato soprattutto perché ha permesso a paesi con risorse economiche limitate di presenziare all’evento e di fare conoscere la propria cultura. Non tutti i cluster hanno brillato allo stesso modo: molto interessanti quelli che sono riusciti a organizzare attività comuni per promuovere il proprio spazio (Caffè, Cacao, Bio-Mediterraneo e Cereali), un po’ più ruspanti gli altri. Tra gli spazi dei singoli paesi, alcuni hanno presentato allestimenti interessanti , molti però si sono limitati a una presenza simbolica a scopo smaccatamente turistico, altri invece erano inondati di mercanzia in vendita. Nelle giornate più affollate hanno fornito comunque una valida alternativa al caos e alle code.
Decumano & Cardo: 9
La “spina dorsale” di Expo ha rappresentato uno degli elementi qualificanti della manifestazione. Punto di riferimento, palcoscenico di eventi e spettacoli, riparo sotto cui proteggersi, ma soprattutto luogo di passeggio e di passaggio da un padiglione all’altro. Le geniali coperture progettate per facilitare il ricambio d’aria hanno aiutato a rendere più sopportabile la calura estiva, anche se la tenuta in caso di piogge forti non poteva certo definirsi ermetica. Ma tutto sommato la gente ha sopportato bene i disagi causati dagli acquazzoni.
Affluenza: 9
Missione compiuta: 22 milioni di visitatori è il traguardo previsto alla vigilia, ma è stato possibile raggiungerlo soprattutto grazie al boom da ferragosto in poi. Prima, aveva sicuramente nuociuto a Expo la campagna negativa di certa stampa, e i timori legati alla sicurezza. Quando la gente si è resa conto che valeva la pena andarci, si è mossa, più o meno tutta insieme, causando l’”ingorgo” che soprattutto a ottobre ha reso Expo meno vivibile. Un flusso più omogeneo avrebbe giovato a tutti, ma in questo caso l’organizzazione ha poche colpe.
Fruibilità: 7 (suddivisa per mese: Maggio 8, Giugno 9, Luglio 8, Agosto 7, Settembre 6, Ottobre 5)
All’apertura del 1 maggio Expo era fruibile al 90% del suo potenziale, solo pochi spazi nei cluster risultavano ancora chiusi, e alcuni allestimenti nei padiglioni e nelle aree comuni erano incompleti, ma tutti quelli più importanti (Giappone, Kazakhstan, Emirati Arabi, Corea, Germania, Francia, e molti altri) erano al 100%. Il tutto si è andato completando nel giro di poche settimane, e a giugno Expo era al top assoluto: tutto funzionante, file accettabili (con la sola eccezione di Palazzo Italia), condizioni meteorologiche ideali, e clima sereno. Pure luglio è stato un buon mese, anche se il caldo si è fatto sentire, rendendo la visita più faticosa. Ad agosto (che è stato un mese ancora molto caldo) ci si aspettava un calo di presenze, invece è iniziato il boom, che è cresciuto nei mesi successivi, fino ad arrivare alle code leggendarie di ottobre, con giornate caratterizzate da afflussi superiori a 200 mila visitatori (soprattutto al sabato).
Biglietteria: 6
Efficiente il servizio diretto, molto meno quello di vendita tramite il sito, che ha funzionato poco e male.
Servizi al visitatore: 6
Non tutto è filato liscio, e spesso si è dovuto sopperire con la buona volontà degli operatori. Che però non è riuscita a sistemare tutto: per esempio, il sevizio di custodia bagagli non è stato attivato per l’intera durata di Expo (per ragioni di sicurezza); fatto sta che l’immagine dei visitatori, perlopiù stranieri increduli, che si trascinavano pesanti trolley per il decumano, è stata triste. Pareri controversi per i servizi ai disabili, l’impressione è che anche qui si potesse fare di più e meglio. Promossi i servizi igienici e supporto per mamme con bimbi piccoli, anche se l’ubicazione un po’ cervellotica dei bagni è stata spesso un rebus per i visitatori. Pulizia e fruibilità sono state comunque all’altezza dell’evento, per la sua intera durata. Buona in generale la pulizia del sito, nonostante le cattive abitudini di molti visitatori. Eccellente la disponibilità di acqua fresca gratuita presso le “casette”, e fondamentale nel periodo della grande calura l’installazione di nebulizzatori.
Trasporti, auto: 7
A parte qualche sabato di settembre e ottobre, chi ha deciso di venire a Expo in auto si è trovato tutto sommato bene. Viabilità efficiente (carente però la segnaletica), ampia disponibilità di parcheggi ufficiali e non. I prezzi, soprattutto dei parcheggi ufficiali, erano un po’ alti, ma le offerte di biglietti serali gratuiti (ad Arese e Trenno) consentivano di fatto un certo risparmio.
Trasporti, treno: 6
Il mezzo più usato per raggiungere Expo, ma probabilmente non il più amato. Nonostante gli sforzi del personale alla stazione di Rho Fiera Expo per sopperire ai disagi, le disfunzioni sono state numerose: ritardi, cancellazioni, cambi di binario, caos … il tutto si è ripercosso sui pendolari del tratto Milano – Rho, che loro malgrado hanno vissuto il semestre di Expo come un incubo. Di contro, quando tutto è funzionato al meglio, il treno si è rivelato un mezzo molto comodo per raggiungere Expo.
Trasporti, mezzi pubblici: 8
Metropolitana (per gli ingressi ovest) e tram (Roserio) hanno portato parecchi visitatori a Expo, in modo quasi sempre efficiente e puntuale.
Educazione visitatori: 7
Ombre e luci. È vero che non si sono mai visti tanti italiani sopportare le code con tanta flemma, ma è innegabile che qua e là sono affiorati gli italici vizi. Il divieto di fumare, per esempio, è stato disatteso fin dall’inizio. Col diffondersi del problema code è emerso il repertorio di piccole furberie finalizzate al “salto della fila”, con annesse discussioni e sfuriate. Criticabili anche alcuni atteggiamenti poco rispettosi, tipo la caccia al gadget e la spasmodica ricerca del timbro per il passaporto di Expo. Abbiamo notato addetti ai padiglioni stranieri, poco abituati a certi comportamenti, spiazzati e contrariati. La maggioranza dei visitatori tuttavia si è comportata in modo attento, interagendo con operatori e altri visitatori in modo educato.
Operatori: 8
Un esercito di operatori ha lavorato dentro Expo, per garantire ai visitatori la possibilità di fruire l’evento in sicurezza e con la massima efficienza possibile. Personale in genere preparato e adeguato, che ha resistito anche alle pressioni del periodo finale, quando il grande affollamento ha richiesto capacità di resistenza alla fatica fisica e mentale. Solo episodicamente si sono riscontrati momenti di tensione (è successo talvolta ai tornelli) e situazioni meglio gestibili.
Volontari: 9
Una delle cose più belle di Expo. Hanno garantito quella dose di entusiasmo contagioso che ha corroborato la manifestazione e contribuito al suo successo. Per molti di loro è stata un’esperienza memorabile, speriamo anche utile.
Expo sui social media: 8
All’inizio erano solo sito ufficiale e commenti no-Expo. Poi sono cominciati a nascere blog, gruppi e pagine facebook che narravano l’Expo reale, con i suoi pregi e i suoi difetti, e veicolavano consigli e suggerimenti. La stampa e i siti di informazione on-line hanno pian piano cambiato approccio, e hanno dipinto l’evento come qualcosa che meritava di essere visto, anche solo per farsi un’opinione diretta e non mediata. Alla fine tutto questo, insieme al tradizionale passaparola, ha spinto moltissima gente a percepire la manifestazione come un’occasione da non perdere. Forse si è persino esagerato un po’, ed Expo negli ultimi tempi è rimasta quasi vittima del suo successo, ma ormai il meccanismo di emulazione che si era messo in moto era inarrestabile.
Conclusione: in attesa di conoscere i dati economici, possiamo già dire che Expo 2015 Milano è stato un grande successo, è piaciuto soprattutto a chi si è avvicinato all’evento con un approccio positivo e desideroso di conoscenza. I problemi pesanti si sono avuti solo per le lunghe code che hanno caratterizzato l’ultimo periodo della manifestazione. C’è chi senza remore la definisce un’esperienza indimenticabile, e un’occasione di arricchimento, e noi condividiamo questo giudizio. Ci piace pensare che alla fine di questi sei mesi Expo ci abbia lasciato migliori di come ci ha trovati, e a pensarci bene, non è poca cosa.
In collaborazione con la pagina Facebook Expo 2015 Milano: io ci sono stato, e tu?
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