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Cene alla Ca’ Granda di Milano, al via gli appuntamenti

Cene alla Ca’ Granda di Milano, al via gli appuntamenti –  Il Duomo e la Scala, il Cenacolo e il Castello Sforzesco e ancora il Bosco Verticale e le architetture avveniristiche di Porta Nuova e City Life firmate dalle archistar. E poi lo shopping, la moda, il design, il food, le mostre… Milano si è guadagnata con onore gli oltre sei milioni di turisti che lo scorso anno l’hanno visitata. Intraprendente da sempre, la città ha imparato, infatti, ad “apparire” un po’ di più e a far conoscere i suoi molti tesori, anche quelli nascosti poco noti persino ai milanesi. Tra le ultimissime iniziative messe in campo, merita quindi un posto speciale la Cena al Museo che dallo scorso fine settimana ogni sabato e domenica sera permette di sedersi a un tavolo nel Giardino dello Speziere, cortiletto defilato tra gli ingressi dell’Archivio storico e del Sepolcreto della Ca’ Granda, sede dell’Università degli Studi di Milano, ma nata come “Spedale dei poveri” nel 1456 per volere di Francesco Sforza. L’esperienza è unica e unisce il bello al buono perché, prima o dopo la cena, si visitano proprio l’Archivio e il Sepolcreto, aperti da poco al pubblico grazie alla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e al Gruppo MilanoCard per permettere a tutti di condividere quasi seicento anni di storia della città, curiosità e meraviglie.

Ma cominciamo dal buono. La cena, che va prenotata sul sito di ArSe Il Percorso dei Segreti  è alle 20 o alle 21, rispettivamente seguita o preceduta dalla visita guidata. Il menu, curato da Cantun Bakery & Bistrot itinerante, è a scelta tra quello di terra (selezione di salumi e formaggi con composte di frutta, gnocchetti di grano duro con pomodorini disidratati e ricotta salata, carpaccio di roast-beef) e quello di mare (carpaccio di pesce spada, salmone e tonno su letto di rucola e pomodorini, timballo di riso venere con gamberi e verdure, filettino di pesce spada alla mediterranea) e comprende anche una torta fantasia del pasticciere, un calice di vino, acqua e caffè. I prodotti sono di qualità, in parte provenienti dall’area Sud di Milano, come da tradizione della Ca’ Granda che tuttora gestisce terreni e cascine fra il Ticino e l’Adda, le Prealpi e il Po. Come si intuisce, non si tratta di un vero e proprio ristorante, ma di una piacevole e non impegnativa sosta gastronomica.

E veniamo al bello. L’Archivio storico, cui si accede da un cancelletto in fondo al cortile dove si svolge la cena, risale al 1637 e porta la firma di un archistar dell’epoca, Francesco Maria Richini, incaricato di ampliare l’antico complesso dell’ospedale. Ed ecco l’immenso e spettacolare salone del Capitolo d’Estate, luogo di rappresentanza che in origine ospitava le riunioni del “Capitolo”, come dire del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale. Lo sguardo viene catturato dall’altezza della volta, dalle lunette affrescate da Paolo Antonio de’ Maestri, detto “il Volpino” con temi allegorici vegetali e astronomici che si rifanno al culto di Maria, dalla scaffalatura lignea a due ordini di ballatoi che si sviluppa per 985 metri lineari, aggiunta nel 1808 per sistemare la considerevole mole di documenti arrivati qui da altre opere pie milanesi e che ricopre le pareti dove prima erano appesi i ritratti dei benefattori dell’ospedale. Nell’Archivio sono custodite seimila cartelle amministrative a partire dall’anno Mille ai nostri giorni, sedicimila documenti,  tra i quali l’atto di fondazione dell’Ospedale firmato da Francesco Sforza. E poi un’infinità di cartigli, pergamene, lettere di personaggi illustri, da Napoleone a Leopardi, mappe, testamenti (il più curioso sicuramente quello “a fumetti” disegnato da Luca Riva, pittore sordomuto, nel 1624), persino un papiro egizio di sette metri risalente alla XIX dinastia (1305-1200 a.C.). Perpendicolare al Capitolo d’Estate si apre un’altra sala, quella del Capitolo d’Inverno o Capitoletto: più raccolta, è impreziosita dagli arredi in noce settecenteschi e dal rivestimento ligneo che, tra l’altro, rendeva più confortevole soggiornarvi nei mesi più freddi.

Facendo il percorso all’inverso, eccoci di nuovo nel cortiletto e da qui all’ingresso di una ripida scala che porta alla cripta della chiesa dell’Annunciata, anch’essa seicentesca e adiacente all’Archivio. L’ambiente con navate, pilastri e volte a crociera, è vasto; lateralmente ha invece corridoi e pareti di mattoni rossi. Ovunque è spoglio: il recente restauro conservativo non ha potuto rimediare al grave deterioramento subito nel corso del tempo a causa dell’umidità (il Naviglio scorreva a fianco) e dell’abbandono, ma bisogna immaginarlo con le pareti affrescate, sempre dal Volpino, anche se con figure non proprio allegre di scheletri a grandezza naturale (uno è ritornato visibile sul muro verso il cortile del Filarete), teschi e ossa. Affreschi a tema, visto che sotto la cripta c’era il Sepolcreto (che si estende per circa 600 metri quadrati) dove venivano calati i cadaveri dei morti in ospedale facendoli passare attraverso le numerose botole quadrate che si vedono sul pavimento. Si calcola per difetto che nelle camere mortuarie, non del tutto svuotate (ci sono ancora circa 150mila scheletri), siano stati tumulati i resti di 500mila pazienti a partire dal 1473 e fino al 1695, quando non furono più permesse le sepolture intramuranee. Il Sepolcreto ritornò in auge nel 1848 durante le Cinque Giornate di Milano, quando all’Ospedale Maggore furono portati, oltre ai molti feriti, anche i morti degli scontri che non potevano essere trasferiti nei cimiteri suburbani per via dello stato d’assedio. Anzi, nel 1860 la Cripta divenne una sorta di Mausoleo degli eroi di quei giorni e ancora adesso si possono vedere le lapidi con le iscrizioni commemorative e i nomi dei 141 caduti (che poi nel 1895 furono spostati sotto il monumento di piazza Cinque Giornate).

 

Informazioni utili:

Prezzi:

Cena + vista guidata 35 euro a persona

Solo la visita 12 euro

Quando:

Dal martedì al venerdì dalle 17 alle 22, il sabato dalle 15 alle 22, la domenica dalle 14 alle 21.

Concerti, letture di documenti segreti dell’Archivio, incontri “alla CSI” con esperti forensi per notizie e curiosità sugli scheletri del Sepolcreto e altri eventi in calendario sul sito di ArSe.

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