LIFESTYLEVIAGGI

Weekend ad Abano Terme tra benessere, arte e storia nei Colli Euganei

Weekend ad Abano Terme tra benessere, arte e storia nei Colli Euganei – Cominciamo a capire bene dove siamo. Abano Terme si trova a 10 km a sud-ovest di Padova, proprio ai piedi del Parco Regionale dei Colli Euganei, uno dei paesaggi più dolci, rilassanti e suggestivi che si possa immaginare: pensate, un concentrato di più di cento colline tondeggianti (la più alta raggiunge i 601 metri), nate milioni di anni fa da eruzioni vulcaniche che hanno sollevato il fondo marino, ricoperte da boschi di castagno e querce, ma anche da ulivi e flora mediterranea, vigne e campi coltivati e questo grazie ai diversi microclimi che le contraddistinguono. Se a questo panorama aggiungete siti archeologici che testimoniano la presenza umana fin dai tempi più remoti, castelli sorprendenti, giardini e ville d’epoca, abbazie tuttora attive, potete comprendere la ricchezza storica e culturale che offre questo territorio.

E non è tutto: la zona dei Colli Euganei è anche tra i più importanti e rinomati comprensori termali d’Europa grazie all’acqua salsobromoiodica di natura meteorica, cioè acqua piovana che, nell’area dei Monti Lessini, le Piccole Dolomiti a nord-ovest dei Colli Euganei, quando raggiunge il suolo sprofonda per 3.000 metri e, dopo un’infinità di anni, risale in superficie con una temperatura di circa 85°C, ricca di sali minerali. Acqua fondamentale anche per la preparazione del fango vegeto-minerale, “ingrediente” caratteristico dei trattamenti di questo bacino termale di cui Abano Terme, senza nulla togliere alla vicina e altrettanto quotata Montegrotto e alle altre località termali dell’area, è il centro principale. Un ruolo, questo, ben meritato visto che fin dall’epoca romana, come testimoniano gli scritti di Tito Livio e Plinio il Vecchio, proprio qui sorsero stabilimenti termali, una vocazione che ha continuato a svilupparsi nel Cinquecento sotto il governo della Serenissima Repubblica di Venezia e poi ancora da fine Settecento in avanti, per arrivare al boom del turismo curativo legato all’acqua termale degli anni Sessanta del Novecento e che oggi si rinnova rivolgendosi a un’utenza più giovane, attenta alla salute intesa, però, anche come benessere psico-fisico. Per Abano, dunque, potremmo dire che esiste una sorta di “predisposizione naturale” all’ospitalità che si traduce in un’ampia scelta di strutture alberghiere, ognuna (ed è questo il plus delle Terme Euganee) con le sue terme e il suo pozzo di acqua termale.

Noi abbiamo scelto di passare il nostro fine settimana soggiornando all’Abano Ritz Thermae & Wellness Hotel: quest’anno celebra i suoi primi cinquant’anni di attività e, per festeggiare, riserva ai suoi ospiti ulteriori attenzioni, dal cofanetto in regalo contenente una Gift Card e la Fifty Thermal Cream, antiage per il viso creata per l’occasione, al programma di concerti e cene a tema. E non manca neppure una piccola e interessante mostra con foto d’epoca, bozzetti, curiosità che raccontano la storia dell’Abano Ritz. “Questo albergo è una casa”, recita la scritta luminosa sopra l’ingresso all’esposizione, e non poteva esserci definizione migliore, perché questo 5 stelle ha davvero il pregio di far sentire l’ospite “a casa”, proprio come accade solo quando, alle spalle, c’è una famiglia reale che da più generazioni mette in pratica con partecipazione e professionalità l’arte dell’accoglienza. La famiglia è quella dell’ingegner Luigi Poletto che ha fortemente voluto, pensato e “disegnato” l’Abano Ritz e di sua moglie Emma che lo ha gestito fino a quando ha passato il bastone del comando alle figlie Ida e Terry, anime complementari che assicurano il perfetto funzionamento della struttura e che continuano una tradizione manageriale tutta al femminile.

Se l’architettura esterna dell’hotel è espressione dello stile tipico degli anni Sessanta, all’interno non c’è niente di standardizzato, a cominciare dal salone d’ingresso e dalle sale comuni, dal sapore d’antan e con pezzi d’antiquariato, e dalla splendida sala degli specchi con un meraviglioso lampadario di Murano, per poi passare ai ristoranti, quello chic à la carte, il White Gloves, inno all’eleganza della buona tavola e quello fiabesco e gourmet, Il Brutto Anatroccolo, dove arredi e menu soddisfano tutti e cinque i sensi. Le camere, poi, sono per ogni gusto ed esigenza: di varie metrature, con salottini, verande o terrazze, uno o due bagni, con o senza moquette, letti di dimensioni diverse, con il sole che illumina il risveglio o accompagna le ore serali, eleganti, romantiche e tradizionali oppure, come le grandi stanze del quinto piano, minimaliste, di design o creative, comprese le due super suite con grandi vetrate e vista sul parco e sui Colli.

Discorso a parte meritano la spa, le terme, la grande piscina interna circondata da lettini per un relax completo e quella esterna con cascatella e idromassaggi, scenografica e immersa nel verde del parco, entrambe con acqua termale a 33°C. Una équipe di specialisti, medici e operatori, secondo le necessità di cura o di benessere guida gli ospiti a seguire o scegliere i trattamenti più adatti ed efficaci, al 100% naturali, a base di acqua termale o fango bio termale, raccolto questo dai fondali di un laghetto di origine vulcanica sui Colli, fatto maturare nell’acqua termale e indicato anche per combattere lo stress, dato che riattiva la circolazione, disintossica l’organismo e rimineralizza il corpo decontraendo la muscolatura. Non mancano, inoltre, tutta una serie di massaggi secondo tecniche occidentali e orientali, da fare da soli o in coppia, e quei rimedi di bellezza che aiutano a riacquistare un aspetto migliore attenuando, ad esempio, rughe e gonfiori intorno agli occhi o levigando il viso grazie a microsfere di collagene e acido ialuronico.

In conclusione, dalle terme e dalla spa dell’Abano Ritz non si vorrebbe mai uscire, ma sarebbe un peccato non scoprire il meraviglioso territorio dei Colli Euganei, che confina, letteralmente, con l’albergo e che si può esplorare anche a piedi lungo sentieri segnalati o in bicicletta, percorrendo l’anello ciclabile che lo circonda e altre piste (info www.coopterradimezzo.com).

 

Come abbiamo già accennato, il paesaggio dei Colli Euganei è affascinante e la zona talmente ricca di luoghi da vedere che si vorrebbe avere il tempo necessario per non dover fare scelte. A Luvigliano di Torreglia (a una decina di minuti in auto dall’Abano Ritz), ad esempio, c’è la rinascimentale Villa dei Vescovi , patrimonio del FAI, e poco più a sud, a Valsanzibio, Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani con lo splendido giardino barocco, pluripremiato come il più bello d’Italia e d’Europa, e ancora, poco distante, si trova Arquà Petrarca che fa parte dell’Associazione dei borghi più belli d’Italia. Sempre a una manciata di minuti dall’hotel, a Teolo, ecco l’Abbazia di Praglia, fondata nell’XI secolo. È abitata tuttora da 46 monaci benedettini che si dedicano, oltre a coltivare vigne e orti, all’apicoltura, al restauro di libri antichi (il loro laboratorio è quotatissimo e l’Abbazia ospita un’importante Biblioteca Monumentale Nazionale con oltre centomila volumi) e all’erboristeria, altro fiore all’occhiello di Praglia. La visita, guidata da un monaco, riserva una sorpresa via l’altra, come l’insolito chiostro pensile, detto del Paradiso, al primo piano, su cui si affacciano i luoghi fondamentali nella vita condivisa del monastero, cioè la sala capitolare, l’antico refettorio, l’oratorio, e da cui si accede alla loggetta belvedere che offre uno scorcio suggestivo sui Colli, ma altrettanto interessanti sono l’antica farmacia e gli altri chiostri: quello botanico, in passato adibito alla coltivazione delle piante officinali, il chiostro a doppio loggiato e il chiostro rustico su cui guardano le camere della foresteria. Non si può lasciare Praglia senza una sosta alla bottega del monastero, dove fare scorta di mieli, marmellate, tisane, spezie, creme e cosmetici naturali, vino, dolci, caramelle…

Al limite settentrionale del Parco Regionale dei Colli Euganei, ma di nuovo a poca distanza dall’Abano Ritz, la Tenuta di Frassanelle, tra i comuni di Rovolon e Cervarese S. Croce, è una sorta di scrigno che contiene curiosità e possibilità di svago e di soggiorno. Di proprietà della famiglia dei conti Papafava fin dal XIII secolo, comprende infatti un immenso parco di 120 ettari, la metà dei quali occupata dal Golf Frassanelle a 18 buche, ma per il resto incantevole e variegato ambiente naturale da visitare su prenotazione lungo percorsi naturalistici, accompagnati da guide o liberamente, come in occasione di particolari manifestazioni quali la “Festa dei colori d’autunno” il prossimo 22 ottobre. Villa Papafava, invece, in cima alla collina più alta della tenuta, rimaneggiata a inizio Ottocento in stile neoclassico e in attesa di aprire al pubblico in un prossimo futuro, regala un’esperienza davvero originale: entrare in grotte fatte costruire sotto la villa verso la fine dell’800 per il piacere di stupire, emozionare e far divertire gli ospiti. Sono assolutamente perfette, benché artificiali, con tanto di laghetto sotterraneo, stratificazioni e stalattiti. Nella tenuta, inoltre, un’antica fattoria è lo scenario perfetto dove organizzare ricevimenti e feste, mentre altri edifici, rurali e non, sono stati ristrutturati con grande gusto e trasformati in accoglienti case per le vacanze, come la Bencontenta, con piscina, o il neoclassico e romanticissimo Tempietto, nella tranquillità e nel verde del parco.

Un’ultima segnalazione. A dieci minuti dall’Abano Ritz, prima di arrivare a Battaglia Terme, c’è una meraviglia poco conosciuta, ma che lascia letteralmente a bocca aperta: il Castello del Catajo, costruito a partire dal XVI secolo in riva al duecentesco Canale di Battaglia per volere di Pio Enea I degli Obizzi, famiglia di capitani di ventura. Ampliato dal Seicento all’Ottocento, è composto da vari edifici (la “Casa di Beatrice” che è il nucleo più antico, il “Castel Vecchio” e il “Castel Nuovo”) che gli danno un aspetto più simile a quello di una reggia e ne accrescono il fascino. Passato dagli Obizzi agli eredi della Casa d’Este, arciduchi di Modena, e quindi agli Asburgo, dopo la Prima Guerra Mondiale è stato ceduto dall’Austria al Governo italiano per riparare i danni di guerra e, in seguito, è passato in mano private. Dopo un lungo periodo di abbandono, si deve all’attuale proprietario l’apertura al pubblico e l’inizio dei restauri. Si possono così già ammirare il salone con l’albero genealogico degli Obizzi e le sale di rappresentanza con un ciclo di importanti affreschi che celebrano la famiglia e sono opera di Giovanni Battista Zelotti, pittore rinascimentale allievo del Veronese. Ma è tutto l’insieme del Catajo che conquista: il giardino di delizie, dove ancora svettano due gigantesche magnolie del ’700 e un’imponente sequoia, tra i primi esemplari importati in Europa, e ancora il monumentale portale d’ingresso, la fontana dell’elefante che sta di fronte, le scale cordonate per permettere la salita a cavallo e, magnifico, il “palco d’onore”, cioè la terrazza ricavata sul tetto della Casa di Beatrice, appunto, palco privilegiato per assistere alle rappresentazioni teatrali en plein air che si svolgevano nel sottostante e immenso Cortile dei Giganti, dove lo spettacolo più stupefacente erano però le battaglie navali che vi si disputavano dopo aver sommerso d’acqua il prato!