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Rodin e l’arte dell’antica Grecia

Rodin e l’arte dell’antica Grecia – Lo scultore più noto dell’era moderna è senza dubbio Auguste Rodin (1840-1917).

Per celebrare i cento anni dalla sua morte, il British Museum, in collaborazione con il Musée Rodin di Parigi, gli dedica fino al 29 Luglio 2018 la mostra Rodin e l’arte dell’antica Grecia, in cui risulta evidente che sono state proprio le antiche sculture del Partenone a fornirgli l’ispirazione giusta per impartire una nuova direzione radicale all’arte moderna.

Nato a Parigi e indirizzato agli studi classici, Auguste Rodin fu respinto dall’Accademia di Belle Arti. Iniziò perciò a lavorare come decoratore e scultore. Nel 1864 Rodin propose per la prima volta una sua opera, L’uomo dal naso rotto (1863-1864), al Salon di Parigi del 1865. Più che un busto, era una “maschera”; ciò fu giudicato troppo radicale per quei tempi, e il Salone rifiutò di metterla in mostra.

Ciononostante, Rodin disse: “Quella maschera ha determinato tutta la mia opera successiva; è il primo pezzo modellato che ho fatto. Fino a quel momento avevo cercato di vedere i miei lavori da tutti i possibili punti di vista e disegnarne ciascuno dei loro aspetti. Quella maschera era nella mia testa, in ogni cosa che ho fatto”.

Più tardi, nel 1875, Rodin creò la sua prima figura intera (L’età del bronzo), che lui stesso descrisse come “l’uomo che sorge dalla natura”. La perfetta fattura dell’opera fece sì che Rodin fosse accusato di surmoulage, ovvero di aver fatto un calco dal modello vivo, cosa che lo porterà, successivamente, a fare statue più grandi delle figure naturali per evitare accuse analoghe.

Rodin ottenne, nel 1880, la commessa per la realizzazione della porta del museo di arti figurative di Parigi, che non venne mai costruito. Ciononostante, Rodin lavorò tutta la sua vita a La porta dell’inferno, un gruppo monumentale ispirato all’Inferno di Dante.

Le sue due sculture più note, Il bacio e Il pensatore, erano pensate inizialmente come figurine che dovevano adornare il timpano della Porta. Sebbene Il bacio sia interpretato al giorno d’oggi come una rappresentazione romantica, non era questo l’intento dell’artista. Nel poema epico La Divina Commedia, Dante incontra i due amanti Paolo e Francesca nel suo viaggio all’interno dell’Inferno. Essi erano stati assassinati dal marito di Francesca (il fratello di Paolo) dopo che questi aveva trovato i due amanti assieme. La scultura li ritrae nel momento subito precedente la morte, persi in una passione smisurata.

Anche Il Pensatore, all’inizio, non era altro che la rappresentazione di Minosse, giudice dei dannati ne La Divina Commedia, e più tardi si disse che l’intento dell’artista fosse di rappresentare Dante. Furono dei collaboratori di Rodin a dare questo nome alla statua, ritenendo che fosse simile a una statua di Lorenzo de’ Medici, ad opera di Michelangelo, detta Il Pensieroso.

Nel 1881, Rodin fece un viaggio a Londra e andò a visitare il British Museum, dove vide il Partenone e fu immediatamente catturato dalla bellezza di quegli antichi capolavori greci.

Come molti altri reperti archeologici, le sculture del Partenone si erano smembrate ed erano usurate dal tempo, ma Rodin fu ispirato dalla loro potente espressività che veniva trasmessa dalla sola rappresentazione dei corpi. Arrivò addirittura a rimuovere le teste e gli arti delle sue opere per potersi avvicinare ancora di più a quei meravigliosi reperti del passato. In tal modo, creò un nuovo genere di arte contemporanea – il torso senza testa e senza arti.

Nella mostra Rodin e l’arte dell’antica Grecia, il British Museum colloca le opere di Auguste Rodin in prossimità di quelle eseguite dal suo mentore artistico e spirituale, il grande scultore greco Fidia.

I due artisti non potrebbero essere più diversi: la vita di Rodin è ben documentata e la sua arte è famosa e riprodotta in tutto il mondo; la vita di Fidia, invece, ci è arrivata solo tramite il commento di scrittori romani che vissero 500 anni dopo di lui, e la maggior parte delle sue opere è andata perduta. Eppure, ci sono somiglianze straordinarie. Entrambi gli artisti furono gli scultori più famosi della loro epoca. Nonostante secoli e secoli di storia li dividessero, Rodin parlava di Fidia come se lo avesse conosciuto personalmente e immaginava che Fidia gli fosse amico e maestro e gli guidasse la mano nella creazione di rappresentazioni della forma umana.

Come Fidia, anche Rodin non scolpiva personalmente ogni parte delle sue opere: spesso posava per le fotografie con martello e scalpello in mano, ma in realtà non era lui a scolpire il marmo. Rodin preferiva infatti modellare le figure nell’argilla, e poi farle riprodurre in gesso o bronzo. In questo, non si distingueva molto da Fidia: è improbabile che Fidia abbia potuto scolpire da solo tutte le figure del Partenone, probabilmente ne curò però il disegno generale, la scelta dei modelli e la produzione di bozzetti per le metope e i fregi.

Guardando Il bacio di fianco al Partenone, risulta evidente come sia Rodin che Fidia sappiano estrarre da materiali freddi la sensazione di avere davanti agli occhi carne e muscoli veri, con un’espressione, un realismo e un dinamismo davvero sorprendenti.

La scultura di Rodin riesce con naturalezza a enfatizzare l’individualità e la concretezza della carne e interpretare le emozioni del soggetto attraverso i dettagli e i giochi di ombre.

Per meglio capire l’estetica di Rodin, basta affidarsi alle sue stesse parole. Ecco cosa dice parlando de Il Pensatore: “Quel che rende il mio Pensatore pensante è che non pensa solo con il suo cervello, con la sua fronte accigliata, le sue narici aperte e le labbra tese ma anche con ogni muscolo delle sue braccia, schiena e gambe, con i suoi pugni chiusi ed i piedi contratti.

E ancora, per spiegare perché in molte sue sculture in marmo, le figure e le teste emergano solo a metà dal blocco di pietra:

“Nessuno scultore degno di questo nome può modellare una figura umana senza soffermarsi sul mistero della vita: gli individui, nella loro infinita varietà, non fanno che ricordargli il tipo immanente; egli è condotto incessantemente dalla creatura al creatore […] Ecco perché molte delle mie figure hanno una mano o un piede ancora imprigionati nel blocco di marmo; la vita è ovunque, ma capita davvero di rado che arrivi a esprimersi completamente o che l’individuo  arrivi  alla perfetta libertà”.


INFO

RODIN E L’ARTE DELL’ANTICA GRECIA

British Museum, London

[Fino al 29 Luglio 2018]

  • dal Lunedì al Giovedì dalle 10.00 alle 17.30
  • Venerdì fino alle 20.30
  • Sabato e Domenica dalle 9.00 alle 17.30