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Ricetta panettone classico e altre curiosità sul dolce più amato di Natale

Ricetta panettone classico e altre curiosità sul dolce più amato di Natale – Se siete alla ricerca della ricetta del panettone classico, sappiate che gli ingredienti sono pochi e rigorosi. Niente creme o ripieni fantasiosi: uvetta, canditi, burro e uova sono i protagonisti del dolce più amato del Natale.

Nel 2003 la Camera di Commercio di Milano ha registrato il marchio del Panettone Tipico della Tradizione Artigiana Milanese, insieme a un disciplinare di produzione approvato dal Comitato Tecnico dei Maestri Pasticceri Milanesi. Gli unici ingredienti concessi per la lavorazione del vero panettone sono acqua, farina (proveniente da produttori riconosciuti dal Comitato), zucchero, uova fresche e/o tuorli pastorizzati, latte pastorizzato e/o latte UHT e/o latte condensato e/o latti fermentati e/o yogurt, burro di cacao, burro e/o burro anidro, uvetta sultanina, scorze di arancia candite, cedro candito (calibro minimo 8 x 8), lievito naturale, sale. Tutti gli ingredienti aggiunti trasformano il panettone in un (seppur goloso) dolce di Natale che non può più portare il nome del re del Natale meneghino.

La ricetta panettone classico completa di Vincenzo Santoro si può consultare sul sito di Italian Gourmet, il magazine della grande gastronomia italiana.

 

Tra storia, tradizione e leggenda, ecco qualche curiosità:

1.Secondo una leggenda, il panettone nacque alla corte di Ludovico il Moro come dolce di “ripiego” per la festa di Natale organizzata dal Duca. Il dolce a menu era bruciato nel forno, così uno degli sguatteri del pasticcere, tale Toni, suggerì un impasto tipo pagnotta con burro, uova, canditi e uvetta. Il Duca e i commensali apprezzarono così tanto che chiesero il nome di questo inedito dolce natalizio, e la risposta fu “Il pan del Toni”.

2.In principio il Panettone era un dolce povero, un pane cui venivano aggiunte uvette e altri ingredienti dolci, ma molto più simile a una pagnotta. Furono i pasticceri Motta e Alemagna, negli anni Venti, a cambiare le sorti del dolce meneghino e a trasformarlo in un prodotto da forno molto più alto e soffice, versando l’impasto in quella guaina di cartone che oggi tutti conosciamo.

3.Contro mal di gola e raffreddore, a Milano è rito conservare una fetta del panettone del giorno di Natale per mangiarlo poi il 3 febbraio, giorno di San Biagio. In milanese, infatti, si dice ” “San Bias el benediss la gola e el nas” (San Biagio benedice la gola e il naso). Una bella fortuna per i negozianti che, nei giorni precedenti, propongono i panettoni invenduti come “panettoni di San Biagio”. La scienza non assicura, ma una fetta di panettone in più è difficile da rifiutare!

4.Come si mangia il panettone? Si afferra con la mano sinistra e con la destra si staccano delle piccole porzioni da portare alla bocca. Quando però si aggiunge la crema, lo si stende su un piatto e lo si serve con forchetta da dolce e cucchiaio da dolce. La forchetta serve a tenere ferma la fetta, il cucchiaio stacca la porzione e la porta alla bocca. Scarpetta vietata, ma se avanza crema nel piatto può essere ultimata con il cucchiaio.

5.Caffè e panettone? Abbinamento vietato! Il panettone si serve prima della frutta, o insieme a essa.

 

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