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Quando stile e personalità si incontrano: Alessio Musella

Quando stile e personalità si incontrano: Alessio Musella – Un interior designer che osa, ma senza ostentare, che sostiene il sentirsi se stessi con la possibilità di scelta, per sentirsi ancora più sicuri; e che ha una passione sconfinata per il design e l’arte: ecco chi è Alessio Musella.

Chi è Alessio Musella?
Professionalmente sono nato 19 anni fa come interior designer; per 7 anni sono stato in Arabia Saudita, viaggiando tra Stati Uniti ed Europa, tornando in Italia poi per laurearmi; dopodiché sono diventato problem solving nel settore del lusso Made in Italy e da qui ho ampliato il raggio d’azione a 360°. Oggi ho mantenuto quest’ultimo settore e poi mi occupo di comunicazione relativamente alle aziende clienti.

Descriviti in tre aggettivi…
Curioso, dinamico e, anche se non è un aggettivo, caterpillar, perché se voglio fare una cosa, devo riuscirci, e non in un tempo futuro, ma oggi, portando così a termine gli obiettivi prefissati.

Cos’è per te lo stile? Bisogna osare sempre?
Non bisogna osare, ma essere se stessi, avere la capacità e la voglia di non nascondersi, che non vuol dire ostentare. Ogni giorno le persone devono indossare ciò che si sentono. La definizione di stile per me è avere possibilità di scelta, per cui non un armadio colmo di giacche e cravatte, ma una vasta gamma di abbigliamento. Bisogna sempre ascoltare i consigli altrui, senza però lasciarsi influenzare.

Meglio essere se stessi e avere tanti nemici o seguire la massa e conformarsi?
Essere se stessi a volte è ingombrante. Voglio sottlineare che non è assolutamente vero che le persone non possono essere se stesse, ma non vogliono esserlo. Esiste il non volere, ma non il non potere.  Esistono critiche costruttive e critiche assurde, alcune possono anche servire, altre invece no: bisogna sentirsi liberi di fare ciò che ci si sente.

Come nasce Contract Cube?
Contract Cube nasce come un Incubator. Quando ho iniziato ad avere molte proposte nell’ambito del lusso e del Made in Italy italiano, lo spazio era stretto, per cui ho pensato a questa nuova formula. Si spazia dal gioiello al design, quindi Incubator significa grande scatola, dove all’interno si possono trovare molte cose. Per molto tempo i clienti mi hanno visto come un competitor, ora invece li aiuto a progettare, dando loro un aiuto concreto. In Contract Cube abbiamo aggiunto arte e lusso a 360°. Ora sto pensando a come svilupparlo: volevo creare un brand a parte che gestisse separatamente le diverse aziende che decido di seguire; a seconda dell’azienda devi avere un team giusto, perché se non lo avessi, offrirei un servizio ridotto. Spaziando da gioielli a macchine, passando per le scarpe, scelgo di volta in volta il gruppo migliore.

Dove nasce la passione per il design?
Finita la scuola media avrei voluto iscrivermi al liceo artistico, ma i miei genitori erano contrari, così mi indirizzarono verso il classico. Oggi li ringrazio perché poi ho proseguito iscrivendomi ad architettura. Ho sempre portato avanti la passione per il design, ma anche quella per il lusso, del bello, del vivere bene. Tutto ciò inizia dallo spazio dove si vive, ti deve appartenere e deve essere disegnato assieme a chi poi dovrà viverci. Non imporrò mai il mio modo di progettare, ma guardo chi dovrà andare a vivere in quella casa.

Cos’è per te l’arte?
Per me l’arte è emozione. Ci sono diversi tipi di arte: se parliamo di arte moderna e contemporanea, la identifico in una categoria, se parliamo di quella bella, quella fine a se stessa, la pongo in un’altra. Spesso diamo dei significati del tutto personali ad alcune opere d’arte, ma molto probabilmente sono solamente nostre invenzioni e supposizioni, prima non c’era la concettuologia che è presente ora. Oggi il bello si è già visto, quindi si cerca una spiegazione. Se si guarda la Monnalisa, può piacere o meno, però non si può obiettare  sulla capacità artistica con la quale è stata creata. Oggi invece è tutto totalmente diverso. Cattelan o i tagli di Fontana danno sempre origine a qualche discussione, non sono per tutti, ma non è discriminante; nessuno sbaglia nell’interpretazione, sono solamente concetti diversi. Importante è anche capire dove installare un’opera d’arte.

Progetti futuri?
Un brand che racchiuda la possibilità di comunicare, procedere, promuovere, creare e supportare aziende che vogliano uscire dalla massa. È questo l’atto di lusso; non mi interessa l’oggetto o quello che c’è dietro, e nemmeno quello che si vuole trasmettere.


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