STORIA

IL PAPIRO: UNA PIANTA SOTTILE, UNA GRANDE RIVOLUZIONE

IL PAPIRO: UNA PIANTA SOTTILE, UNA GRANDE RIVOLUZIONE

MilanoPlatinum Voci antiche

In collaborazione con la pagina Voci Antiche: pagine dal mondo classico.


IL PAPIRO: UNA PIANTA SOTTILE, UNA GRANDE RIVOLUZIONE

Plant_Papyrus - Jcwf from nl [GFDL or CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons
Plant_Papyrus – Jcwf from nl [GFDL or CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons
Comune ad alcune lingue europee è il termine con cui in esse si indica la carta, che è “paper” in inglese, “papier” in francese e tedesco, con una leggera differenza di pronuncia, “papel” in spagnolo. Queste parole, come è facile intuire, hanno un denominatore comune nel latino “papyrus”. Anche l’italiano “carta”, che sembra rifarsi a tutt’altro materiale, in realtà è strettamente connesso al papiro, derivando dal latino “charta”, con cui si indicavano i fogli di papiro. Tutto ciò significa che, benché oggi il supporto su cui scriviamo o stampiamo è diverso da quello usato dagli antichi, i fogli di papiro come materiale scrittorio ebbero un’enorme importanza nell’antichità, prima presso gli Egizi, ma poi un po’ ovunque nel bacino del Mediterraneo, dove essi venivano esportati, costituendo una voce importante dell’economia del territorio nilotico.

Ma che pianta è il papiro e come veniva trattato perché dal suo sottile stelo venissero confezionati i fogli e poi i rotoli? Il suo nome scientifico è Cyperus papyrus ed è un’erba palustre, che cresce solo dove c’è abbondanza d’acqua, che scorra però lentamente. Ambiente, dunque, favorevole alla sua crescita era, nell’antichità, il Basso Egitto, nella zona del Delta del Nilo, ma anche lungo le rive dell’Eufrate, in Medio Oriente. Fu, comunque, la terra dei faraoni ad avere il “monopolio” nella coltivazione del papiro e nella produzione dei fogli che se ne ricavavano. Va detto, però, che la pianta, per le sue caratteristiche, aveva molteplici usi: con il midollo si produceva una primitiva gomma da masticare, con radici e fusto si fabbricavano calzature e sartiame per le barche; il rizoma serviva come combustibile.

Certamente, una delle caratteristiche che rese questa pianta utilizzabile per la produzione dei fogli di papiro è il fusto a sezione triangolare, che facilitava il taglio delle strisce con cui questi venivano formato. Confezionare i singoli fogli, prima ancora dei rotoli, era un procedimento piuttosto lungo e complesso. Dapprima era rimossa la corteccia e dalla sostanza interna venivano ricavate strisce sottili, poi sistemate, su una superficie dura, l’una a fianco all’altra nella stessa direzione. A questo primo strato se ne sovrapponeva un secondo, ottenuto con la medesima tecnica, ma ruotando di novanta gradi la direzione delle nuove strisce. I due strati si compattavano, perché restassero uniti, non con la colla, ma con un martelletto di legno o ponendo il foglio sotto una pietra piatta. L’ultima fase della produzione era l’essicazione, che serviva a togliere ogni residuo di umidità dal prodotto, e la levigatura, fatta con la pietra pomice. Il risultato era un materiale resistente, facilmente pieghevole e arrotolabile.

Papyrus sheet - By Aethralis (Own work) [CC BY-SA 3.0 or GFDL], via Wikimedia Commons
Papyrus sheet – By Aethralis (Own work) [CC BY-SA 3.0 or GFDL], via Wikimedia Commons
La misura di questi fogli, ci dice Plinio il vecchio nella sua Naturalis Historia, poteva variare e, con essa, i nomi dei fogli stessi: così, come noi oggi usiamo fogli che denominiamo A3, A4 ecc., gli antichi avevano la “cartha” Augusta, di 13 dita di larghezza, la hieratica di 11 dita, la fanniana di 10 dita, la anphitheatrica di 9, la saitica, “ancora più stretta del martello” con cui i due strati si saldano insieme, e infine l’emporetica, che non supera la misura di sei dita.

Blank Papyrus Paper - By B. SimpsonCairocamels (Own work) [Public domain], via Wikimedia Commons
Blank Papyrus Paper – By B. SimpsonCairocamels (Own work) [Public domain], via Wikimedia Commons
I fogli, però, non erano venduti se non incollati insieme a formare dei rotoli (era il rotolo, in definitiva, l’unità di misura): più comuni erano quelli confezionati con venti fogli, ma se per caso serviva una lunghezza maggiore, si potevano incollare insieme più rotoli. Poiché incollando i fogli insieme si creava, nel punto di giuntura, un dislivello, che poteva dar fastidio a chi scriveva anche dopo la levigatura, il fabbricante faceva in modo di disporre il margine sinistro del foglio successivo sotto quello destro del foglio precedente, in modo che la scrittura incontrasse il dislivello in discesa.

Ogni rotolo aveva due lati, che in alcuni casi furono entrambi usati (in questo caso si parla di papiri opistografi): il recto, quello in cui le fibre del papiro correvano orizzontalmente alla lunghezza del rotolo stesso, e il verso, dove le fibre si disponevano perpendicolarmente alla lunghezza. Il primo lato era quello che rimaneva all’interno, una volta che i fogli venivano appunto arrotolati su se stessi; il secondo, invece, quello esterno, era più esposto ad abrasioni.

By 3rd Century monk [Public domain], via Wikimedia Commons
By 3rd Century monk [Public domain], via Wikimedia Commons
Chi scriveva o leggeva doveva, mentre srotolava con la destra una delle estremità del rotolo, riavvolgere con la sinistra l’altra perché in quella parte iniziavano le colonne di scrittura, generalmente disposte in maniera perpendicolare alla lunghezza del rotolo. Se il rotolo conteneva un’intera opera letteraria, che ne occupava l’intera superficie, allora veniva chiamato “volumen”; in questo caso, anche in considerazione dell’importanza del contenuto, il primo foglio, chiamato “protocollon” si lasciava bianco a protezione del testo (infatti, questa era la parte sottoposta a maggior trazione a causa dell’arrotolamento). Se, invece, serviva una superficie ridotta, come nel caso della stesura di una lettera o di un biglietto di invito, allora la si ritagliava dal rotolo, staccando la quantità che era ritenuta necessaria.

Busto maschile - By Olivierw (Own work) [Public domain], via Wikimedia Commons
Busto maschile – By Olivierw (Own work) [Public domain], via Wikimedia Commons
Grazie alle caratteristiche dei fogli di papiro (soprattutto questo supporto rendeva facile scrivere con il carattere corsivo) e alla loro ampia commercializzazione, questo materiale fu il più usato nell’antichità per la stesura di molteplici documenti, anche ufficiali.


Per approfondire

  • Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XIII, 71-82

VIDEO IL PAPIRO: UNA PIANTA SOTTILE, UNA GRANDE RIVOLUZIONE

  • Come preparare un foglio di papiro


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