IL PAPIRO: UNA PIANTA SOTTILE, UNA GRANDE RIVOLUZIONE
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IL PAPIRO: UNA PIANTA SOTTILE, UNA GRANDE RIVOLUZIONE –
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IL PAPIRO: UNA PIANTA SOTTILE, UNA GRANDE RIVOLUZIONE
Ma che pianta è il papiro e come veniva trattato perché dal suo sottile stelo venissero confezionati i fogli e poi i rotoli? Il suo nome scientifico è Cyperus papyrus ed è un’erba palustre, che cresce solo dove c’è abbondanza d’acqua, che scorra però lentamente. Ambiente, dunque, favorevole alla sua crescita era, nell’antichità, il Basso Egitto, nella zona del Delta del Nilo, ma anche lungo le rive dell’Eufrate, in Medio Oriente. Fu, comunque, la terra dei faraoni ad avere il “monopolio” nella coltivazione del papiro e nella produzione dei fogli che se ne ricavavano. Va detto, però, che la pianta, per le sue caratteristiche, aveva molteplici usi: con il midollo si produceva una primitiva gomma da masticare, con radici e fusto si fabbricavano calzature e sartiame per le barche; il rizoma serviva come combustibile.
Certamente, una delle caratteristiche che rese questa pianta utilizzabile per la produzione dei fogli di papiro è il fusto a sezione triangolare, che facilitava il taglio delle strisce con cui questi venivano formato. Confezionare i singoli fogli, prima ancora dei rotoli, era un procedimento piuttosto lungo e complesso. Dapprima era rimossa la corteccia e dalla sostanza interna venivano ricavate strisce sottili, poi sistemate, su una superficie dura, l’una a fianco all’altra nella stessa direzione. A questo primo strato se ne sovrapponeva un secondo, ottenuto con la medesima tecnica, ma ruotando di novanta gradi la direzione delle nuove strisce. I due strati si compattavano, perché restassero uniti, non con la colla, ma con un martelletto di legno o ponendo il foglio sotto una pietra piatta. L’ultima fase della produzione era l’essicazione, che serviva a togliere ogni residuo di umidità dal prodotto, e la levigatura, fatta con la pietra pomice. Il risultato era un materiale resistente, facilmente pieghevole e arrotolabile.
Ogni rotolo aveva due lati, che in alcuni casi furono entrambi usati (in questo caso si parla di papiri opistografi): il recto, quello in cui le fibre del papiro correvano orizzontalmente alla lunghezza del rotolo stesso, e il verso, dove le fibre si disponevano perpendicolarmente alla lunghezza. Il primo lato era quello che rimaneva all’interno, una volta che i fogli venivano appunto arrotolati su se stessi; il secondo, invece, quello esterno, era più esposto ad abrasioni.
Per approfondire
- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XIII, 71-82
VIDEO IL PAPIRO: UNA PIANTA SOTTILE, UNA GRANDE RIVOLUZIONE
- Come preparare un foglio di papiro
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