LUGANO

PAOLO BASSO, MIGLIOR SOMMELIER DEL MONDO 2013

PAOLO BASSO, MIGLIOR SOMMELIER DEL MONDO 2013 – [PUBLIREDAZIONALE]

Intervista a Paolo Basso, miglior sommelier del mondo 2013.

Cosa l’ha portata a diventare sommelier?
Il primo “contatto” col vino risale alla mia infanzia: mio nonno aveva una cantina molto suggestiva e ricordo con molto calore la vinificazione che avveniva ogni anno nella cantina sociale del paese, con tanto di festa dopo il lavoro. La vendemmia era un momento di condivisione importante che ha lasciato un segno indelebile nella mia formazione.
Una volta cresciuto mi sono iscritto alla scuola alberghiera, e quello che più mi appassionava erano proprio le materie legate al vino.

Cosa fa di un sommelier il “miglior sommelier del mondo”?
Ricordo un insegnante che mi disse: “È quando gli altri sono stanchi che si deve cambiare marcia e andare avanti”. È un po’ quello che succede nello sport: è necessario un alto livello di conoscenza tecnica, ma oltre a questa ci sono una predisposizione di base e una capacità di rispondere a ciò che è imprevisto. Il duro lavoro, la curiosità, la voglia di approfondire sempre di più la materia e l’attenzione ai dettagli: tutti elementi indispensabili per un buon sommelier.

In che modo il Ticino l’ha aiutata nel raggiungere questa eccellenza?
In Ticino ho avuto modo di lavorare nel settore della gastronomia in un periodo nel quale la clientela consumava vini provenienti da ogni parte del mondo e questo mi ha sicuramente permesso di acquisire una grande esperienza. Inoltre in Ticino è presente un’azienda che si occupa di vini rari e da collezione, per la quale ho lavorato diversi anni. È stata un’esperienza che mi ha permesso di approfondire le mie conoscenze sui più grandi e ricercati vini del mondo. In Ticino ho poi trovato la tranquillità necessaria per potermi preparare nel miglior modo agli appuntamenti importanti.

In che modo un vino può rappresentare una regione, in questo caso il Ticino?
Il vino, come del resto ogni prodotto alimentare, è un testimonial della regione dalla quale proviene. L’etichetta di un vino è come una cartolina postale che rappresenta la ricchezza del territorio e attira l’attenzione e l’interesse dei consumatori, che certe volte diventano degli enoturisti. Basta pensare ad alcune regioni viti-vinicole che fino a vent’anni fa erano prevalentemente rurali e oggi ospitano ristoranti gastronomici e alberghi a cinque stelle, che creano un notevole indotto. Il vino ha anche un eccezionale vantaggio: quello di poter invecchiare. E quella bottiglia che porta l’etichetta con indicazione della regione di provenienza, continua a parlare di noi.

Può dirci qualcosa sui vini ticinesi?
I vini ticinesi hanno una lunga storia e sono fortemente legati alla storia della terra dalla quale nascono. La grande svolta qualitativa è arrivata circa vent’anni fa quando una nuova generazione di produttori ha saputo valorizzare con conoscenza e sensibilità le qualità dell’uva e del territorio. Oggi i vini ticinesi hanno una qualità che non teme il confronto internazionale. L’unico punto debole è la superficie limitata, che non permette di incrementare la produzione.

Quale è il suo luogo preferito in Ticino?
In Ticino ci sono una moltitudine di luoghi molto belli, immersi nella natura tra laghi e montagne, dalle caratteristiche bucoliche. Ci sono luoghi bellissimi che posseggono un’aria mediterranea e rilassante, basti pensare ai numerosi villaggi affacciati sui laghi, ma anche alle città come Lugano, Ascona e Bellinzona. Altri luoghi invece sono ancora impervi e selvaggi e permettono a chi li frequenta di ritemprarsi e di ritrovare le atmosfere dei tempi dei nostri nonni, che a noi sembrano tanto lontani, ma che in realtà, pensandoci bene, fanno parte della nostra storia.


LINK UTILI

www.paolobasso.ch


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