NERONE E LA TRISTE FINE DI UNA STATUA COLOSSALE
![Colosso di Nerone - Di pontuali.com [CC BY-SA 4.0], attraverso Wikimedia Commons](https://www.milanoplatinum.com/wp-content/uploads/2016/06/Colosso-di-Nerone-Di-pontuali.com-CC-BY-SA-4.0-attraverso-Wikimedia-Commons.jpg)
NERONE E LA TRISTE FINE DI UNA STATUA COLOSSALE –
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In collaborazione con la pagina Voci Antiche: pagine dal mondo classico.
NERONE E LA TRISTE FINE DI UNA STATUA COLOSSALE
Nell’anno 1936, i picconi della “rivoluzione fascista” demolirono un enorme basamento di 17 metri x 15, collocato a fianco del Colosseo: serviva spazio per quella Roma che doveva dialogare, attraverso un nuovo assetto urbanistico, con la Roma dei Cesari.
Il basamento che scomparve era servito a sostenere la colossale statua di Nerone, opera dello scultore Zenodoro, già autore di una gigantesca statua in onere del dio Mercurio, che egli aveva realizzato in Gallia. Poiché il manufatto ritraeva l’imperatore committente, la sua altezza – pare – superava di ben otto metri il colosso di Rodi, una delle sette meraviglie del mondo antico, raggiungendo quindi quasi quaranta metri.
Quando fu terminata, la scultura venne collocata nell’atrio della Domus Aurea, abbellimento straordinario a una reggia già di per sé spettacolare. Ma la morte di Nerone e la conseguente “damnatio memoriae” che lo colpì non solo trasformarono l’effigie imperiale in quella del dio Sole, ma contribuirono al suo trasloco vicino all’anfiteatro Flavio, a cui poi darà il nome ben più familiare di Colosseo.
“Con l’aiuto dell’architetto Decriano, trasportò il Colosso via dal luogo dove ora sorge il Tempio di Roma, mantenendolo in posizione eretta, benché il suo peso fosse tale che per il lavoro furono impiegati ventiquattro elefanti. Poi consacrò la statua al Sole, dopo aver cancellato i tratti di Nerone, a cui prima era stata dedicata, e progettò anche di farne una simile in onore della Luna, assegnando l’incarico all’architetto Apollodoro”.
Come poi la statua sia stata sollevata sul basamento non ci è dato sapere; quello che le fonti tramandano è che il dio Sole mutò di nuovo sembianze, assumendo quelle di Commodo: “inoltre, fece rimuover la testa, che era stata fatta a somiglianza di Nerone, per rimpiazzarla con una simile a lui” (Historia Augusta, Commodo 17.10).
Naturalmente, con la fine dell’antichità, il metallo divenne prezioso e la statua, di cui si hanno notizie fino all’VIII secolo, si perse per sempre, come dodici secoli dopo andò perduto anche il suo basamento, l’unica parte fino ad allora scampata al tempo e agli uomini.