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Museo della barca lariana, sul lago di Como il racconto della nautica italiana

Sul lago di Como un Museo racconta la storia della nautica italiana

A Pianello del Lario, sulla sponda occidentale del lago di Como, poco oltre Menaggio, c’è un museo sorprendente, ospitato negli affascinanti spazi di un’ex filanda dell’Ottocento. È il Museo della barca lariana, ricco di rari e preziosi reperti, a volte unici, che raccontano la storia della nautica e della navigazione e non solo sulle acque di questo lago.

Ecco quello che si può ammirare nelle scenografiche sale: oltre 400 scafi storici tra barche a remi e a vela, gondole e canoe canadesi, barconi da lavoro e barche per il contrabbando, placidi vaporetti per il trasporto passeggeri e bolidi super veloci da competizione, senza dimenticare gli splendidi motoscafi Riva, simbolo prestigioso dell’eleganza e dello stile italiano. Di contorno, ci sono circa trecento motori e migliaia di oggetti legati alla costruzione e all’uso delle barche, oltre alla possibilità di visionare filmati, foto d’epoca e diapositive, sentire testimonianze registrate, consultare una biblioteca che raccoglie oltre 2500 libri e riviste storiche e di settore.

Foto Dario Raimondi

Il Museo è nato nel 1982 per merito di GianAlberto Zanoletti, scomparso nel 2019: sul lago di Como passava le vacanze nella casa di famiglia e fin da ragazzino sviluppa una passione per le barche, l’arte dei maestri d’ascia, le vele, la motonautica. Partecipa a regate, batte record mondiali di velocità con fuori bordo e soprattutto inizia a collezionare imbarcazioni tradizionali di tutti i tipi, prima che i moderni materiali e le tecnologie le facciano scomparire per sempre.

Trasformato nel corso del tempo in Fondazione, oggi presieduta da Ferdinando Zanoletti, figlio del fondatore, il museo, dopo la pandemia, ha riaperto da pochi giorni le sue porte con un nuovo allestimento della sala gondole (pochi sanno degli strettissimi e storici rapporti tra i maestri d’ascia del lago di Como e quelli della Repubblica di Venezia), una passerella sopraelevata per una vista ancora più spettacolare sulle barche e la nuova sala Riva, trecento metri quadrati che accolgono sette importanti e magnifici motoscafi usciti dai cantieri del lago d’Iseo, a cominciare dal mitico HaLu del 1930 fino a quelli che testimoniano gli anni d’oro della Dolce Vita e delle star di Hollywood.

Foto Dario Raimondi

Sono così tante le meraviglie esposte nel museo che quasi si può venire colti dalla sindrome di Stendhal davanti a una delle più antiche gondole al mondo, perfettamente conservata e con felze (la sovrastruttura per riparare i passeggeri) oppure a causa della Merope, la vela Classe Star con cui Agostino Straulino, mitico comandante della nave scuola Amerigo Vespucci, vinse le Olimpiadi di Helsinki nel 1952 o ancora per il Laura I Abbate, scafo rosso tutto curve che per primo nel 1953 ha superato la barriera dei 200km/h o per la Cisko-Yu, bellissima vela inglese di fine Ottocento.

Foto Dario Raimondi

Altre emozioni le riservano le barche più strettamente legate al lago di Como e al al territorio che lo circonda: la gondola lariana con vela rettangolare adibita al trasporto di merci e bestiame, la nav da pesca, il batèl, sorta di utilitaria lacustre spesso chiamato erroneamente Lucia per via di quanto si racconta ne I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni (e finalmente si scoprirà che Lucia fuggì da Pescarenico su un altro tipo di barca). E poiché siamo a un passo dalla Svizzera, ecco le barche usate dai contrabbandieri (in dialetto chiamati van de sfroos, cioè vanno di frodo) per trasportare le bricolle piene di tabacco, sigarette e altre merci. Sono barche di legno brutto, costruite in poco tempo, ma con due qualità eccezionali: essere silenziosissime e velocissime. Nel Museo ce ne sono due, una a quattro remi, l’altra a cinque e quest’ultima è davvero rara perché non amata dai contrabbandieri. Se venivano fermati su questa barca, infatti, c’era l’arresto per associazione a delinquere, mentre se si era in quattro scattava solo un’ammenda.

Insomma, di barche, storie e sorprese il Museo della barca lariana ne riserva in quantità. Chi mai avrebbe detto che sul lago di Como, nel 1850, si tenne la prima regata italiana tra Dongo e Bellagio (vinta dal marchese Trotti, milanese con villa in loco) e che nel 1872, a Como, venne fondata la Società Regate Club, il più antico club velico italiano? E questa è la chiusura del cerchio.

 

Museo della barca lariana

Via Regina 1268 – Pianello del Lario (CO)

www.museobarcalariana.it