STORIA

L’origine mesopotamica dei cataloghi

L’origine mesopotamica dei cataloghi –

MilanoPlatinum Voci antiche

In collaborazione con la pagina Voci Antiche: pagine dal mondo classico.


L’origine mesopotamica delle biblioteche

Le prime forme di scrittura che conosciamo furono tracciate su tavolette d’argilla in alcune località della Mesopotamia. Furono i Sumeri a usare per primi questo materiale e ad adattare ad esso quella scrittura, fatta di linee e tratti cuneiformi, che da questi ultimi poi prese il nome. Dopo di loro, Accadi, Assiri, Babilonesi adottarono lo stesso sistema di segni e continuarono a registrare su tavolette ciò che volevano conservare.

Si trattava inizialmente di annotazioni contabili di beni, ricevute di pagamenti, contratti di compravendita, sentenze, per le quali occorreva trovare un luogo che facesse da archivio. Tale luogo non poteva che trovarsi nel palazzo reale, centro della vita politica, economica e religiosa di questi popoli.

Un primo tentativo di conservare i testi scritti in un unico luogo fu a Nippur, nel III millennio a.C. Qui, accanto alle numerose tavolette di contenuto contabile, ne vennero alla luce alcune contenenti inni e nomi geografici, che dovevano forse servire come testi di consultazione. Altre due, in particolare, conservano un elenco di titoli in ordine sparso: si tratta di una prima forma di catalogazione.

Un numero consistente di tavolette (circa duemila) furono trovate anche nella località di Ebla, sempre nello stesso periodo: ci sono riferimenti a partite di olio, cereali, tessuti, tutti testi contabili, insomma; però, anche in questo caso, ci sono testi di natura diversa, come elenchi di professioni, di animali, formule rituali e, per la prima volta, un mito sumero, quindi un testo letterario.

Questo particolare contenuto è presente in maniera più consistente nel palazzo reale di Hattusa, dove erano archiviati cicli epici sumeri e babilonesi. Alcune delle tavolette di argilla che li contenevano riportavano sul retro un testo di poche righe per identificare l’opera, una sorta di colophon ante-litteram. Altre riportavano titoli di opere, spesso religiose, a fianco dei quali era indicato il numero di tavolette impiegate per scriverle, il titolo, l’autore e la collocazione. Siamo di fronte, quindi, a un più preciso tentativo di catalogazione e a una prima vera e propria biblioteca.

Hittite_Cuneiform_Tablet- By Mr. Granger (Own work) [CC0], via Wikimedia Commons
Hittite_Cuneiform_Tablet- By Mr. Granger (Own work) [CC0], via Wikimedia Commons
Non dobbiamo però pensare che avesse carattere pubblico: si trattava di una raccolta privata, ad usa del sovrano e degli scribi di palazzo, come fu anche quella di Assurbanipal. In quest’altro caso – siamo a Ninive, nel VII secolo a.C. – conosciamo il proprietario dei testi, perché questo re assiro, sul colophon delle opere, fece incidere il suo nome. La sua biblioteca serviva principalmente agli scribi di palazzo e ai sacerdoti, ma anche qui, accanto ai testi tecnici relativi alle varie professioni (una specie di manuali) e a quelli religiosi, come riti, incantesimi, preghiere, si trovano poemi epici, il più interessante e noto dei quali è quello di Gilgamesh.

Tablet_V_of_the_Epic_of_Gligamesh._Newly_discovered._The_Sulaymaniyah_Museum,_Iraq - By Osama Shukir Muhammed Amin FRCP(Glasg) (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons
Tablet_V_of_the_Epic_of_Gligamesh._Newly_discovered._The_Sulaymaniyah_Museum,_Iraq – By Osama Shukir Muhammed Amin FRCP(Glasg) (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons
I titoli erano più di mille e la consultazione avveniva esclusivamente in loco, sotto la sorveglianza di un funzionario. Il sovrano era talmente geloso della sua raccolta che sul colophon aveva fatto aggiungere formule di minaccia contro chi le rubava o le danneggiava. Del resto, quella era ancora in un’epoca in cui la scrittura aveva intorno a sé un’aurea magica, essendo abilità di una cerchia davvero ristretta di persone.

Library_of_Ashurbanipal_synonym_list_tablet - [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons
Library_of_Ashurbanipal_synonym_list_tablet – [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons