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Le Très Riches Heures du Duc de Berry

Le Très Riches Heures du Duc de Berry

MilanoPlatinum Storica National Geographic Finestre su Arte, Cinema e Musica

In collaborazione con STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC e con Finestre su Arte, Cinema e Musica.


Le Très Riches Heures du Duc de Berry

Nel XIV secolo la pittura subisce un lento cambiamento di rotta, caratterizzato da una parte dall’emergere di soggetti nuovi di rappresentazione, non religiosi ma legati alla vita dei Comuni o delle Corti e realizzati con un certo naturalismo, e dall’altra dall’allontanamento dello sguardo dal primo piano e dalla sua ricerca del paesaggio. Questa nuova sensibilità non interessa solo alcune esperienze italiane (si pensi ad esempio al ciclo di affreschi dell’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, realizzato a Siena tra il 1338 e il 1340) ma è possibile riscontrarla anche nel lontano Nord Europa franco-fiammingo, nelle sontuose miniature dei fratelli Limbourg. Su commissione del duca di Berry (Giovanni di Valois), essi eseguono, dal 1405, una serie di libri d’ore (una forma semplificata di breviario per l’utilizzo da parte dei laici): le Belles Heures du duc de Berry, dette Heures d’Ailly (Cloisters Museum, New York) e, in seguito, le Grandes Heures du duc de Berry. Ma la loro opera più celebre, uno dei massimi traguardi del gotico internazionale francese, è il libro d’orenoto come Les très riches heures. Il loro committente, il facoltoso Jean de Berry, figlio, fratello e zio di tre re di Francia (Giovanni II il Buono, Carlo V e Carlo VI), era uomo di vasta cultura, abile mecenate, grande bibliofilo ed esperto collezionista di antichità, arazzi, monete, gioielli, reliquiari, cammei e ritratti di sovrani, oggi noti grazie al puntuale inventario delle sue collezioni fatto redigere dal bibliotecario Robinet d’Etampes, valet de chambre e garde des joyeux del duca.

Très riches heures du Duc de Berry, Folio 44v, La Natività - Public Domain via Wikipedia Commons
Très riches heures du Duc de Berry, Folio 44v, La Natività – Public Domain via Wikipedia Commons

Il manoscritto è formato da 206 fogli di fine pergamena, pari a 412 pagine, e contiene più di tremila iniziali dorate e ben 131 miniature (66 grandi e 65 piccole) in oro e in argento di stupefacente ricchezza e varietà, tra cui le dodici celeberrime immagini del Calendario. Un codice eccezionale, destinato a essere il vanto della biblioteca di Jean de Berry, ricca di oltre trecento capolavori (tra cui ben 15 Libri d’Ore).

Gli autori sono i fratelli Herman, Paul e Jean de Limbourg, nati a Nimega sul finire del XIV secolo e morti a pochissimo tempo di distanza l’uno dall’altro, tra l’autunno del 1415 e la primavera del 1416, forse a causa di una pestilenza. Tre artisti affiatati e geniali, autori di alcuni tra i più preziosi manoscritti miniati realizzati fra il crepuscolo del Gotico e l’alba del Rinascimento. Essi lavorarono intorno alla decorazione de Les très riches heures dal 1411 al 1416. Alla loro morte e a quella del duca, il codice rimase incompiuto e fu ultimato solo intorno al 1485 da un altro eccellente maestro della miniatura, Jean Colombe di Bourges, per incarico del Duca di Savoia Carlo I.

Très riches heures du Duc de Berry, Folio 14, Miniatura dell'Uomo Anatomico - Public Domain via Wikipedia Commons
Très riches heures du Duc de Berry, Folio 14, Miniatura dell’Uomo Anatomico – Public Domain via Wikipedia Commons

Nella elegante e raffinata cornice del gotico internazionale e dell’arte cortigiana, questo codice miniato è una compilazione di brani della Scrittura e della Leggenda Aurea. Il contenuto del libro è quello tipico di un libro di ore, anche se la quantità di miniature presenti è estremamente insolito:

  • Il Calendario: folios 1-13
  • Miniatura dell’Uomo Anatomico con la fascia dei segni zodiacali: folio 14
  • Le letture del Vangelo: folios 17-19
  • Le preghiere alla Vergine: folios 22-25
  • Caduta dell’uomo: folio 25
  • Ore della Vergine Mattutino: folios 26-60
  • Salmi: folios 61-63
  • I Salmi penitenziali: folios 64-71
  • Ore della Croce: folios 75-78
  • Ore dello Spirito Santo: folios 79-81
  • Ufficio dei morti: folios 82-107
  • Brevi Uffici feriali: folios 109-140
  • Pianta di Roma: folio 141
  • Ora della Passione: folios 142-157
  • Messe per l’Anno liturgico: folios 158-204

Il calendario, sicuramente la parte più celebre del manoscritto, comprende dodici miniature a tutta pagina, una per ogni mese, con una scena naturale sovrastata da una lunetta contenente il carro del sole, i segni zodiacali e la numerazione dei giorni del mese.

Sono tutte scene caratterizzate da nitidezza e serenità, pervase da un senso di armonia tra l’uomo e la natura, sebbene realizzate nel pieno della guerra dei Cent’anni, responsabile delle devastazioni che colpiscono l’intero Nord della Francia.

Il registro cromatico è quello delle vetrate gotiche (viola pastello, blu di Francia, verde chiaro). I colori sono vividi e luminosi, con abbondanza di oro negli ornamenti delle vesti dei nobili e nelle decorazioni degli sfondi.

La prospettiva è molto intuitiva, lontana da quella razionale, geometrico-matematica, che si andava elaborando compiutamente in Italia.

In ogni foglio, sotto una lunetta dedicata ai segni zodiacali del mese, sono illustrati aperti e luminosi paesaggi in cui vediamo nobili occupati negli svaghi cortesi (scene per lo più riferite alla corte del committente) o contadini che eseguono le attività agricole stagionali, mentre in lontananza svettano le guglie di una residenza o di un castello del duca di Berry.

Questi paesaggi hanno una dilatazione spaziale mai vista prima, grazie anche all’uso di linee di forza diagonali e di delicate sfumature atmosferiche di profondità. Le singole scene, inoltre, non sono più rappresentate isolate nella loro specificità, ma concorrono nel formare nella pagina una scena più ampia, che ricrei una visione il più possibile globale e una narrazione coerente e realistica.

Le figure sono trattate diversamente a seconda che si tratti di aristocratici o di contadini: le prime risultano elegantemente allungate e tese in pose di idealizzazione cortese, mentre le seconde si mostrano più vivaci, libere e variamente disposte, talvolta, a creare dei quadretti di genere. L’approccio diversificato rivela il duplice gusto, naturalistico e spontaneo per i soggetti popolari e formalmente composto per quelli elevati, tipico del gotico internazionale. Pur in un’atmosfera fiabesca e idealizzata, propria del mondo cortese, le attitudini dei personaggi e l’accuratezza nei dettagli denotano una chiara volontà di raffigurare la realtà nei suoi vari aspetti.

I paesaggi sono molto più che semplici sfondi alle attività umane raffigurate; sono protagonisti a tutti gli effetti e rivelano l’importanza che la natura ha ormai acquistato nella cultura del Quattrocento. Essi sono inoltre dei paesaggi sereni e ordinati, che mostrano una natura domata e modificata dalla mano dell’uomo.

La visione, almeno per ciò che concerne le miniature del calendario, è puramente laica: in queste dodici miniature manca infatti ogni riferimento alla religione e gli elementi rappresentati non nascondono alcun riferimento simbolico.

Questo libro d’ore riflette un rapporto complesso nei confronti del tempo. Ad ogni mese, infatti, sono dedicate due pagine: in quella a destra compare il calendario vero e proprio, con le ricorrenze dei santi e delle celebrazioni dell’anno liturgico, mentre in quella a sinistra campeggia la miniatura, dove è illustrato l’ordine temporale degli astri che regola il tempo ozioso dei cortigiani e i tempi di lavoro degli agricolae. Come spesso accade nel Medioevo, sono affiancate una all’altra esperienze diverse del tempo: il tempo della preghiera e il tempo del lavoro, il tempo astronomico e il tempo della corte.

Si tratta, in definitiva, di uno straordinario documento che permette di addentrarci in quel periodo storico. Le miniature soprattutto, sono una eccezionale miniera di informazioni in relazione a diversi aspetti della vita e della società dell’epoca: dall’abbigliamento al tempo libero, dagli usi a tavola al rapporto con gli animali domestici. Esse ci raccontano come si svolgevano i lavori stagionali nei campi, con l’ausilio di quali strumenti e attraverso quali tecniche di coltivazione. Particolari a volte minuti parlano dell’architettura dei giardini, della forma degli alveari, delle bardature dei cavalli, mentre sullo sfondo scorrono le immagini delle grandi costruzioni che caratterizzavano il paesaggio architettonico dell’epoca: castelli, fortificazioni, recinzioni, cattedrali, contribuendo a plasmare l’immagine ideale del Medioevo nell’immaginario collettivo.

Vediamo ora le dodici miniature, una per volta.

Gennaio - Public Domain via Wikipedia Commons
Gennaio – Public Domain via Wikipedia Commons

Siamo alla ricca mensa del duca, splendidamente addobbata e riccamente rifornita, sulla quale due piccoli cani vagano liberamente. Il nobile nella preziosa veste blu damascata seduto a destra è il Duca di Berry.

All’estrema destra della tavola è raffigurata una grande saliera in oro a forma di nave, menzionata negli inventari di corte come “le salière du pavillon”. Intorno al banchetto, numerosi nobili commensali dalle ricche vesti.

Immancabile il castello sullo sfondo, raffigurato su un ampio arazzo che domina tutta la parete di fondo.

Febbraio - Public Domain via Wikipedia Commons
Febbraio – Public Domain via Wikipedia Commons

Qui siamo invece nella campagna innevata. Sono raffigurate delle scene di vita contadina. All’interno della capanna in legno sulla sinistra, due popolani, un uomo e una donna, si riscaldano molto impudicamente al fuoco di un camino. Anche l’altra donna seduta al loro fianco tiene sollevata la veste scoprendo le parte delle gambe. La “volgarità” della situazione sottolinea la lontananza dal mondo elegante e raffinato della corte.

Marzo - Public Domain via Wikipedia Commons
Marzo – Public Domain via Wikipedia Commons

Anche qui scene di vita contadina e pastorale. Esse illustrano le attività tipiche del mese: l’aratura, in primo piano, la potatura e la concimazione delle viti, la semina dei cereali.

Sullo sfondo, lo Château de Lusignan, una delle residenze del duca di Berry, sulla cui torre di destra vola un dragone dorato.

Aprile - Public Domain via Wikipedia Commons
Aprile – Public Domain via Wikipedia Commons

La primavera, tempo di rifioritura, è anche la stagione degli amori. Qui è rappresentata una scena di fidanzamento, con un gruppo di aristocratici tra i quali si riconosce una coppia intenta a scambiarsi gli anelli. 

Il castello sullo sfondo è lo Château de Dourdan.

Maggio - Public Domain viaMaggio - Public Domain via Wikipedia CommonsWikipedia Commons
Maggio – Public Domain via Wikipedia Commons

In Maggio vediamo un corteo di giovani nobili a cavallo, che indossano corone di foglie e fiori e sono accompagnati dagli araldi. Oltre il bosco, si staglia un profilo di Parigi con l’antico Palais de la Cité, che fu sino al 1417 la dimora reale di Parigi, sede dell’amministrazione giudiziaria e finanziaria.

Giugno - Public Domain via Wikipedia Commons
Giugno – Public Domain via Wikipedia Commons

Per il mese di Giugno è raffigurata la fienagione, attività tipica del mese, che alcuni contadini svolgono in una vasta prateria sulla riva destra della Senna. Gli uomini falciano il fieno mentre le due donne in basso lo rastrellano e lo accumulano in mucchi regolari. Si noti come, pur conservando la ruvidezza e la schiettezza propria dei soggetti, con il gotico internazionale si inizi a restituire ai contadini parte della loro dignità, che era andata via via perdendosi attraverso gli anni. Non sono più raffigurati come animali, ma con una certa, per quanto rustica, dignità.

Come nella precedente miniatura si scorge sullo sfondo una veduta di Parigi, questa volta inquadrante l’Hôtel de Nesle, residenza parigina del duca di Berry. A destra è inoltre visibile la Sainte-Chapelle.

Luglio - Public Domain via Wikipedia Commons
Luglio – Public Domain via Wikipedia Commons

Il mese di Luglio presenta le scene della tosatura delle pecore e della mietitura del grano, sullo sfondo dello Château de Clain, vicino Poitiers.

Da notare il grande realismo con cui sono raffigurati gli energici gesti dell’uomo che compie la tosatura.

Agosto - Public Domain via Wikipedia Commons
Agosto – Public Domain via Wikipedia Commons

Nella miniatura di Agosto è rappresentato il tema della falconeria. Un gruppo di nobili e di dame a cavallo sono in partenza per una battuta di caccia.

La postura e le espressioni dei personaggi a cavallo, pur mantenendo una certa rigidità propria della loro condizione aristocratica, sono molteplici e caratteristiche: la prima dama da destra, si regge timorosa al suo compagno, un’altra dama stende disinvoltamente le redini, una coppia dialoga amabilmente. Ma ancor più libero e spontaneo si rivela l’atteggiamento del modesto falconiere in testa al corteo, che si volta verso il primo cavaliere in attesa di ricevere ordini. Elaborati dettagli del virtuosismo grafico dei Limbourg si possono ravvisare nelle bardature dei cavalli e nelle rifiniture dei sontuosi abiti dei nobili. Attorno al corteo, corrono alcuni cani addestrati nell’uccidere e riportare la cacciagione.

L’accurata modellazione dei corpi dei cavalli e dei cani è il frutto di un approccio già diverso alla natura, un metodo che cerca il realismo non solo nella raffigurazione della figura umana ma anche in quella degli animali. Studi approfonditi sull’anatomia animale erano stati compiuti prima di allora già nelle miniature di artisti lombardi tra cui Giovannino de’ Grassi, dalle quali i Limbourg presero sicuramente spunto.

Sullo sfondo abbiamo una veduta dello Château d’Étampes.

Settembre - Public Domain via Wikipedia Commons
Settembre – Public Domain via Wikipedia Commons

Il mese di Settembre mostra la vendemmia. I contadini colgono l’uva e la depositano nelle grandi gerle sul carretto. Anche qui la rappresentazione è movimentata da gustose scenette di genere, come la donna incinta che si sistema la cuffia sul capo, il contadino che mangia il grappolo d’uva o l’altro che, curvo sul campo, espone alla sguardo il posteriore.

La scena è sovrastata dallo Château de Saumur, costruito da Luigi II d’Angiò.

Ottobre - Public Domain via Wikipedia Commons
Ottobre – Public Domain via Wikipedia Commons

Nella miniatura di Ottobre si vede la semina dei campi in primo piano, sullo sfondo del gigantesco Louvre

E’ questa una delle miniature più famose della serie per l’impressionante spazialità data dalla mole del castello in alto, ma anche per la precisa documentazione del lavoro nei campi. Essa riveste, inoltre, notevole importanza nella storia della pittura occidentale, per lo studio della luce. In secondo piano si scorgono delle figure umane e i loro riflessi nell’acqua: la prima rappresentazione di questo tipo di riflessione conosciuta finora.

Novembre - Public Domain via Wikipedia Commons
Novembre – Public Domain via Wikipedia Commons

Nel mese di Novembre è rappresentata la scena della raccolta delle ghiande e dei maiali che se ne cibano. 

E’ forse la miniatura più cupa e meno aperta della serie, per via del boschetto fitto che occupa oltre metà della superficie.

Questa è una delle poche miniature senza un castello riconoscibile sullo sfondo. Qui si intravedono appena due torri di una costruzione.

Dicembre - Public Domain via Wikipedia Commons
Dicembre – Public Domain via Wikipedia Commons

Dicembre mostra la caccia del cinghiale selvatico con i cani. Qui il bosco è ormai tutto ingiallito e per buona parte spoglio. Sullo sfondo si vedono i torrioni del Castello di Vincennes.


VIDEO Le Très Riches Heures du Duc de Berry

  • Capolavoro dei Fratelli Limbourg le Très riches heures du Duc de Berry 1412 – 1416

  • Le Très Riches Heures


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