Le Gallerie d’Italia

Milano si è recentemente arricchita di un nuovo e prestigioso spazio museale: le Gallerie d’Italia – Piazza Scala. Nel cuore della città, tra Piazza della Scala e Via Manzoni, l’esposizione delle collezioni d’arte della Fondazione Cariplo e di Intesa San Paolo è allestita in due storici palazzi milanesi, Palazzo Anguissola e Palazzo Brentani, ed è destinata ulteriormente ad ampliarsi.
Ad oggi le opere esposte sono circa duecento e provengono da collezioni di grande importanza, come quella del principe Rezzonico, dei sovrani d’Asburgo e di Savoia, oltre ovviamente alle acquisizioni di molti istituti di credito italiani, confluiti poi nel patrimonio di Fondazione Cariplo e Intesa San Paolo. Il nucleo più consistente di opere è di autori lombardi di nascita o d’adozione oppure ha Milano come protagonista e questo dimostra come nel corso dell’Ottocento e del Novecento la città attirasse i più grandi artisti e soprattutto un mecenatismo e un collezionismo colto che ha permesso la costituzione di questa e altre notevoli collezioni che oggi arricchiscono i musei cittadini. Le Gallerie d’Italia infatti rappresentano il completamento ideale del patrimonio dei grandi musei milanesi, permettendo di approfondire con opere di maestri di primissimo piano – da Canova a Boccioni, attraverso nomi quali Hayez, Segantini, Previati – il percorso dell’arte italiana verso la modernità.
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Una ideale visita alle Gallerie comincia da Palazzo Anguissola, dove le sale del piano terreno aprono il museo con il primo dei suoi protagonisti: Antonio Canova.
Entrando negli spazi espositivi la bellezza delle opere esposte compete con l’eccezionalità del “contenitore”. Gli interni di Palazzo Anguissola, impeccabilmente restaurati, offrono infatti un superbo esempio di apparato ornamentale neoclassico che con stucchi, affreschi, specchi e marmi contribuisce ad esaltare le opere esposte. Le prime quattro sale sono interamente dedicate a Canova e all’esposizione dei preziosi e delicatissimi gessi pertinenti ai rilevi Rezzonico, dove il più grande interprete artistico del gusto neoclassico illustra le gesta omeriche, il sacrificio di Socrate e le virtù cristiane reinterpretate dall’Illuminismo con raffinata eleganza.
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Lasciato il neoclassicismo si entra in piena temperie romantica con Francesco Hayez, che con opere quali I due Foscari e Papa Urbano II sulla piazza di Clermont predica la Prima Crociata, si fa paladino di quell’arte che prende origine dalla passione civile e dalla storia, unendosi idealmente e due grandi suoi contemporanei: Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi.
L’ultima sezione del piano terreno ospita opere di Migliara, Ronzoni, Molteni e il Piccio, che permettono di scoprire il gusto romantico per il paesaggio e gli antichi monumenti.
Saliti al piano nobile, ancora più suggestivo per la raffinatezza degli ambienti, entriamo nella grande storia del Risorgimento, con le opere di alcuni celebri artisti – tra cui i fratelli Domenico e Gerolamo Induno – che hanno descritto sia le grandi battaglie con i loro condottieri, che i volti, le azioni e gli ambienti di quella massa umile e al contempo eroica che ha ”fatto” concretamente l’Italia.
Emblematici i dipinti che rappresentano anonimi garibaldini e le loro famiglie, simbolo di una gioventù entusiasta pronta a sacrificare la vita per un ideale. Seguono le sale dedicate a Milano e ai suoi scorci più pittoreschi: documenti fondamentali che attraverso la pittura permettono di ricostruire il volto di una città che in meno di due secoli ha conosciuto enormi trasformazioni e che nel corso dell’Ottocento presentava ancora quei caratteri di pittoresca bellezza che l’avevano resa una delle tappe fondamentali del Grand Tour di artisti ed intellettuali europei.
Lasciato a malincuore Palazzo Anguissola si può proseguire la visita nella sezione allestita al piano terreno di Palazzo Brentani, dove, soprattutto attraverso l’evoluzione dell’osservazione e dell’interpretazione del paesaggio, si attraversa l’ottocento toccando il verismo, la macchia, il simbolismo e il divisionismo.
Piccoli gioielli, come il Ritratto di Fattori nel suo studio di Giovanni Boldini o il Battello sul Lago Maggiore di Angelo Morbelli accompagnano verso le allegorie di Gaetano Previati, di cui emerge la celebre Danza delle ore, e di Giulio Aristide Sartorio, che con i grandi pannelli dedicati alla celebrazione della Prima Guerra mondiale – risveglio e sagra – sublima in atmosfere art nouveau la tradizionale epica guerresca.
Le Gallerie d’Italia, in attesa dell’apertura della sezione dedicata all’arte del Novecento, si chiudono con due straordinarie opere di Umberto Boccioni: Tre donne e Officine a Porta Romana. Realizzate tra il 1908 e il 1909 lasciano trasparire, in un linguaggio ancora legato al divisionismo, l’imminente esplosione della più radicale avanguardia futurista.
Gallerie d’Italia
Via Manzoni, 10
mar-dom Tue-Sun 9.30-19-30 (ultimo ingresso 18.30);
gio Thu 9.30-22.30 (ultimo ingresso 21.30)
Ingresso libero
(fino all’apertura dell’ala dedicata al Novecento, prevista per la primavera del 2012 until XX century wing opening, planned for Spring 2012)