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La “Prospettiva Dostoevskij” del Teatro Franco Parenti

La “Prospettiva Dostoevskij” del Teatro Franco Parenti – Da martedì 29 novembre ha inizio l’omaggio che il Teatro Franco Parenti dedica a Dostoevskij. Tre spettacoli e una serie di approfondimenti, con lezioni magistrali e conversazioni, per approfondire altrettanti capitoli dell’opera del grande scrittore russo, da “Delitto e castigo” ai “Fratelli Karamazov”, nelle quali si esplorano esplorano gli stati d’animo di tre protagonisti che vivono le loro storie in uno stato allucinatorio scontrandosi col Male, col Destino, con la Follia, con la Vita e la Morte.
Si parte quindi con “Il topo del sottosuolo”, in scena dal 29 novembre al 4 dicembre, adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni tratto da “Delitto e castigo”. Lo spettacolo verte su uno dei personaggi presente nella seconda parte del romanzo, Svidrigajlov, un incallito giocatore che scommette su se stesso per tutta la vita, giocando ai limiti del consentito una partita senza esclusione di colpi col destino.
Dal 17 al 22 gennaio 2017 sarà la volta di “Ivan e il diavolo”, con Mino Manni e Francesco Meola, dedicato al mistero del doppio nei “Fratelli Karamazov”. Uno spettacolo al confine tra la realtà e l’allucinazione esplora il capitolo più misterioso, per il suo particolare stile grottesco, dell’ultimo grande romanzo di Dostoevskij, sondando le radici del male. In un ambiente logoro e sudicio, che sembra rappresentare l’anima di Ivan, questi incontra il suo alter ego, il diavolo. Ma è un diavolo grottesco e a tratti ridicolo, paradossale come è paradossale per Dostoievskij il male. Ne nasce un dialogo surreale, grottesco e folle, in cui, alla richiesta di senso di Ivan, il diavolo risponde in modo sorprendente e imprevedibile.
L’ultimo appuntamento, dal 7 al 19 marzo 2017, è dedicato a “Delitto e castigo”, con uno spettacolo tratto dal romanzo di Dostoevskij e adattato da Alberto Oliva e Mino Manni. La vicenda di Raskolnikov, che uccide per sentirsi un’anima eletta, è il punto di partenza per un’anailisi sul mistero dell’uomo e sull’impossibilità di ogni giudizio che punti a dividere gli esseri umani in buoni e cattivi.