Italianissima al MuSa di Salò

“Italianissima” al MuSa di Salò – Avete tempo fino al 9 Dicembre per visitare la mostra “Italianissima” al MuSa di Salò, polo museale inaugurato nel 2015 che senza dubbio costituisce una perla culturale per l’intera riviera gardesana.
La mostra, inaugurata il 13 aprile scorso, ha lo scopo di “ripercorrere i fervori e i fermenti dell’arte italiana fra le due guerre, vuole farsi attenta riflessione delle tappe fondamentali per gli sviluppi dell’arte nazionale e internazionale di questo secolo”, come spiega il direttore del MuSa, Giordano Bruno Guerri.
Il progetto è curato da Contemplazioni, gruppo costituito da tre giovani curatori, Sara Pallavicini, Giovanni Lettini e Stefano Morelli. Lo scopo del gruppo, fondato da Vittorio Sgarbi qualche anno fa, è “esporre lavori introvabili, cosiddetti minori ma senza i quali la storia dell’arte non andrebbe avanti”.
Uno dei membri di Contemplazioni, Giovanni Lettini, spiega che in realtà questa mostra non avrebbe quasi bisogno di curatori, è già composta di per sé, in quanto le opere esposte provengono tutte dal Museo del Novecento di Firenze, ideato dal critico Carlo Ludovico Ragghianti in risposta alla catastrofica alluvione che colpì Firenze nel 1966. A questo Museo vennero donate le opere oggi esposte al Musa, da Alberto Della Ragione, mecenate e collezionista che aveva acquistato capolavori di artisti contemporanei “per non passare ad occhi chiusi tra l’arte del suo tempo”.
Le ottanta opere di artisti tra cui Birolli, Campigli, Carrà, Casorati, de Chirico, de Pisis, Guttuso, Maccari, Mafai, Manzù, Marini, Marussig, Migneco, Paresce, Prampolini, Rosai e Scipione, includono anche esempi illustrissimi come i famosi Concetto spaziale di Lucio Fontana, un Achrome tra i più grandi realizzati da Piero Manzoni e un particolarissimo disegno di Alberto Savinio.
Sicuramente quello che ci colpisce di più, tra queste opere, è il “fenomeno Lucio Fontana”, che impartisce una svolta all’arte contemporanea con lo Spazialismo, movimento pittorico fondato da lui stesso a Buenos Aires nel 1946, che aveva come priorità l’arte concettuale, ovvero non l’immagine pittorica in sè, ma la percezione dello spazio.
Gillo Dorfles, in un saggio del 1993, spiega quei “buchi” in modo meravigliosamente esaustivo: “I buchi sono al tempo stesso dei segni capaci di fissare una traccia compositiva, un disegno bidimensionale, e di costituire una strutturazione plastica e volumetrica. La presenza di un’incisione o di un’assenza della materia fa sì che la spazialità bidimensionale della tela sia interrotta e lasci affiorare il vuoto che sta dietro, proiettandosi verso il nulla che sta dinnanzi”.
Il percorso espositivo è impreziosito da un gioco di colori realizzato con le diverse tonalità di resine donate al MuSa dallo sponsor Gobbetto e utilizzate per dipingere pavimenti e pareti degli ambienti espositivi, divisi in otto sezioni.
La prima, Ora et Labora è una sala buia, che invita al raccoglimento e alla meditazione, che vuole significare la percezione, da parte degli artisti, dei profondi cambiamenti che si stanno sviluppando nel Mondo ai primi del Novecento; la seconda sala, Il volto santo, è invece piena di luce e i quadri sono ritratti che mostrano quanto stia cambiando il concetto di raffigurazione del ritratto; la terza sala, Paradisi perduti, è un inno all’importanza del paesaggio nella vita di tutti noi; la quarta sala, Sacri riti, mette in relazione sport e gioco con la solennità dei rituali religiosi; la quinta sala, Scenografie urbane, rivela il nuovo concetto di spazio che trapela da nuove architetture teatrali; la sesta sala, Presagi, ci comunica con forza il sentimento di preavviso degli eventi futuri e delle loro conseguenze; la settima sala, Natura viva, illustra il nuovo modo di vitalizzare una natura morta; l’ultima sala, Guardami, è un percorso estetico guidato dai volti dei personaggi femminili che sottende a una nuova ricerca interiore.
C’è infine un’ultima sezione espositiva, curata da Marcello Riccioni, e realizzata in collaborazione con la Civica Raccolta del Disegno di Salò, che mette in mostra una selezione di disegni degli artisti presentati nelle altre sale che lasciano immaginare i sentimenti di ricerca che muovono l’artista verso il compimento dell’opera d’arte finita.
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INFORMAZIONI
Italianissima
MuSa, Via Brunati, 9, Salò (BS)
Aperto tutti i giorni dal lunedì alla domenica
Dalle ore 10:00 alle ore 19:00
La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso)
Prezzi
Ingresso singolo intero Euro 14,00
Ingresso singolo ridotto Euro 11,00
Ingresso ridotto ragazzi (dai 7 ai 18 anni) Euro 7,00
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
www. Ticket24ore.it
Biglietteria MuSa Salò Tel. 0365 20553