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Il paesaggio “preromantico” di Salvator Rosa

Il paesaggio “preromantico” di Salvator Rosa – 

MilanoPlatinum Storica National Geographic Finestre su Arte, Cinema e Musica


In collaborazione con STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC e con Finestre su Arte, Cinema e Musica.


Salvator Rosa, artista napoletano del Seicento, nato nel 1615 in una masseria all’Arenella, fu pittore e incisore, poeta di satire, filosofo, attore di teatro, musicista, fondatore dell’accademia dei Percossi, interessato alle pratiche di alchimia e di magia e alla stregoneria, sempre teso nel difficile tentativo di far coincidere arte, vita e pensiero; spirito libero e bizzarro, irrequieto e anticonformista, eternamente provocatore e controcorrente, sempre critico nei confronti del potere politico e religioso così come nei confronti degli artisti a lui contemporanei, accusati di “servilismo, ignoranza, lascivia e inetta vanagloria”.

 

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Salvator Rosa, Autoritratto in veste di guerriero, 1640-1649 (Siena, Banca del Monte dei Paschi, Collezione Chigi Saracini) – Public Domain via Wikipedia Commons.

A causa della sua pittura, lontana dal barocco berniniano come dal realismo napoletano, Salvator Rosa fu ignorato o addirittura disprezzato dal suo secolo. Fu solo con la stagione neoclassica che la sua opera cominciò ad incontrare i favori di pubblico e critica, grazie soprattutto al giudizio dell’architetto paesaggista William Kent, secondo cui i giardini inglesi dovevano distinguersi dai giardini all’italiana, dovevano cioè essere irregolari, burrascosi, «degni della matita di Salvator Rosa» (fit for the pencil of Salvator Rosa).
Ma il periodo di maggiore fortuna per l’artista napoletano fu senza dubbio quello romantico.

 

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Salvator Rosa, Autoritratto, 1647, Metropolitan, New York – Public Domain via Wikipedia Commons.

Intorno alla sua biografia venne costruita un’aura leggendaria che fece di Salvator Rosa il modello dell’artista ribelle, precursore dei tempi moderni. Fiorirono numerosi racconti, che lo volevano partecipe alla rivolta di Masaniello o prigioniero tra i banditi in Calabria, cominciarono a circolare degli spartiti di canzoni napoletane a lui attribuite. Apparvero numerose pitture a lui ispirate, Hoffmann ne fece il protagonista di alcuni suoi racconti fantastici, Lady Morgan ne scrisse una biografia romanzata, in cui Salvator Rosa incarnava i valori dell’eroe ottocentesco, dall’animo ribelle e anticonvenzionale, e la stessa visione viene accolta da Alexander Dumas, Théophile Gautier e dallo stesso Carducci, che nel 1860 scrisse la prefazione delle Satire.
L’arte di Salvator Rosa servì da esempio e ispirazione per i pittori del tempo; le sue opere, infatti, in particolare i paesaggi, rendono con forza la perenne tensione tra uomo e natura, quest’ultima caratterizzata da asperità, irregolarità, potenza soverchiante, così vicina all’idea di Sublime teorizzata da Burke. Così i paesaggi del Rosa, in cui l’uomo non è che una minuscola apparizione in mezzo ad una natura incombente e minacciosa, divennero modello del paesaggio romantico.
Rispetto al paesaggio classico di Lorrain o di Poussin, basato sui valori di ordine, equilibrio e armonia, quello dell’italiano Salvator Rosa sembra prefigurare sensibilità e suggestioni tipicamente romantiche, per i suoi elementi di forte spettacolarità, nella quale misura ed equilibrio lasciano il posto all’irrompere delle forze di una natura spesso oscura e irrazionale, già evidente nei colori più bruni e terrei e nei più vivi contrasti chiaroscurali rispetto a quelli delle scene bucoliche del paesaggio di matrice ideale.

 

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Salvator Rosa, Grotta con cascate (1639-1640), Palazzo Pitti – Public Domain via Wikipedia Commons.

 

Il pittore non si ferma alla contemplazione della natura, trascendendo il dato reale con la forza dell’idea, ma la trasfigura drammaticamente, proiettando su di essa la propria inquietudine interiore. La natura di Salvator Rosa si distacca dal dato oggettivo divenendo visione interiore, animata da pathos e da forze misteriose e spesso distruttive. Lo si può vedere nella presenza, in alcune sue opere, di alberi stroncati o seccati, di tronchi nodosi e contorti, di anfratti scoscesi e dirupi, di rocce, lisce o frastagliate, che talora assumono forme umane o animali, oppure tendono a confondersi con i segni della presenza umana (torri, ponti rotti e fortificazioni); oppure negli orizzonti dove si addensano nuvole grigie, pesanti e cumuliformi, messaggere di tempesta.

 

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Salvator Rosa, Marina, 1630c., Collezione privata, Napoli – Pinterest.

 

Nel 1662 Salvator Rosa, in una lettera a Giovan Battista Ricciardi, definisce pittoresco il viaggio da lui intrapreso da Loreto a Roma: «…d’un misto così stravagante d’orrido e di domestico, di piano e di scosceso, che non si può desiderar di vantaggio per lo compiacimento dell’occhio […] Vidi a Terni […] la famosa cascata del Velino […] cosa da far spiritare ogni incontentabile cervello per la sua orrida bellezza». Queste parole si attagliano meravigliosamente ai suoi paesaggi, come Il ponte rotto, o il magnifico Ritrovamento di Mosè.

 

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Salvator Rosa, Il ponte rotto, 1645-48 ca., Palazzo Pitti, Firenze – Pinterest

 

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Salvator Rosa, Ritrovamento di Mosè, 1660 ca., Detroit, Institute of Arts – Pinterest

 

Se all’interno del paesaggio classico, come quello di Claude Lorrain, con le sue atmosfere liriche e cristalline, le figure solenni convivono serenamente con la natura, in quello rosiano i personaggi sembrano ridotti a comparse smarrite, avvolte e quasi risucchiate dagli elementi naturali, che spesso hanno forme vorticose e sembrano inglobare la figura umana nella loro oscura impenetrabilità.
Si veda ad esempio il Paesaggio con Soldati e cacciatori, in cui le figure minuscole sono sovrastate da una natura aspra e minacciosa, che soggioga sia l’uomo che la abita che lo spettatore di fronte al quadro, nell’animo del quale sembra voler instillare il sentimento della propria impotenza nei confronti di quelle forze eterne e dominanti.

 

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Salvator Rosa, Paesaggio con soldati e cacciatori, 1670 ca., olio, Parigi – Public Domain via Wikipedia Commons.

 

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Salvator Rosa, Paesaggio con pescatori e viaggiatori – Pinterest

 

In questa natura piena di fascino ed “orrida bellezza”, dominata da drammatici contrasti di forme e che sembra inghiottire l’uomo nelle sue viscere oscure, la luce che balena fra le nubi, anziché illuminare e pacificare, non fa che rendere l’atmosfera ancora più inquietante e misteriosa. La composizione ora, all’equilibrio razionale dei paesaggi ideali di Poussin, predilige l’irregolare e l’imprevisto. L’armonia cosmica della pittura classica lascia il posto al disordine, all’imperfetto in quanto forma aperta, priva di “compiutezza”, stabilità e proporzione.

 

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Salvator Rosa, Saint John the Baptist Baptizing Christ in the Jordan, 1655 – Public Domain via Wikipedia Commons.

 

Si opera il passaggio, cioè, da un mondo concepito come chiuso a un universo visto come infinito. Si diffonde sempre di più, fra le élite dell’epoca, la consapevolezza del dis-ordine universale, della sconfinata vastità e grandezza della natura, della solitudine e dello smarrimento dell’uomo di fronte alle sue forze soverchianti e alle sue oscure leggi.

 

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Landscape with Tobit and the Angel, circa 1670 (Musée des Beaux-Arts de Strasbourg) – Public Domain via Wikipedia Commons

 

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Salvator Rosa, Mercurio ed Argo – Pinterest.

 

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Salvator Rosa – River Landscape with Apollo and the Cumean Sibyl, 1655 – Public Domain via Wikipedia Commons

 

Salvator-Rosa,-Paesaggio-con-Eremiti,-1660-65,-Londra,-Collezione-Mahon---Pinterest
Salvator Rosa, Paesaggio con Eremiti, 1660-65, Londra, Collezione Mahon – Pinterest

 

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Salvator Rosa – Scene from Greek history- Thales causing the river to flow on both sides of the Lydian army,1663-64 – Public Domain via Wikipedia Commons

 

Salvator-Rosa---Harbour-with-Ruins,-1640-43---Public-Domain-via-Wikipedia-Commons
Salvator Rosa – Harbour with Ruins, 1640-43 – Public Domain via Wikipedia Commons

 

Salvator-Rosa---Wooded-Landscape,-1650---Public-Domain-via-Wikipedia-Commons
Salvator Rosa – Wooded Landscape, 1650 – Public Domain via Wikipedia Commons

 

Salvator-Rosa,-Monks-Fishing---Public-Domain-via-Wikipedia-Commons
Salvator Rosa, Monks Fishing – Public Domain via Wikipedia Commons

 

Salvator-Rosa,-Bandits-on-a-Rocky-Coast-(c.-1656)---Public-Domain-via-Wikipedia-Commons
Salvator Rosa, Bandits on a Rocky Coast (c. 1656) – Public Domain via Wikipedia Commons

 

Salvator-Rosa,-Saint-John-the-Baptist-Revealing-Christ-to-the-Disciples,-1655---Public-Domain-via-Wikipedia-Commons
Salvator Rosa, Saint John the Baptist Revealing Christ to the Disciples, 1655 – Public Domain via Wikipedia Commons