Il mantello cerimoniale Tupinambá alla Pinacoteca Ambrosiana

Il mantello cerimoniale Tupinambá alla Pinacoteca Ambrosiana – Fino al 31 dicembre la Pinacoteca Ambrosiana di Milano ospita un eccezionale manufatto, un raro e prezioso mantello cerimoniale Tupinambá, popolazione indigena brasiliana che abitava la fascia litoranea atlantica tra la foce del Rio delle Amazzoni e lo stato di San Paolo. Realizzato in piume di Ibis rubra, tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, il mantello giunto in Ambrosiana grazie al lascito della collezione del famoso naturalista milanese Manfredo Settala. Il raro manufatto, di straordinaria fattura, è stato recentemente restaurato grazie a Intesa San Paolo nell’ambito di “Restituzioni 2018”, programma biennale di restauri di opere d’arte appartenenti al patrimonio nazionale. Il restauro è stato condotto sotto la direzione di Laura Paola Gnaccolini della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano.
Realizzato legando penne in prevalenza di Ibis rubra su una rete a filet di cotone, è giunto in Ambrosiana grazie al lascito della collezione del famoso naturalista Manfredo Settala (1600-1680), che a sua volta lo aveva ricevuto in dono dal principe Federico Landi, personaggio di spicco della scena politica tra il XVII e il XVIII secolo, legato all’imperatore Filippo III di Spagna
Il mantello si presenta in forma triangolare ed è completo di cappuccio, che doveva concludersi in alto con un giro di penne gialle di Ara, oggi quasi completamente perduto; le stesse penne gialle marcano anche l’orlo inferiore.
Per la delicatezza dei materiali sono pochissimi i manufatti di questo genere giunti fino a noi e questo è l’unico che presenta un motivo geometrico sul dorso, probabilmente un uccello stilizzato, realizzato con penne azzurre e gialle di Ara.
Lo studio delle fonti di XVI-XVII secolo relative ai Tupinambá ha consentito di proporre l’ipotesi che il mantello venisse utilizzato dal protagonista del cerimoniale più importante per la vita sociale di questa popolazione, che era un rito cannibalico, volto a ottenere per i guerrieri la possibilità di accedere dopo la morte a una mitica ‘Terra senza Male’, secondo le loro credenze.
L’opera è inserita nel programma di MuseoCity-Museosegreto 2019, la rassegna promossa dal Comune di Milano che offre ai milanesi e ai visitatori la bellezza e la ricchezza delle collezioni artistiche e storiche di Milano, coinvolgendo oltre 80 sedi tra musei d’arte, case museo, atelier d’artista e musei d’impresa e trasformando la città in un grande museo diffuso con aperture straordinarie, mostre, laboratori per bambini e iniziative speciali.