CULTURA

Il cielo sopra Milano: il Planetario Ulrico Hoepli

In collaborazione con il Civico Planetario Ulrico Hoepli

Uno dei gesti che caratterizza l’essere umano fin dagli albori della sua breve storia è certamente quello di volgere lo sguardo al cielo, per ammirare le stelle e la Luna, come per trarre da questi lontani e imperturbabili corpi celesti le risposte alle domande che da sempre sono presenti nel suo animo. In una metropoli come Milano, tuttavia, dove l’inquinamento luminoso regna indisturbato, è ormai quasi impossibile assecondare questo istinto primordiale, e la luce e il fascino delle stelle non sembrano più in grado di raggiungere i frettolosi e distratti abitanti della metropoli meneghina. Milano, tuttavia, riserva molte sorprese, e non ultima la possibilità di ammirare la volta celeste e di esplorare le più remote e misteriose regioni dello spazio. In quell’oasi verde di pace e tranquillità rappresentata dai Giardini Pubblici “Indro Montanelli” a Porta Venezia, accanto al Museo Civico di Storia Naturale, sorge infatti il Civico Planetario “Ulrico Hoepli”, che grazie ai suoi 375 posti è il più grande d’Italia. Appena varcato il cancello che porta all’interno del parco, a ricevere il visitatore è il bellissimo edificio in stile neoclassico, realizzato dall’architetto Piero Portaluppi. La pianta ottagonale dell’edificio ricorda il Pantheon di Roma, così come il timpano, retto da quattro colonne neoclassiche che ci accolgono al termine della scalinata. L’atrio ci conduce all’ingresso della sala circolare dove avvengono le proiezioni e le conferenze. Si è subito colpiti dallo strumento planetario, uno Zeiss modello IV del 1968, che troneggia al centro della sala.

L’atmosfera ovattata che regna all’interno della sala sembra richiamare il silenzio e la pace degli spazi siderali. Si ha infatti la sensazione di essere stati trasportati in una nuova dimensione, al di fuori dello spazio e del tempo. Sensazione che è resa più forte dagli elementi e dai particolari presenti all’interno della sala, dai quali il visitatore è subito colpito. La nostra attenzione, infatti, è catturata dalla vista della imponente cupola, la cui intera superficie interna costituisce lo schermo sul quale vengono proiettate le immagini di costellazioni, corpi celesti e altri spettacolari immagini. Il rivestimento, in parti forato (per ragioni acustiche), ma in origine era in tela. La nostra curiosità è inoltre solleticata dalla vista di uno scuro profilo che corre lungo tutta la base interna della cupola. Il profilo intagliato nei pannelli non ci è del tutto sconosciuto: in effetti, sono le sagome degli edifici che formano l’orizzonte di Milano! Ecco il Duomo, facilmente riconoscibile. Mancano però alcuni edifici ben noti ai milanesi, ovvero la Torre Velasca e il grattacielo Pirelli (o Pirellone, per i milanesi): il profilo infatti è la fedele riproduzione di quello originario degli anni ’30 (è stato rifatto nel 1957, insieme alla cupola), quando ancora questi edifici non esistevano.

Il Planetario è ricco di dettagli e di elementi sorprendenti che lo rendono ancora più prestigioso. Nell’atrio, per esempio, è possibile ammirare una piccola ma importante esposizione di meteoriti, oltre a una rappresentazione della tavola periodica degli elementi molto particolare: il modello è infatti arricchito da alcuni campioni di ogni elemento chimico presente nella tavola stessa, alcuni dei quali sono considerati molto rari e preziosi, come il platino, il tecnezio e il rodio. La tavola è comunque ancora “in fieri”, e progressivamente accoglierà campioni di tutti gli elementi. All’interno della sala di proiezione, inoltre, il pubblico viene fatto accomodare su veri e propri pezzi d’arte: le poltroncine del Planetario, ancora quelle originali degli anni ’30, sono nientemeno che un modello Thonet, e il fatto che siano sottoposte a vincoli artistici e storici ne conferma il valore e l’importanza.

LO STRUMENTO PLANETARIO

Il cuore e l’anima di un planetario è lo strumento stesso dal quale prende il nome. Si tratta di un proiettore, grazie al quale è possibile riprodurre il cielo stellato e i fenomeni astronomici osservabili da qualunque punto del nostro pianeta, non solo come sono nel presente ma anche come erano nel passato e come saranno in futuro. Lo strumento è composto da una serie di proiettori, in particolare due sfere, all’interno delle quali è presente una potente lampada che illumina una serie di lastre in vetro: sono proprio queste lastre che trasformano la cupola in un meraviglioso cielo stellato.