I mille volti del centro Milano: il Duomo

I mille volti del centro Milano – Riassumere Milano in un singolo itinerario significa perdere buona parte della bellezza che questa città offre e, spesso, nasconde. Non c’è niente di meglio che girare per la città alla scoperta di palazzi, quartieri e angoli fuori dai circuiti più conosciuti. È anche vero, però, che fare tappa a Milano senza vedere almeno i grandi “classici” dell’arte, della storia e dell’architettura, sarebbe un errore. La capitale meneghina ha una storia molto complessa e antica: i primi ad abitarla furono, probabilmente, i Galli Insubri, nel Trecento dopo Cristo. Da allora la città si è continuamente modificata raccogliendo segni, testimonianze e stili sempre diversi a seconda delle necessità e dei gusti che via via cambiavano. Il centro Milano, inteso come “cuore” della città, è rimasto sempre lo stesso: il punto in cui oggi, e da oltre seicento anni, sorge il Duomo, è sempre stato il fulcro religioso e politico della città. Per questo passeggiare nel centro significa fare un tuffo nei “mille passati” di Milano, incontrando non solo monumenti ma anche botteghe storiche e showroom dei grandi marchi di moda, insieme con i palazzi che ospitano banche e uffici.
Centro Milano: Il Duomo
Con la sua inconfondibile sagoma frastagliata dalle guglie, la sua altezza vertiginosa e il luccichio della Madonnina dorata, il Duomo è molto più che il simbolo religioso della città, è il “marchio” che esporta Milano in tutto il mondo. Qui si concentrano oltre sei secoli di storia, dalla posa della prima pietra nel 1386, all’inserimento dell’ultimo portone in bronzo nel 1965. Non bisogna dimenticare che questo fu il luogo in cui già nel IV secolo sorse la Basilica Nova o Maior, poi trasformata nella medioevale basilica di Santa Tecla, successivamente demolita per lasciare posto alla grande cattedrale insieme alla basilica di Santa Maria Maggiore, costruita nel IX secolo. In mezzo alle due, sorgeva il Battistero di San Giovanni alle Fonti, dove nel 387 l’allora vescovo di Milano, Ambrogio, battezzò il futuro Padre e Dottore della Chiesa, Agostino. La piazza, si potrebbe dire, ne ha viste davvero delle belle… Se non fosse, però, che questo ampissimo spazio a cui i milanesi sono da sempre abituati, e affezionati, esiste solo dal 1863, quando si decise di ridisegnare il centro della città in vista di una fruizione più funzionale, veloce, moderna. Prima dell’intervento dell’architetto Giuseppe Mengoni, che contemporaneamente progettò la quinta architettonica della piazza con i palazzi porticati e la Galleria Vittorio Emanuele II, lo spazio antistante la cattedrale dedicata a Santa Maria Nascente era tutt’altro che ampio e praticabile. Tutt’intorno, infatti, piccole costruzioni addossate l’una all’altra si snodavano tra i vicoli, costringendo i fedeli a una visione molto ravvicinata della chiesa, aumentando così notevolmente il già spiccato senso di verticalità. Ciò nulla toglie alla bellezza dell’architettura, nata per volere di Gian Galeazzo Visconti (con l’appoggio dell’arcivescovo Antonio da Saluzzo), che appena investito della dignità ducale dall’Imperatore, decise di regalare alla sua città una cattedrale che potesse competere per dimensioni, bellezza e prezio sità con le cattedrali d’oltralpe, consacrando così Milano a città internazionale. Ecco quindi che al tradizionale laterizio rosso che aveva disegnato il profilo architettonico della città, si sostituisce il più prezioso marmo di Candoglia, che si distingue per le bellissime striature rosa, gialle e grigie. Guglie, statue, doccioni e intagli rendono l’imponente struttura una montagna ricamata. Per modellare con sapienza l’asprezza del duro marmo, in città arrivarono artigiani e scalpellini d’oltralpe, soprattutto tedeschi, francesi, boemi e fiamminghi. Anche il Papa fece la sua parte: con una bolla, Bonifacio IX nel 1390 concedeva ai lombardi l’indulgenza plenaria, dispensandoli dal costoso pellegrinaggio a Roma a patto di versare la stessa somma per un terzo al pontefice e per due terzi alla Fabbrica del Duomo. Tanti sforzi però non bastarono, e un po’ per la mole architettonica, un po’ per l’impegno economico, la costruzione del Duomo è riuscita ad arrivare sino al XX secolo, diventando così, più che una cattedrale gotica, una cattedrale che riassume diverse idee di goticità dal XIV al XX secolo.
L’ingresso in Duomo non manca di lasciare senza fiato chi vi si imbatta per la prima volta: le luci soffuse che entrano dalle grandi vetrate colorate, l’altezza che porta lo sguardo sempre più su, lo spazio insieme grandioso e rigoroso, rapiscono le centinaia di turisti che ogni giorno fanno visita alla cattedrale meneghina.
E la Madonnina? Posta in cima alla cattedrale nel 1774, quasi in risposta alla pressante laicizzazione della città, venne realizzata dallo scultore Giuseppe Perego insieme all’orafo Giuseppe Bini. È alta più di quattro metri, è in rame dorato, e per molto tempo è stata il punto più alto della città. Per questo, quando negli anni Cinquanta venne costruito il Grattacielo Pirelli, sulla sua sommità, che raggiunge i 127 metri di altezza, venne installata una gemella della Madonnina.