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FABBRICHE E NUOVI QUARTIERI

FABBRICHE E NUOVI QUARTIERI – Progettare fabbriche e nuovi quartieri in città oggi, significa confrontarsi con una Milano sempre più complessa e stratificata, fatta di persistenze storiche e di esigenze in continuo mutamento. L’allargamento dell’area dell’hinterland ha progressivamente allargato i confini della città, sia dal punto di vista territoriale che da quello della percezione di fruibilità della metropoli da parte dei milanesi. Insieme al centro storico, piccolo nucleo generativo della città, esistono oggi numerose aree urbane che caratterizzano il vivere a Milano. Quella che fino a un ventennio fa era considerata periferia, è stata assorbita dal tessuto cittadino cambiando fortemente gli equilibri urbanistici, ed entrando a far parte a pieno titolo del territorio cittadino nel senso più stretto del termine. In questo panorama, risulta chiaro come un intervento progettuale debba tenere conto una serie molto complessa di fattori urbanistici, storici, culturali, ambientali. Un esempio del tutto singolare, ma di grande interesse e potenzialità, è costituito dai quartieri che si stanno formando in aree precedentemente industriali e che, una volta dismesse, regalano alla città “vuoti” da colmare fortemente caratterizzanti. Non si tratta di zone-contenitore da riempire in maniera indifferenziata, ma di porzioni di città (spesso molto estese) che delle vecchie persistenze non conservano solo i resti ma anche una certa identità. La sfida, quindi, coinvolge non solo la città intesa come insieme di strade, case, palazzi e marciapiedi, ma anche come luogo vissuto dalle persone. Dismesse, abbandonate, e quindi spesso segnate dal tempo, le vecchie industrie per molti anni sono state concepite come presenze difficili e senza possibilità di rinnovo. È a partire dagli anni Sessanta che questi luoghi iniziano ad essere pensati come una potenzialità, e non più come un ostacolo al decoro urbano. Si tratta, innanzitutto, di spazi molto estesi, che danno quindi la possibilità di intervenire in maniera diffusa sulla progettazione, riservando ampi spazi anche alle zone verdi, di cui la città necessità sempre più. In alcuni casi, poi, le persistenze industriali (fabbricati e capannoni) costituiscono un buon punto di partenza per pensare a edifici a destinazione pubblica, grazie a spazi ampi e generosi. Il “trend”, quindi, è sempre più positivo, ed oggi a Milano le aree ex industriali riqualificate o in via di riqualificazione non sono più un’eccezione.

Si pensi all’area Pirelli, dove oggi sorge il Quartiere Bicocca con Università, spazi commerciali e residenze, una vera città nella città. Prenderle in esame tutte richiederebbe una guida a parte; per questo ne sono state selezionate quattro, una per ogni nuovo “centro” della città, che progressivamente è andato ad arricchire l’impianto originario del capoluogo: nord, est, sud e ovest. A nord il progetto Maciachini si sta conformando sulle tracce dell’industria chimica Carlo Erba, con un insediamento di sviluppo del terziario che unisce ai tempi veloci e del lavoro quelli più lenti e cadenzati degli spazi di vita privata, con siti di forte caratterizzazione culturale e spazi verdi.

A est, gli spazi fino a qualche tempo fa occupati dalle ex acciaierie Falck si stanno ridisegnando grazie a un progetto che porta la firma di uno degli architetti più famosi al mondo: Renzo Piano. A sud, dove un tempo sorgevano i capannoni delle Officine Meccaniche-OM e poi della Iveco, il nuovo quartiere immerso nel verde non dimentica di riservare uno spazio alle originarie presenze industriali, con un vero e proprio Parco delle Memorie Industriali. A ovest, infine, in prossimità dell’area Fiera, il quartiere Portello sorge dove un tempo lavoravano gli operai dell’Alfa Romeo.

A NORD, MACIACHINI

Su una superficie di circa 100mila metri quadri, dove fino a dieci anni fa sorgevano i fabbricati della storica Carlo Erba, prende forma il progetto di riqualificazione che eredita il nome dal quartiere che lo ospita: Maciachini. L’Ottocento si avviava al nuovo secolo quando il farmacista Carlo Erba dava vita a una delle più grandi aziende di settore proprio nel quartiere oggi interessato da un completo restyling. L’area si estende tra via Imbonati, via Bracco, via Crespi e via Bovio, in quella porzione di città che si spinge verso la fascia più a nord dell’hinterland milanese, collegata tramite la Superstrada Milano-Meda e la rete autostradale. Per dare un nuovo volto al quartiere, sono stati chiamati alcuni tra i più noti architetti internazionali, da Maurice Kanah ad Alessandro Scandurra, da Italo Rota a Paola Paolo Pasquini, allo studio Sauerbruch Hutton. Grazie alla sua posizione strategica rispetto al centro città (a cui è collegata, tra gli altri, dalla linea tre della metropolitana) e all’hinterland, per ridisegnare l’area è stato studiato un progetto che potesse amplificare la sua doppia vocazione, da una parte residenziale, dall’altra commerciale. Per questo, 85mila metri quadri sono destinati a uso uffici, 13mila metri quadri sono riservati al verde, 1500 metri quadri retail e ristorazione, senza dimenticare i 1300 posti auto e un teatro-museo come catalizzatore culturale. Tra via Crespi e via Bracco è già possibile vedere la prima fase del progetto completata, avvenuta nel 2006 dopo una cospicua opera di bonifica. In 27mila metri quadri si alzano quattro edifici, identificati coi nomi di Mac 1, 2, 3, e 4, che insieme ospitano grandi multinazionali internazionali: Montblanc, Société Générale, Mattel, Sorin, Zurich Assicurazioni e Universal Music. Nella hall degli edifici Mac 2 e 3, firmati da Maurice Kanah, svetta una scultura alta 17 metri, realizzata dall’artista Alberto De Braud per arricchire le architetture. Dove via Crespi incontra via Bovio, è in corso la realizzazione del più grande edificio di tutto il complesso, il Mac 9, che nei suoi 29mila metri quadri ospiterà la nuova sede di Zurich Italia.

Addentrandosi in via Bovio, i lavori stanno proseguendo nella loro terza fase operativa, quella dedicata agli spazi ad uso pubblico. A caratterizzare l’area sarà il progetto di Italo Rota, un teatromuseo che ospiterà 1250 persone aprendosi all’area verde come un anfiteatro. Via Imbonati e via Crespi saranno collegate da una nuova strada, alla quale si aggiungerà un parcheggio interrato. Entro la fine del 2008, poi, parallelamente a questa strada sorgerà un’area dedicata al verde e alla ristorazione: il foodpark, gestito da Autogrill. All’angolo con via Bracco, 30mila metri quadri destinati a immobili direzionali, denominati MAC567, completeranno il progetto. Europa Risorse, impegnata nella gestione del progetto, avrà nuova sede in via Imbonati, dove sorgerà anche un fitness center gestito da Virgin Active. Qui, lungo la stessa via saranno presenti anche esercizi commerciali e una piazza, punto d’incontro che conferma la volontà di disegnare un quartiere a misura