EXPO 2010 SHANGHAI
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EXPO 2010 SHANGHAI – Dopo l’esposizione universale svoltasi nel 2005 in Giappone, è ancora l’Asia a ospitare un’edizione universale dell’Expo. Nel 2010, infatti, Shanghai viene scelta dal BIE quale sede dell’evento nel corso dell’assemblea tenutasi il 3 dicembre 2002 a Monte Carlo, battendo la concorrenza di città come Mosca, Yeosu (Corea del Sud, che verrà scelta per ospitare l’Expo del 2012), Breslavia (Polonia) e Querétaro (Messico).
Il tema scelto fu “Better city, better life” (“Una città migliore, una vita migliore”), in riferimento al ruolo di Shanghai quale nuova città mondiale del XXI secolo.
La città asiatica, dopo l’assegnazione dell’evento, subì infatti un monumentale “restyling”, e tra le molte opere furono realizzate anche sei nuove linee della metropolitana.
L’evento si svolse tra il 1° maggio e il 31 ottobre 2010, e le nazioni partecipanti furono 192, alle quali si aggiunsero anche 50 organizzazioni internazionali.
Il sito espositivo sorse lungo le due sponde del fiume che attraversa la città, lo Huangpu, che erano collegate tra loro da un ponte e da alcuni traghetti. Le due sezioni erano chiamate Pudong e Puxi, e complessivamente si estendevano su circa 5,3 chilometri quadrati, cosa che ne faceva il più grande sito Expo mai realizzato.
I padiglioni delle varie nazioni partecipanti erano organizzati e suddivisi su base continentale, e tra le varie strutture presenti vi erano anche cinque padiglioni tematici: Urban Footprint, Urban Planet, Urbanian, City Being e Urban Future, ognuno dei quali esplorava diversi aspetti dello sviluppo urbano.
Il sito espositivo era attraversato da un lungo viale, caratterizzato dalla presenza dell’Expo Axis, una enorme tensostruttura, tra le più grandi al mondo.
Il padiglione della Cina ricordava la tradizionale corona cinese ed era dipinto in un fiammante rosso, a richiamare la Città Proibita. Il tema che caratterizzava la sua esposizione era “La corona orientale, il picco della Cina, il granaio per il Mondo e per le persone ricche”. Costato ben 220 milioni di dollari, il padiglione mostrava esempi della civiltà e della cultura cinese, oltre ai successi e ai progressi dell’epoca moderna. Al termine dell’evento, il padiglione è stato riconvertito in un museo, il China Art Museum, che ha aperto al pubblico il 1 ottobre 2012.
Il padiglione dell’Italia era ispirato al gioco del Mikado (in Italia noto come Shanghai) ed era realizzato con una serie di moduli funzionali, che rappresentavano le regioni italiane. Il design del padiglione era inoltre un richiamo all’armonia tra diverse culture e regioni.
Il padiglione del Regno Unito era una struttura realizzata con un cubo in acciaio e legno, alto 20 metri, rivestito esternamente da 60.000 filamenti acrilici trasparenti, che oscillavano in base al movimento del vento. In ogni filamento erano presenti uno o più semi di piante rare e protette, e per questo il padiglione fu ribattezzato “The Seed Cathedral”. Nel progetto fu coinvolto il Millennium Seed Bank Partnership, progetto internazionale per la conservazione dei semi, coordinato dai Kew Gardens. I filamenti, durante il giorno, fungevano da fibre ottiche e incanalavano la luce naturale verso l’interno. Di notte, invece, la luce artificiale proveniente dall’interno della struttura faceva brillare il padiglione.
All’interno del sito fu inoltre allestita anche una zona dedicata alle “Urban Best Practices”, cioè alle esperienze più significative nell’ambito urbano, con l’esposizione di 49 progetti da tutto il mondo.
La cerimonia di apertura si tenne il 30 aprile 2010 e vide la partecipazione di numerosi leader mondiali. L’evento, che si svolse in parte anche in esterni, con spettacoli di luci e pirotecnici, vide la partecipazione di molti tra i più celebri artisti cinesi, tra i quali Jackie Chan e il pianista Lang Lang.
Al termine dell’evento, i visitatori furono oltre 73 milioni, facendo dell’Expo di Shanghai l’edizione con il maggior numero di partecipanti, oltre che la più costosa.