EXPO 1958 BRUXELLES

EXPO 1958 BRUXELLES – Nel 1958, l’esposizione universale fa nuovamente tappa a Bruxelles, per l’esattezza per la quinta volta (in totale il Belgio ha ospitato ben 11 edizioni dell’evento).
L’Expo del 1958 si svolge dal 17 aprile al 19 ottobre, e al termine l’evento farà registrare un’affluenza di quasi 42 milioni di visitatori.
Come per l’edizione del 1935, l’area prescelta per ospitare le strutture principali dell’esposizione fu il complesso dell’Heysel. Molti edifici dell’edizione del 1935 erano ancora presenti e furono quindi riutilizzati. A questo si aggiunsero anche altre aree, come il parco di Laeken, il Parc d’Osseghem e il castello del Belvedere con il suo parco. All’interno di quest’area così vasta, lo spostamento dei visitatori era garantito da una teleferica e da una rete ferroviaria.
L’edizione del 1958 si inserisce in un particolare contesto storico. Nell’Europa occidentale le tracce del secondo conflitto mondiale si stavano attenuando, mentre la Guerra Fredda aveva temporaneamente ceduto il posto a una fragile coesistenza pacifica. L’ONU (fondata nel 1945) e la Comunità Europea (nata nel 1957) stavano muovendo i primi passi nella scena internazionale, e in questo clima di speranza e di fiducia nel futuro si inseriscono anche le numerose innovazioni tecnologiche, come il lancio dello Sputnik, il primo satellite artificiale mandato in orbita intorno alla Terra (il 4 ottobre 1957).
Il contesto spronò i Paesi partecipanti a sfoggiare la loro ingegnosità e a mostrare il meglio di sé all’interno dei rispettivi padiglioni.
Il simbolo dell’esposizione del 1958 è l’Atomium, una costruzione in acciaio, alta 102 metri, che rappresenta i nove atomi di una cella unitaria di un cristallo di ferro. Progettata dall’architetto André Waterkeyn, il monumento è dedicato alle scienze e all’uso dell’atomo, temi particolarmente importanti all’epoca. Le sfere sono collegate tra loro da scale mobili, e oggi ospitano diverse mostre. La struttura, che inizialmente doveva essere solo temporanea e quindi essere demolita al termine dell’evento, è invece divenuta, come la Torre Eiffel per Parigi, il simbolo della città.
Tra le attrazioni di maggiore successo vi fu quella ospitata nel padiglione della Philips, che fu progettato da Le Corbusier. Questi creò quindi “Poème électronique”, ovvero la prima architettura multimediale della nascente era elettronica e della storia, “. Il geniale architetto coinvolse nel progetto anche altri due grandi artisti dell’avanguardia, il compositore Edgard Varèse per la musica, mentre l’architetto, ingegnere e compositore Iannis Xenakis avrebbe curato il design e gli aspetti tecnici. Nacque così uno straordinario spettacolo che univa architettura, luci, immagini, suoni e forme astratte, che doveva pubblicizzare i successi e i progressi raggiunti dal gigante olandese dell’elettronica. Considerata un’opera unica nella storia dell’arte del XX secolo, è stata purtroppo distrutta nel 1959.
Tra i padiglioni delle nazioni partecipanti, in tutto 44, si segnala quello della Cecoslovacchia, una costruzione semplice e moderna, che ospitava il Laterna Magika, il primo teatro multimediale del mondo che ottenne un enorme successo internazionale. Lo spettacolo diverrà famoso come teatro non verbale, con proiezioni, danza, musica, luci e pantomime. Si trattava di uno spettacolo sperimentale, nel quale erano presenti elementi teatrali e cinematografici.
Altro padiglione che riscosse un notevole successo fu quello della Germania Ovest, che fu nominato dalla stampa internazionale come il più bello dell’esposizione.
Il padiglione degli Stati Uniti, tra i più grandi del complesso, ospitava sfilate di moda, ma in particolare esponeva il primo computer al mondo con disco rigido, il 305 RAMAC dell’IBM. Altre novità tecnologiche erano un dizionario elettronico, un’enciclopedia audiovisiva e una banda magnetica in grado di trasmettere milioni di caratteri in pochi secondi.
Il padiglione dell’Unione Sovietica fu al centro di un vero e proprio giallo: la sparizione del facsimile dello Sputnik, che la nazione aveva orgogliosamente messo in mostra. Mai più ritrovato, la responsabilità della misteriosa sparizione fu attribuita, secondo i delegati sovietici, agli Stati Uniti.
Non fu tuttavia l’unico giallo. In occasione dell’evento era esposto anche il manoscritto originale del “Requiem” di Mozart, dal quale fu misteriosamente strappato l’angolo inferiore a destra, che riporta, secondo la tradizione, le ultime parole scritte da Mozart. Mai più rinvenuto, il frammento è ancora oggi oggetto di ricerca sul mercato nero dei collezionisti privati.
L’evento fu anche l’occasione per dare vita alla prima classifica cinematografica universale della storia. Numerosi membri della critica internazionale e diversi cineasti (in totale 117) stilarono una classifica dei più importanti film della storia del cinema. Alla fine, il film più votato (ottenne 100 voti) fu “La corazzata Potemkin” (il celebre film del 1925, del regista russo Ejzenstejn), seguito da “La febbre dell’oro” (1925) di Charlie Chaplin, con 85 voti, a pari merito con “Il ladro di biciclette”, il capolavoro del 1948 di Vittorio de Sica. Tra i film più votati anche “Quarto potere” di Orson Welles, che con 50 voti a favore si piazzò al nono posto della classifica.
In concomitanza con l’esposizione universale, inoltre, Bruxelles ospitò anche la finale della Coppa dei Campioni di calcio. Lo stadio dell’Heysel vide scendere in campo il Real Madrid e il Milan, con la vittoria della squadra spagnola per 3 a 2.