EXPO 1894 SAN FRANCISCO

EXPO 1894 SAN FRANCISCO – Il 1894 è un anno particolarmente intenso per quanto riguarda fiere mondiali ed esposizioni universali; tra Europa e America, infatti, si tengono ben 3 eventi: a San Francisco, a Lione e ad Anversa. La California Midwinter International Exposition si tiene a San Francisco, dal 27 gennaio al 5 luglio, e vedrà la partecipazione di oltre 2 milioni di visitatori. Come location dell’evento viene scelto il Golden Gate Park.
L’evento del 1894 è una “creatura” di Michael de Young, uomo d’affari ed editore del “San Francisco Chronicle”. De Young era stato commissario della California Exhibits durante la World’s Columbian Exposition di Chicago, nel 1893, e volle portare quanto poteva dell’evento a San Francisco, in una sorta di “sequel” di Chicago.
All’epoca gli Stati Uniti stavano soffrendo una recessione economica, e De Young, insieme agli altri organizzatori, sperava che un’esposizione mondiale potesse creare lavoro, attrarre visitatori e incentivare le opportunità finanziarie, industriali ed economiche della California.
Vi era anche un sentimento di orgoglio civico alla base del desiderio di organizzare un simile evento. Gli Stati Uniti avevano iniziato a concentrare gli sforzi sulle opportunità coloniale nel Pacifico, e San Francisco, che sulla East Coast era ancora ritenuta una città di frontiera e non del tutto “civilizzata”, avrebbe potuto sfruttare l’esposizione mondiale per mostrarsi al resto del Paese e al mondo come una “città imperiale dei mari occidentali”, secondo le parole del poeta e giornalista Taliesin Evans.
La location e gli edifici
Il mite clima californiano, che consentiva anche in inverno di tenere eventi all’aperto, fece sì che l’esposizione di San Francisco aprisse i battenti il 27 gennaio.
La location scelta per ospitare l’esposizione è una parte del Golden Gate Park, nota come Concert Valley, che corrisponde all’odierno Music Concourse. La scelta venne fatta nonostante le obiezioni del sovrintendente del parco, John McLaren, che temeva danni ambientali.
Il cuore del complesso era l’ovale del Grand Court of Honor, composto da cinque grandi edifici: il Fine Arts Building, l’Agricultural and Horticulture Building, il Mechanical Arts Building, il Manufacturers and Liberal Arts Building e l’Administration Building.
Il Grand Court of Honor intendeva discostarsi dalla White City dell’Expo di Chicago dell’anno precedente, e il risultato fu un fantastico e variopinto insieme di torri, minareti, cupole e piramidi. Soprannominata Sunset City, era caratterizzata da colori, esuberanza ed esotismo, quasi fosse uscita da un racconto delle “Mille e una notte”.
L’Administration Building, che ospitava gli uffici dell’amministrazione, mostrava elementi stilistici arabi, bizantini e gotici, ed era sormontato da una cupola con figure in rilievo. Di notte era visibile a grande distanza, poiché interamente illuminato.
L’Agricultural and Horticulture Building rifletteva lo stile architettonico tipico delle missioni della California; aveva tre cupole, che lasciavano passare la luce per le piante ospitate all’interno. L’edificio era una enorme serra, con esemplari vegetali caratteristici della California.
Il Fine Arts Building fu disegnato in stile pseudo-egizio, decorato con immagini della dea Hathor. L’edificio ospitava le opere di 68 artisti, tra i quali 28 erano donne. La maggior parte di esse aveva studiato arte presso la California School of Design (l’odierno San Francisco Art Institute), e tra di esse vi erano Evelyn McCormick, Clara McChesney, Alice Chittenden ed Eva Withrow. Al termine dell’Expo del 1894, l’edificio divenne un museo, il De Young Museum; rimasto gravemente danneggiato durante il terremoto del 1906, l’edificio originario venne demolito e al suo posto ne sorse uno nuovo.
Il Manufacturers and Liberal Arts Building, in stile moresco, era suddiviso in tre sezioni: manifatturiera, arti liberali ed etnologia e archeologia. Vi erano esposizioni di varie università, come la University of California e la Yale University, oltre a una mostra dedicata al Lick Observatory. La divisione dedicata a etnologia e archeologia ospitava statue, modelli, invenzioni e armi provenienti da 38 diverse zone del mondo. All’epoca, oltre a essere l’edificio più grande della fiera era anche il maggiore della California.
Nel Mechanical Arts Building erano presenti i macchinari necessari per il funzionamento del sito espositivo, oltre a mettere in mostra le ultime novità nel campo dell’ingegneria meccanica. Al centro dell’edificio sorgeva un globo dorato, a rappresentare il quantitativo totale di oro estratto dalle miniere della California.
Nel grande spazio del Grand Court of Honor vi erano inoltre due fontane, e al suo centro sorgeva il “simbolo” della fiera, la Bonet’s Tower o Electric Tower. Progettata dall’architetto Leopold Bonet, era una torre in acciaio alta circa 83 metri e ornata da oltre 3000 luci multicolori. Era chiaramente ispirata alla Torre Eiffel e la sua cima ospitava un potente riflettore, usato per illuminare le varie location dell’esposizione.
All’interno del complesso vi era anche una struttura sanitaria, l’Emergency Hospital, che attirava l’attenzione per la sua insolita struttura a croce e per le grandi croci dipinte di rosso. Il nome ufficiale era Lengfeld’s Pharmacy e in pratica finì per diventare anche una mostra dell’efficienza della medicina moderna.
Nel Santa Barbara Amphibia era invece possibile ammirare numerose specie marine tipiche delle acque della California, anche se non tutti gli esemplari esposti erano vivi.
Attrazioni e divertimenti
Come per l’Expo di Chicago del 1893, anche la California Midwinter dedicava grande spazio ad attrazioni e divertimenti.
Tra le attrazioni più popolari vi era il Daniel Boone’s Wild Animal Show, con vari animali selvatici. I visitatori potevano inoltre ammirare uno degli ultimi esemplari di grizzly californiano, che si sarebbe molto presto estinto. Si trattava del celebre Monarch, catturato per volere del magnate della carta stampata William Randolph Hearst. L’orso, dal 1889, era ospite dei Woodward’s Gardens e successivamente del Golden Gate Park. L’animale avrebbe fatto da “modello” per l’orso raffigurato sulla bandiera della California, nota come Bear Flag. Monarch morirà nel 1911; fatto imbalsamare, è oggi esposto presso l’Academy of Science di San Francisco.
Grande successo ebbe la Firth Wheel, ruota panoramica che replicava quella di Chicago, e il Dante’s Inferno, un’attrazione “spaventosa” la cui entrata erano le fauci di un grande drago dorato. Anche l’Haunted Swing prometteva di spaventare ed emozionare i visitatori, che, seduti all’interno di una sorta di enorme altalena posta in una stanza, avevano l’illusione di capovolgersi, mentre in realtà rimanevano fermi ed era la stanza stessa a ruotare.
Il Gold Gulch era la replica di un villaggio di minatori, con tanto di saloon, tavoli per il gioco d’azzardo e figuranti che davano vita a scene di vita “mineraria”.
Erano presenti anche attrazioni a carattere etnologico, che comprendevano le riproduzioni di villaggi di varie parti del mondo, tra i quali il Dahomeyan Village (dall’Africa), un villaggio hawaiano e uno inuit.
Il Japanese Tea Garden
Molto popolare fu anche il Marsh’s Japanese Village & Tea Garden, sopravvissuto all’Expo e oggi noto come Japanese Tea Garden. Fu realizzato da George Turner Marsh, un uomo d’affari australiano appassionato di cultura giapponese, con l’aiuto dell’architetto giapponese Makoto Hagiwara. Nel corso dei decenni il Japanese Tea Garden ha subito sostanziali modifiche, ma è ancora uno degli angoli più amati del Golden Gate park, con i suoi laghetti, le cascatelle, i ciliegi e le numerose piante orientali, oltre alla sala da tè dove è possibile vivere la cerimonia del tè giapponese. Al Japanese Tea Garden e all’Expo del 1894 andrebbe inoltre ricondotta la nascita dei celebri biscotti della fortuna. Anche se siamo abituati ad associarli alla cultura cinese, in realtà sembra sia stato proprio Hagiware a inventarli, per ringraziare coloro che si univano a lui durante la cerimonia del tè.
L’eredità dell’Expo 1894
Subito dopo la chiusura della fiera, il 5 luglio, il sovrintendente al Golden Gate Park, John McLaren, diede inizio alla sua “vendetta” nei confronti di un evento che aveva reputato deleterio per il suo amato parco. McLaren seguì personalmente i lavori di demolizione della gran parte delle strutture espositive, sfogando il suo malcontento soprattutto sulla Bonet’s Tower, che fece demolire con l’esplosivo.
Oggi molto poco rimane dell’eposizione del 1894. Oltre al Japanese Tea Garden e al Fine Arts Building, divenuto De Young Museum, vi sono alcune statue e sculture. L’Apple Cider Press, scultura in bronzo di Thomas Shields Clarke che raffigura un uomo che aziona una pressa per sidro; durante l’Expo fungeva da fontana, dalla quale, secondo alcune fonti, fuoriusciva non acqua, ma sidro. Ancora presente nel sito originario è la statua nota come Roman Gladiator, anche se pare che l’intento dell’autore fosse quello di raffigurare Leonida, il re di Sparta. Legato al mondo della viticultura, attività importante già nella California dell’epoca, e all’Expo del 1894 è anche il grande vaso in bronzo, opera di Gustave Doré, il cui nome “ufficiale” è “Poème de la Vigne”. Profusamente decorato con motivi legati alla lavorazione del vino, il vaso è ancora visibile all’esterno del De Young Museum. Sempre all’esterno del museo sono presenti due sfingi in cemento, che sostituiscono le due sculture originali, in granito nero, realizzate da Arthur Putnam per l’entrata del Fine Arts Building. Le due sculture originali sono scomparse dopo il terremoto di San Francisco del 1906.
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