EXPO 1893 CHICAGO

EXPO 1893 CHICAGO – Nel 1893 l’esposizione universale si tiene a Chicago, e il nome ufficiale, World’s Columbian Exposition (forma abbreviata di World’s Fair: Columbian Exposition), testimonia che l’evento è anche l’occasione per celebrare i 400 anni dell’arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo nel 1492. L’esposizione fu soprattutto un importante evento sociale e culturale e ha avuto un profondo effetto su architettura, misure sanitarie, arti, sull’ottimismo industriale americano e sull’immagine stessa di Chicago. La principale metropoli del Midwest degli Stati Uniti voleva infatti dimostrare al mondo di essere letteralmente risorta dalle sue ceneri come l’araba fenice, dopo essere stata distrutta nel devastante incendio del 1871, passato alla storia come il Great Chicago Fire.
L’evento divenne anche un simbolo dell’emergente “Eccezionalismo Americano”, espressione coniata da Alexis de Tocqueville nel 1831 per indicare la dottrina che ritiene gli Stati Uniti differenti qualitativamente da ogni altra nazione grazie alle sue convinzioni nazionali, all’evoluzione storica, alle particolari istituzioni politiche e religiose, alle origini etniche e alla composizione popolare, o agli ideali nazionali.
Aperta ufficialmente il 1° maggio 1893, l’esposizione di Chicago chiuse i battenti il 30 ottobre. All’evento parteciparono popoli e culture provenienti da 46 Paesi.
Il progetto dell’esposizione fu disegnato dagli architetti John Wellborn Root, Daniel Burnham e Frederick Law Olmsted. Era il prototipo di come Burnham e i suoi colleghi pensavano dovesse essere una città. Fu disegnata per seguire i principi delle Beaux Arts, ovvero i principi dell’architettura neoclassica francese, basati sulla simmetria, l’armonia e lo splendore.
Artisti e musicisti furono presenti all’esposizione, e molti altri artisti realizzarono opere d’arte traendo ispirazione dall’esposizione.
The White City
Il sito espositivo, che sorgeva nel Jackson Park e nel Midway Plaisance, copriva oltre 2,4 chilometri quadrati, ed era composto da circa 200 nuovi edifici (in gran parte temporanei) in stile prevalentemente neoclassico, oltre che da canali e lagune.
Il team di architetti incaricati della costruzione degli edifici diedero vita a un momento molto importante per le arti e l’architettura del cosiddetto “Rinascimento americano”, e l’evento fece da cassa di risonanza per lo stile neoclassico e quello Beaux-Arts, all’epoca in piena fioritura.
La maggior parte degli edifici della fiera di Chicago furono realizzati seguendo i dettami dello stile neoclassico. L’area della Court of Honor divenne nota come The White City, proprio per la massiccia presenza di questo stile architettonico.
Le facciate degli edifici realizzati ad hoc erano in gesso, cemento e in stucco. Gli edifici erano poi dipinti di bianco, che conferiva loro una particolare “lucentezza”. Anche il notevole uso dell’illuminazione elettrica contribuiva al nome di White City, i cui viali erano fruibili anche di notte. La White City ha inoltre avuto il merito di inaugurare il movimento architettonico e urbanistico noto come City Beautiful Movement, che perseguiva l’introduzione della bellezza e la monumentalità nelle città.
A spasso tra i padiglioni
I visitatori della fiera di Chicago avevano tre modi per raggiungere il sito espositivo: attraverso l’entrata nel Midway Plaisance, dal molo sul lago Michigan e dall’enorme stazione ferroviaria nella zona sud-ovest. Una volta pagati i 50 centesimi del biglietto d’ingresso, i visitatori potevano immergersi nei rumori e nei colori del vivace evento.
L’attenzione era subito rapita dall’Administration Building, l’edificio che ospitava gli uffici dei funzionari dell’esposizione e che faceva da introduzione al tema architettonico della fiera, rappresentato dai 14 “grandi” edifici in stile Beaux-Arts.
Oltrepassato l’Administration Buildin, si giungeva al Court of Honor, nel quale troneggiava il Grand Basin, un enorme specchio d’acqua che conteneva l’elaborata Columbian Fountain (opera di Frederick William MacMonnies) e l’immensa statua bronzea della Repubblica (andata distrutta in un incendio nel 1896, nel 1918 fu sostituita da una copia, visibile ancora oggi in Jackson Park).
Il primo edificio incontrato dai visitatori, una volta superato il Court of Honor, era il Machinery Building, nel quale era possibile ammirare macchinari come la sgranatrice di cotone di Eli Whitney, macchine da cucire e il nastro trasportatore più grande del mondo.
Era poi la volta dell’Agricultural Building, con l’esposizione di macchinari, animali, utensili e modellini di fattorie. Dal vicino Canada era arrivata una gigantesca forma di formaggio (del peso di quasi 10 tonnellate). I visitatori potevano inoltre ammirare una riproduzione della Venere di Milo interamente realizzata in cioccolato.
Passando di fronte al Peristyle, un arco con colonnati laterali in puro stile neoclassico, si giungeva al Manufactures and Liberal Arts Building. Qui erano ospitati espositori provenienti da tutto il mondo, ed era possibile trovare i prodotti più disparati, dalle macchine da scrivere Remington alle splendide vetrate di Tiffany & Co., insieme al clavicembalo di Bach e mobili provenienti dal palazzo del re di Baviera. Si trattava insomma di un’esposizione estremamente eclettica, dove accanto a beni e prodotti in vendita era possibile ammirare anche oggetti di grande interesse storico e artistico.
Nel Palace of Fine Arts (che oggi ospita il Chicago’s Museum of Science and Industry) erano esposte migliaia di opere d’arte, a rappresentare artisti come gli statunitensi John Singer Sargent, Thomas Eakins e Winslow Homer, oltre a preziose collezioni con opere di Renoir, Pisarro e Cassatt.
Vi erano inoltre edifici e padiglioni fatti realizzare dalle varie nazioni straniere oltre che dai vari territori degli Stati Uniti. Il Massachussetts aveva contribuito con la riproduzione della dimora di John Hancock, mentre il Vermont aveva realizzato una riproduzione di Pompei. La Pennsylvania per l’occasione aveva portato la Liberty Bell.
La Wooded Island (che rappresenta il nucleo di origine dell’Osaka Garden) era un’oasi di pace all’interno del caos della fiera. Vi sorgevano tre edifici, che esemplificavano l’architettura giapponese del XII, XVI e XVIII secolo. Vi era anche l’Hunter’s Cabin, edificio in onore di Davy Crockett e Daniel Boone.
Tra gli edifici più importanti vi era il Woman’s Building, progettato da Sophia Hayden in stile rinascimentale italiano. Vi erano esposti manufatti e prodotti realizzati da donne, ed era possibile ammirare anche un manoscritto di “Jane Eyre” di Charlotte Brontë, costumi e abiti tradizionali provenienti da ogni parte del mondo e opere d’arte di Mary Cassatt.
In mezzo a edifici prevalentemente in stile neoclassico si distingueva il multicolore Adler & Sullivan’s Transportation Building, la cui facciata policromatica contrastava con l’elegante e sofisticato Court of Honor.
Ad accogliere i visitatori dell’Electricity Building era una statua di Benjamin Franklin all’entrata, mentre all’interno era possibile ammirare diversi macchinari, come un sismografo, un telegrafo a codice Morse e il Kinetoscopio di Thomas Edison. Inventato nel 1888, l’apparecchio è il precursore del proiettore cinematografico.
L’Expo della ruota
L’esposizione di Chicago è divenuta famosa anche per le sue attrazioni: è stata infatti la prima esposizione universale ad avere un’area dedicata ai divertimenti separata dal resto della fiera. Responsabile dell’area divertimenti era Sol Bloom, che sarebbe divenuto uno dei più importanti promoter e imprenditori in campo musicale. A ospitare attrazioni e divertimenti era il Midway Plaisance, che avrebbe dato origine al termine “midway” come sinonimo di fiera.
Tra le attrazioni più popolari vi fu la Street of Cairo, che replicava le architetture e le atmosfere dell’Oriente. Dell’attrazione faceva parte anche la nota ballerina Little Egypt, alla quale si deve l’introduzione negli Stati Uniti della danza del ventre, anche se reinventata in una suggestiva forma nota come “hootchy-kootchy”. A fare da base musicale era una melodia appositamente composta da Bloom, dal titolo “The Streets of Cairo, or the Poor Little Country Maid”.
L’Expo di Chicago, tuttavia, sarà famosa soprattutto per aver ospitato la prima ruota panoramica al mondo, realizzata appositamente per l’evento dal’ingegnere statunitense George Ferris, da cui il nome di Ferris Wheel per indicare la struttura. Era alta 80 metri ed era dotata di 36 cabine. Smontata nel 1904 e ricostruita a St. Louis, sarà definitivamente demolita nel 1906.
La musica alla fiera
Anche la musica ebbe una presenza importante all’evento di Chicago, grazie al quale numerosi artisti salirono alla ribalta e divennero noti a livello mondiale. Tra di essi vi fu il pianista Scott Joplin, che sarà in seguito noto con il soprannome di King of Ragtime (sono sue le musiche, adattate da Marvin Hamlisch, che fanno da colonna sonora al notissimo film “La stangata” di George Roy Hill, con Paul Newman e Robert Redford).
La fiera ebbe il merito di dare spazio anche ad altri musicisti e artisti di colore, come la soprano Sissierietta Jones e il violinista Joseph Douglass. Fu inoltre l’occasione per conoscere la musica di altri Paesi, come quella indonesiana, che fece il suo “debutto” negli Stati Uniti proprio in questa occasione.
Una chiusura tragica
Il 28 ottobre, due giorni prima della chiusura ufficiale, l’Expo di Chicago fu scossa da un tragico evento: l’assassinio del sindaco della città, Carter Harrison, da parte di Patrick Prendergast. La prevista cerimonia di chiusura fu cancellata, e al suo posto si tenne invece una cerimonia in memoria di Harrison. La vicenda è descritta, in forma romanzata, nel libro “The Devil in the White City”, pubblicato nel 2003 dal giornalista e scrittore Erik Larson.
L’Expo di Chicago fu un grande successo, anche dal punto di vista finanziario. L’evento fece registrare quasi 7 milioni di visitatori paganti. Le concessioni per i vari stand portarono introiti per oltre 4 milioni di dollari, e al termine della manifestazione i bilanci erano in attivo. L’Expo del 1893 divenne così un punto di riferimento e il modello da seguire per le successive esposizioni universali.
EXPO 1893 CHICAGO – EVENTI E OSPITI
- Nel 1893 Chicago ospitò anche, dall’11 al 27 settembre, il Parlamento delle religioni (Parliamento of the World’s Religions), che radunò rappresentanti delle religioni e delle tradizioni spirituali di Oriente e Occidente. Tra i partecipanti vi fu anche il mistico indiano Swami Vivekananda, che suscitò viva impressione e fece conoscere l’Induismo.
- L’Expo di Chicago vide anche la partecipazione di numerosi ospiti importanti, tra i quali vi furono Helen Keller e la sua istitutrice Anne Sullivan, le cui vicende sono narrate nel noto romanzo “Anna dei miracoli”, dal quale è stato tratto l’omonimo film.
- Anche Pierre de Frédy, il barone di Coubertin, fu tra i visitatori dell’evento.
- Tra le attrazioni vi erano anche le riproduzioni in grandezza naturale delle caravelle di Colombo, nate da un progetto congiunto tra Stati Uniti e Spagna.
- All’Expo di Chicago fu possibile ammirare anche la “Viking”, una fedele riproduzione della nave vichinga di Gokstad, che era salpata da Bergen, in Norvegia, attraversando l’Atlantico, a testimoniare le abilità marinare dei Vichinghi. La nave oggi è esposta presso il Good Templar Park di Geneva, in Illinois.
- Nell’area dedicata ai divertimenti vi erano anche un aerostato, un diorama del vulcano Kilauea e la riproduzione di un villaggio tedesco e di uno giavanese.
EXPO 1893 CHICAGO – TECNOLOGIA E INVENZIONI
L’Expo di Chicago fu l’occasione per far conoscere su vasta scala alcune innovazioni tecnologiche, tra le quali vi furono:
- una macchina da scrivere che componeva testi in Braille, realizzata da Frank Haven Hall
- il primo tapis roulant al mondo
- il “clasp locker”, un sistema anticipatore della cerniera lampo realizzato da Withcomb L. Judson
- la prima cucina elettrica, comprendente una lavastoviglie automatica
- lampadine fosforescenti (che hanno anticipato quelle fluorescenti)
- per velocizzare la verniciatura dei tanti edifici della fiera, il pittore e scultore statunitense Francis Davis Millet inventa la vernice spray (Millet morirà il 15 aprile 1912 con l’affondamento del “Titanic”)
- alla fiera di Chicago debutta l’elongated coin, i “penny souvenir” che si sono diffusi poi in tutto il mondo
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