EXPO 1889 PARIGI

EXPO 1889 PARIGI – Nel 1889 è ancora Parigi a fare gli onori di casa per l’Esposizione Universale, che si tiene nella capitale francese dal 6 maggio al 31 ottobre. L’Expo era inoltre l’occasione per celebrare il centenario della presa della Bastiglia e della Rivoluzione Francese, oltre al 18° anniversario della Terza Repubblica.
L’evento venne finanziato da fondi statali e cittadini, con l’aiuto di una lotteria e con l’intervento della Banking House Crédit de France.
La direzione generale dei lavori fu affidata ad Adolphe Alphand, l’ingegnere che aveva preso parte, sotto la direzione del barone Haussmann, al riassetto urbanistico di Parigi voluto da Napoleone III, realizzato tra il 1852 e il 1870. Consigliere dell’architettura era invece Charles Garnier, che aveva già progettato l’Opera di Parigi, mentre Charles Vigreux si occupò dei servizi meccanici ed elettrici. L’Expo parigina del 1889, infatti, fu uno dei primi eventi in cui si sperimentò su vasta scala l’uso dell’elettricità come fonte di energia alternativa al vapore.
Il sito e i padiglioni
Il sito espositivo copriva un’area complessiva di 0,96 chilometri quadrati, che comprendeva, come per l’edizione del 1878, il Champ-de-Mars e il Palais du Trocadéro, al Quai d’Orsay, a parte della Senna e all’Esplanade des Invalides (con le esposizioni delle Colonie e del Ministero della Guerra).
Ad accogliere i visitatori e a fare da ingresso all’esposizione vi era la costruzione che sarebbe in seguito divenuta il simbolo di Parigi: la Torre Eiffel. Una volta superata la monumentale entrata, si accedeva al complesso espositivo, con i vari padiglioni e le diverse sezioni.
Considerato il più bello dei padiglioni dell’Expo 1889, la Galerie des Machines all’epoca fu una delle più importanti e imponenti strutture in vetro e ferro d’Europa, fino alla sua demolizione nel 1909. Lo scrittore Huysmans, colpito e affascianto dalla sua bellezza, la paragonò a una cattedrale del XIX secolo. L’edificio era composto da un’unica galleria, coperta da un’immensa struttura reticolare in acciaio, alta 110,6 metri. La Galerie des Machines occupava quasi interamente l’ampiezza dello Champ-de-Mars, coprendo un’area di 48.000 metri quadrati. La struttura ospitava una serie di macchine innovative e sensazionali per l’epoca, tra le quali numerose erano quelle relative alla lavorazione della carta.
Il Palais des Beaux-Arts e il Palais des Arts Libéraux, che sorgevano anch’essi sullo Champ-de-Mars, erano due edifici gemelli che sorgevano, simmetricamente, ai due lati della Torre Eiffel. Nel primo sono esposte le testimonianze dell’arte, con la Francia naturalmente a fare la parte del leone. L’immensa Galerie Rapp era dedicata alla scultura, mentre il primo piano era dedicato al disegno, all’incisione, all’acquerello e al pastello. Il Palais des Arts Libéraux, invece, ospitava un’esposizione teatrale, una retrospettiva a carattere antropologico sul lavoro, sui mezzi di trasporto e l’insegnamento. Erano presenti anche spazi dedicati alla medicina e alla chirurgia, alle arte e mestieri e infine agli strumenti musicali.
Nell’enorme costruzione del Palais de la Guerre era presente una vasta retrospettiva a tema militare, con oggetti e ritratti dei più importanti generali di Francia, oltre a uniformi e armi di varie epoche. Degna di nota era una collezione di armi e armature provenienti dal Giappone.
Tra i padiglioni più belli e interessanti vi è quello dell’Argentina, progettato dall’architetto francese Albert Ballu. Costato all’epoca oltre 3 milioni di franchi, fu considerato un capolavoro in ferro e vetro, di grande bellezza e profusamente decorato.
La Torre Eiffel
L’Esposizione Universale del 1889 è tuttavia ricordata principalmente per essere l’Expo della Torre Eiffel.
La torre Eiffel sembrava un faro abbandonato sulla terra da una generazione scomparsa, da una generazione di giganti.
(Edmond de Goncourt)
La torre fu realizzata nell’arco di due anni (tra il 1887 e il 1889) da Gustave Eiffel, uno dei più importanti ingegneri del XIX secolo grazie ai suoi contributi nello sviluppo delle strutture metalliche e nello studio dell’aerodinamica.
La torre, che con i suoi 324 metri era la struttura più alta della città e del mondo (sarà battuta, nel 1930, dal Chrysler Building di New York), fu inaugurata il 31 marzo 1889 e aperta ufficialmente al pubblico il 6 maggio. Per la sua costruzione furono utilizzati 18.038 pezzi metallici forgiati, 2,5 milioni di bulloni, per un peso complessivo di 8.000 tonnellate.
Al primo livello della torre erano presenti quattro ristoranti: uno russo, uno anglo-americano (un’ampia sala con al centro un bar, secondo lo stile dell’epoca), uno fiammingo (che in seguito sarebbe divenuto un teatro) e naturalmente uno francese.
Al terzo livello, Gustave Eiffel aveva realizzato un appartamento privato dove riceveva gli ospiti più illustri; tra di essi vi fu anche Thomas Edison, che all’Esposizione del 1889 presentò il suo fonografo.
Eiffel, inoltre, decise di far incidere, sotto la balconata del primo piano della torre, i nomi di 72 cittadini francesi (soprattutto scienziati e ingegneri), in segno di riconoscimento per i loro studi. I nomi, ben visibili dal suolo, si trovano su tutti i quattro lati della torre (18 per ciascun lato).
La Torre Eiffel, che doveva testimoniare la potenza industriale francese, fu realizzata con la prospettiva che dopo 20 anni sarebbe stata smantellata. La torre, infatti, fu inizialmente osteggiata dai parigini e dall’élite artistica e letteraria della città, perché il materiale usato per la sua costruzione (il ferro) era giudicato poco adatto a una città raffinata e classica come Parigi. Nel 1909 fu sul punto di essere smantellata, ma fu risparmiata solamente perché si rivelò una piattaforma ideale per le antenne di trasmissione necessarie alla nuova scienza della radiotelegrafia (la torre era un’ottima antenna radio).
Il progresso in esposizione
L’Esposizione Universale era soprattutto l’occasione per mettere in mostra i progressi nei vari settori dell’industria, oltre che dell’architettura.
Il vetro piano, per esempio, permise la realizzazione di nuove strutture architettoniche, per stazioni, grandi magazzini, serre e mercati coperti. Grazie alle nuove tecniche per la realizzazione di superfici a vetri fu possibile sviluppare l’architettura in ferro, come testimoniato da alcuni edifici dell’Expo del 1889, come la Galerie des Machines e il Palais de l’Industrie.
Tra le numerose macchine a vapore vi erano anche quelle realizzate da Joseph Farcot, tra le più notevoli di Francia.
L’industria tessile, con la produzione di tessuti in seta naturale e artificiale, era molto presente, con grande spazio per le manifatture di Lione.
L’elettricità, grazie soprattutto all’industriale Hippolyte Fontaine, ha un ruolo centrale all’Expo, come dimostrano anche alcune attrazioni di successo, tra le quali vi è la fontana realizzata da Coutan con i suoi giochi di acqua e luci.
Tra le innovazioni più significative presenti nell’edizione parigina del 1889 vi fu certamente il fonografo di Thomas Edison, l’apparecchio per la registrazione e riproduzione di suoni da lui brevettato.
La musica e l’Expo
Il 14 maggio il Théâtre National de l’Opéra-Comique portò in scena, al Théâtre Lyrique, l’opera “Esclarmonde”, appositamente composta per l’evento da Jules Massenet. L’opera vide il debutto del soprano statunitense Sibyl Sanderson, musa di Massenet.
L’Expo del 1889 rappresentò un punto di svolta per la musica francese e per quella moderna in generale. Come venne descritta da alcuni contemporanei, l’evento parigino fu, dal unto di vista musicale, una sorta di “enorme enciclopedia”, se non addirittura “un’orgia musicale”. Ogni Paese partecipante aveva portato con sé la propria musica, e grande attenzione suscitò in particolare la musica etnica proveniente da Paesi non occidentali. Per esempio, il compositore Claude Debussy ebbe modo di ascoltare, per la prima volta, un’orchestra gamelan, tipica dell’Indonesia e di Giava. Il compositore francese rimase affascinato da questo tipo di musica, e proprio per questo in alcune sue composizioni, per esempio nel brano “Pagodes”, appartenente alla suite per pianoforte “Estampes”, si possono riscontrare citazioni dirette di scale, melodie, ritmi o tessuti musicali di gamelan.
Il compositore russo Rimskij-Korsakov rimase colpito dalla musica etnica dell’Algeria, che lo ispirò nella composizione della sua opera “Mlada”.
Da segnalare inoltre il revival del clavicembalo, che dopo essere stato dimenticato per decenni riapparve sulla scena musicale grazie a tre artigiani (Louis Tomasini, Pleyel ed érard) che per l’occasione realizzarono ciascuno uno strumento, ispirandosi a un modello francese del XVIII secolo, e a un pianista, Louis Diémer, che lo suonerà durante numerosi concerti. I tre clavicembali sono oggi esposti a Berlino, presso il Musikinstrumenten-Museum.
Un bilancio positivo
Il 31 ottobre 1889 un colpo di cannone annuncia la chiusura dell’Esposizione Universale di Parigi. L’Expo 1889 chiude con un bilancio positivo: circa 8 milioni di franchi. L’evento ha visto la partecipazione di 35 Paesi, per un totale di 61.722 espositori. è stato visitato da 32.250.297 persone. L’edizione del 1889 verrà ricordata principalmente per l’aver lasciato in eredità alla città la torre in ferro che all’inizio tutti, o quasi, volevano smantellare, e che oggi invece è la sua icona.
EXPO 1889 PARIGI – MEMORABILIA
- In occasione dell’Expo, Eugène Mercier decise di far conoscere il suo champagne presentando un “foudre” (una botte gigante) della capacità di circa 200.000 bottiglie (1.600 ettolitri).
- La società algerina Hamoud Boualem riceve complimenti unanimi per la sua limonata “La Royale”, mentre la Heineken vince il Grand Prix dell’Expo 1889.
- Tra le principali attrazioni vi fu Buffalo Bill e il suo “Wild West Show”, che per l’occasione aveva reclutato anche la tiratrice Annie Oakley.
- Per celebrare il centenario della presa della Bastiglia fu realizzato un modello della fortezza-prigione, che ebbe notevole successo.
- Due aerostati permettevano ai visitatori di ammirare il complesso espositivo dall’alto.
- Tra le attrazioni preferite vi fu la ferrovia Decauville, che percorreva lo Champ-de-Mars e l’Esplanade des Invalides per un percorso totale di circa 3 chilometri.
GALLERY EXPO 1889 PARIGI