EXPO STORIA

EXPO 1878 PARIGI

EXPO 1878 PARIGI – Il 1 maggio 1878 la terza Expo ospitata dalla Ville Lumière viene inaugurata dal maresciallo Patrice de Mac-Mahon, presidente della Repubblica francese, che accompagnato dal suo seguito sfila lungo un tappeto rosso all’interno del vasto complesso dell’esposizione. L’esposizione parigina avrebbe in realtà aperto al pubblico il 20 maggio, per terminare infine il 10 novembre.

All’epoca, la Francia si era appena ripresa dalle distruzioni seguite alla Guerra franco-prussiana del 1870-71 e alla guerra civile che aveva portato alla caduta della Comune parigina. Il progetto per l’Expo del 1878 era l’occasione per mostrare la rinascita di Parigi, risorta dalle sue ceneri come l’araba fenice, e di presentare al mondo intero la Terza Repubblica. Malgrado la prevedibile assenza della Germania e di poche altre nazioni, questa edizione parigina avrebbe registrato numerosi record, a partire dall’affluenza: ben 16 milioni di visitatori. Inoltre, con i suoi 66 acri (270.000 metri quadrati), l’Expo 1878 superava abbondantemente le precedenti esposizioni.

Come per l’edizione del 1867, a ospitare una parte dell’Expo fu il Champ-de-Mars. Dalla Senna fino all’Ecole Militaire si estendeva l’enorme spazio rettangolare del Palais du Champ-de-Mars. Rispetto alle precedenti edizioni svoltesi nella Ville Lumière, infatti, l’area dell’Expo era caratterizzata da una più efficiente sistemazione degli spazi, grazie a una planimetria rettangolare (al posto della precedente di forma ellittica), sulla quale si estendeva l’esposizione. La vasta area dello Champ-de-Mars era attraversata dall’emblematica Rue des Nations, lungo la quale sorgevano i padiglioni delle varie nazioni. L’Expo si estendeva anche sull’altra riva della Senna, sulla Colline de Chaillot (la collina di Chaillot), dove sorgeva il Palais du Trocadéro, e per facilitare gli spostamenti tra le due rive il Pont d’Iéna venne ampliato. Sempre nell’ottica di agevolare spostamenti e trasferimenti anche la Gare du Champ-de-Mars venne ampliata con 4 nuovi binari. Infine, sul Quai d’Orsay e sull’Esplanade des Invalides sorgeva una sezione dedicata all’agricoltura.

Il Palais du Trocadéro sorse appositamente per l’Expo, per opera dell’architetto Gabriel Davioud e dell’ingegnere Jules Bourdais. Il palazzo, di ispirazione moresca e neo-bizantina, ospiterà i fastosi ricevimenti con i quali il presidente Mac-Mahon accoglierà ambasciatori e principi stranieri. Il palazzo era infatti dotato di un enorme salone per le feste, oltre che di una sala per concerti. La ventilazione e il ricambio dell’aria erano garantite da un efficace e moderno sistema composto da 5000 bocche d’aspirazione, sistemate tra le poltrone. Il Palais du Trocadéro vantava inoltre un meraviglioso organo, realizzato da Aristide Cavaillé-Coll, uno dei più grandi organari di tutti i tempi.

All’ingegnere Jean-Charles Alphand, specialista di giardini paesaggistici e nel creare spettacolari cascate, venne affidata la progettazione degli spazi esterni. I giardini erano organizzati intorno a una fontana a cascata, e furono arricchiti da numerose statue, tra le quali il Taureau di Auguste Cain e il Cheval à la Herse di Pierre Louis Rouillard. Anche lo stesso Palais du Trocadéro annoverava numerose sculture, come la serie di statue raffiguranti le maggiori città francesi che ornavano il salone delle feste, oppure le allegorie dei continenti presenti sulla terrazza che dava sui giardini (oggi installate di fronte al Musée d’Orsay). Inoltre, il grande bacino a cascata era circondato da quattro statue in bronzo raffiguranti animali (un elefante, un rinoceronte, un toro e un cavallo).
Al suo interno, il Palais du Trocadéro ospitava anche una vasta e preziosa mostra d’arte, con il meglio della produzione artistica e artigianale di Francia.
Secondo l’intento originario, il Palais non era destinato a sopravvivere all’edizione 1878 dell’esposizione, tuttavia verrà demolito solo nel 1935, per lasciare posto al Palais de Chaillot, che ancora oggi fronteggia la Torre Eiffel dall’altra riva della Senna.

Gran parte dell’Expo 1878 trovava la sua sistemazione negli enormi spazi dello Champ-de-Mars, quasi interamente occupato dal Palais de l’Exposition, noto anche come Palais de Fer. Qui sorgevano i padiglioni delle varie nazioni partecipanti. L’edificio ricordava molto una enorme serra in ferro e vetro, e lungo uno dei suoi lati si dipanava la Rue des Nations, con gli edifici e i padiglioni dei vari Paesi. Sull’altro lato erano presenti spazi espositivi dedicati ai prodotti francesi e coloniali, mentre il centro del complesso era dedicato alla città di Parigi.

L’esposizione parigina fu fortemente caratterizzata dalla scultura, che catturò l’attenzione del pubblico grazie a numerosi artisti e alle loro opere.
Tra le maggiori attrazioni, il pubblico, per soli 5 centesimi, poteva entrare nella testa cava della Statua della Libertà, l’opera che Frédéric Auguste Bartholdi ultimerà nel 1886, e che la Francia donerà agli Stati Uniti. L’enorme testa del futuro simbolo di New York faceva bella mostra di sé nella cornice dei giardini del Palais du Trocadéro.
Il pittore Jean-Leon Gérôme, tra i più celebri dell’epoca e che fu premiato all’Expo del 1867, fece il suo debutto come scultore in occasione dell’evento del 1878.
Gustave Doré, celebre per le sue illustrazioni di Dante, Milton e della Bibbia, espose diverse opere, tra le quali anche l’enorme vaso scolpito noto come Poème de la Vigne.
A essere premiato nell’edizione 1878 sarà Marius Jean Antonin Mercié. La sua statua, dal titolo Gloria Victis, intendeva onorare i soldati francesi caduti durante il recente conflitto franco-prussiano. La figura femminile alata, simbolo dello spirito della Francia, sorregge un soldato francese morente, esprimendo il concetto che anche nella sconfitta (come quella subita dalla Francia) è possibile mostrare eroismo e trovare la forza per rialzarsi.
L’opera ebbe grande successo anche tra il pubblico, e venne vista come il simbolo e l’incarnazione dello spirito che aveva animato e sostenuto l’Exposition Universelle del 1878.

 


EXPO 1878 PARIGI – MEMORABILIA

  • Tra le numerose innovazioni tecnologiche esposte vi furono il fonografo di Edison e il monoplano di Félix du Temple, realizzato in alluminio.
  • In mostra all’Expo vi era la macchina di Raoul Pictet et Cie che fabbricava 24 tonnellate di ghiaccio al giorno.
  • Il pubblico scoprì per la prima volta che l’elettricità produceva luce grazie alla candela elettrica (o lampada ad arco, che faceva luce innescando un arco tra gli elettrodi di carbone) del russo Jablochkoff, il primo inventore di lampade ad avere successo commerciale.
  • Tra le altre novità presenti all’Expo 1878 vi furono anche la macchina da scrivere, del russo Mikhail Ivanovich Alisov, e i denti in porcellana (dagli Stati Uniti).
  • Una macchina per fabbricare 100 ferri di cavalli l’ora fu presentata dalla Compagnie des Petites Voitures.
  • La società J. Hermann-Lachapelle ottenne una medaglia d’oro per la sua macchina per produrre bevande gasate.
  • Il Padiglione delle Indie (commissionato da Edoardo, principe di Galles, per rappresentare le Indie britanniche) e il Padiglione di Svezia e Norvegia sono stati spostati a Courbevoie, dove si trovano ancora oggi.
  • Tra le attrazioni parallele, dislocate all’interno di Parigi, vi fu un pallone aerostatico frenato di 25 000 metri cubi, capace di trasportare 40 passeggeri; realizzato da Henri Giffard, si trovava ai giardini delle Tuileries.
  • La Maison Mercier espose una gigantesca botte contenente l’equivalente di 65.000 bottiglie di champagne.

 


GALLERY EXPO 1878 PARIGI

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LINK UTILI

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VIDEO EXPO 1878 PARIGI

Exposition Universelle de Paris, 1878