ARTE

Ernst Ludwig Kirchner a Lugano

Ernst Ludwig Kirchner a Lugano – A Lugano, presso la Fondazione Gabriele e Anna Braglia fino al 31 luglio è in programma Ernst Ludwig Kirchner e la grandiosità delle montagne.

Le opere selezionate fanno parte del suo ultimo periodo artistico e si arricchiscono, oltre che della tela da poco acquisita Gregge di pecore che torna a casa (1920), di pezzi provenienti dal Kirchner Museum Davos e dalla galleria Ketterer & Henze  di Wichtrach, Berna, in cui ha sede l’archivio dell’artista.

Kirchner, insieme a Eric Heckel, Fritz Bleyl e Karl Schmidt-Rottluff, fu il fondatore del gruppo Die Brücke (Il Ponte) il 7 giugno 1905.

Il nome deriva da un aforisma tratto da Così parlò Zarathustra di Nietzsche: “Ciò che è grande nell’uomo è il suo essere un ponte e uno scopo: ciò che si può amare nell’uomo è il suo essere un passaggio e un tramonto.

Nel Manifesto costitutivo, i quattro artisti affermano di voler “creare libertà di vita al cospetto di forze ormai vecchie e consolidate“.

Il programma invitava tutti gli artisti progressisti a unirsi per realizzare un’arte rivoluzionaria: tra gli altri, si unirono Pechstein, Cuno Amiet, Axen Gallél-Kallele, Kees van Dongen, ed anche Edvard Munch ne fu sostenitore.

Il gruppo era molto attivo e riuscì ad organizzare 70 collettive tra il 1905 e il 1913.

Una delle particolarità del Die Brücke era che gli artisti mettevano tutto in comune, anche modelli e atelier.

Nelle sedute comuni si scambiavano di posto spesso. in modo da raggiungere una concitazione che rendeva il tratto più spontaneo e sommario.

Spesso si recavano al lago di Moritzburg, vicino a Dresda, dove cercavano l’armonia tra uomo e natura.

E’  vero che spesso questi artisti, pur volendo abbandonare la tradizione, finivano per seguire suggestioni post-impressioniste e fauviste, e adottavano uno stile che era pressoché identico.

In quel periodo, gli artisti erano affascinati dalle suggestioni che provenivano dai mari del Sud e dall’Africa nera, a cui potevano attingere grazie alle esposizioni del Museo etnologico di Dresda.

Kirchner scoprì in un volume di pittura inglese alcune tecniche indiane e volle adottarle.

La mostra dedicata a Gauguin nel 1910 alla galleria Arnold di Dresda fu un ulteriore impulso a farsi stimolare dalle culture esotiche.

Nel 1911 il gruppo si recò a Berlino, dove Herwarth Walder aveva aperto la galleria Der Sturm e fondato la rivista omonima. Grazie a lui, gli artisti entrarono in contatto con l’Espressionismo letterario e con la cerchia di artisti antiborghesi che andava alla ricerca di contenuti più profondi.

All’inizio il gruppo rimase compatto, ma a breve lo stile fino a quel momento collettivo cominciò a dissolversi, fino alla rottura che fu comunicata ufficialmente dallo stesso Kirchner sul numero del Die Brücke del 27 maggio 1913.

Fino a quel momento, Kirchner era stato il promotore dell’attività comune in atelier, l’ispiratore di nuovi metodi ed il cronista di tutte le azioni del movimento.

La rottura con il suo gruppo fu seguita a breve da un evento tragico, la Grande Guerra. Nel 1917, Kirchner si rifugiò in Svizzera e decise di rivedere tutti i suoi lavori precedenti.

Questa ricerca di se stesso era motivata dal fatto che, secondo lui, egli “poteva amare le persone solo tramite l’arte” e poteva percepire se stesso solo “tramite la mediazione dell’arte“.

Tra le altre opere, revisionò un dipinto del 1910, Autoritratto con modella.

Nella prima versione, Kirchner si era ritratto con un’espressione aristocratica e manifestava in pieno l’autostima e la forza di volontà che gli erano proprie nel periodo di Dresda.

Nella versione del “nuovo Kirchner”, a metà degli anni Venti, il pittore si ritrae in modo convenzionale, con il pennello in mano, ed anche la vestaglia che lo avvolge cambia aspetto, trasformandosi in un semplice disegno a righe orizzontali.

Non c’è più la tensione nervosa dei primi anni, ma in compenso Kirchner ha acquisito precisione nella struttura e nel colore.

Questo nuovo capitolo dell’esperienza di Kirchner è dovuto a un soggiorno in una clinica di Davos, dove si reca dietro consiglio del suo medico per riprendersi dagli orrori della guerra.

In quella comunità contadina riacquista serenità, cosa che si riflette nei suoi quadri, in cui ritrae il paesaggio naturale, i volti dei contadini, donne solari, e abbandona i neri e i viola del passato per usare la gamma dei verdi e dei blu.

Nel 1938, dopo aver saputo che alcuni dei suoi dipinti sono stati considerati “degenerati” e bruciati dai nazisti, Kirchner si toglie la vita.

 

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Ernst Ludwig Kirchner e la grandiosità della montagna

Lugano, Fondazione Gabriele e Anna Braglia

Fino al 31 luglio

Per info: www.fondazionebraglia.ch