Emanuel Gargano e le luci “schiarire il buio”

Schiarire il buio, illuminare l’oscurità e far sì che la luce diventi atmosfera, poesia, gioia.
Una luce soffusa e avvolgente che svela, e rivela, un volto, un ambiente, un oggetto. Un approccio diverso al concetto di illuminazione che Emanuel Gargano racconta in lampade dalla forte carica innovativa e ispirate all’ancestrale legame che unisce luce e materia. Cado, Fatua, Morale… Lampade che interpretano il bisogno dell’uomo di portare la luce dove non c’è e, al contempo, evocano paesi lontani, usi e tradizioni del passato, luoghi di riflessione e spiritualità.
Un segno grafico si materializza e sfida la gravità: è Cado, la lampada da tavolo dall’equilibrio precario. Nonostante l’inclinazione a 45°, Cado “non cade” perché è il risultato di un attento percorso di ingegnerizzazione: la struttura in carbonio sembra essere sostenuta dalla stessa luce che emana.
Leggera ed evanescente come una lanterna, Fatua è una lampada nella versione da tavolo, da terra e da parete, che produce una luce tenue e soffusa, di romantica memoria. La fonte luminosa non è percettibile, la luce si diffonde dal cilindro in vetro trasparente e Fatua sembra quasi scomparire nella sua delicata inconsistenza. Un cono di luce da portare con sé proprio come un tempo accadeva con le lanterne.
Un viaggio nella campagna giapponese è la suggestione che dà vita a Morale: un’inedita lampada da terra che rievoca gli zoccoli in legno carbonizzato che in quelle campagne cingono le abitazioni rurali a scopo protettivo. Morale nasce dal recupero dei cosiddetti “morali”: barre di legno in uso nei cantieri edili per armare le strutture. Il legno di recupero viene bruciato in un grande falò ed è il fuoco a plasmare in maniera del tutto casuale l’aspetto della lampada. Il fuoco che in questo caso non distrugge, ma forgia e sublima la materia in una piramide luminosa.
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