Niente successo senza coraggio, parola di coach. Intervista a Davide Schioppa

Niente successo senza coraggio, parola di coach. Intervista a Davide Schioppa – Qual è la distanza tra i sogni e la realtà? C’è chi lo chiama “successo”, chi semplicemente pensa alla realizzazione di sé. E c’è chi, degli obiettivi altrui, ha fatto una professione. Ma attenzione: se qualcuno vi dice che tutti i sogni si possono realizzare, sta mentendo. Parola di coach.
Davide Schioppa, una laurea in economia aziendale e un diploma alla scuola di Coaching Umanistico. Tutto è possibile?
Assolutamente no, un coach serio non dirà mai nulla di simile. Mi piace fare l’esempio immaginario di un uomo di 37 amni della Tanzania che non ha mai visto la neve nella sua vita il cui sogno sia diventare medaglia d’oro di slalom gigante. È un sogno che rimarrà tale, non può trasformarsi in obiettivo.
Ci tocca tornare coi piedi per terra! In questi casi cosa dici al tuo cliente? Che il suo sogno è irrealizzabile?
Succede una cosa strana, e cioè che molto spesso il cliente al terzo incontro cambi obiettivo. Da solo, senza che io dica nulla. Questo significa che ha acquisito consapevolezza rispetto a sé e ai propri desideri. Il mestiere del coach consiste nell’accompagnare e sostenere lungo la strada del raggiungimento di un obiettivo, anche attraverso l’acquisizione della giusta consapevolezza.
Per rispondere quindi alla tua domanda: non dirò mai “sicuramente raggiungerai il tuo sogno”, perché i sogni per realizzarsi hanno bisogno di concretezza per diventare obiettivi. Quello che faccio in questi casi è allenare la persona a capire che l’obiettivo non è quello giusto.
Dunque il successo si misura nel raggiungimento dei propri obiettivi?
Non esattamente. Innanzitutto dobbiamo pensare che ciascuno ha la propria visione di successo. Può essere quella di svolgere una professione di prestigio o di vivere in campagna allevando conigli. Il successo non è altro che l’espressione del proprio benessere, qualunque esso sia, nella vita privata come in quella lavorativa.
Che tipo di professionista normalmente si rivolge a te?
Normalmente si tratta di imprenditori in un particolare momento della loro carriera, ad esempio in fase di startup quando devono prendere decisioni importanti, ma anche dipendenti che vogliono fare carriera, o al contrario persone che non erano più serene all’interno dell’azienda e volevano trovare una dimensione diversa.
E quali sono gli strumenti che il coach utilizza per condurre il proprio cliente al successo?
Mi piace dire che quello che faccio è allenare il coraggio nei confronti del cambiamento, proprio come si fa con i muscoli, e aiutare a fare la punta al cervello. Poi tutto sta nel capire quanto è forte la motivazione a cambiare. L’obiettivo è solo lo strumento per arrivare al benessere. Anche professionalmente.