ARTECULTURA

David Hockney, Opere dalla Collezione Tate

David Hockney, Opere dalla Collezione Tate – Il Bucerius Kunst Forum di Amburgo presenta David Hockney, uno dei più importanti artisti contemporanei britannici, con una retrospettiva che abbraccia tutte le tecniche da lui utilizzate, dalla pittura, al disegno raffinato, alla grafica, alla fotografia.

David Hockney non ha mai smesso di sperimentare “fuori dal coro” nella sua lunga carriera, ed è arrivato a raggiungere quotazioni stellari rimanendo sempre autonomo, non identificabile con nessuna corrente o tendenza, pur essendo considerato un esponente di spicco della Pop art inglese degli anni ’60.

Nel ’64 si trasferisce in California, dove diventa l’aedo dell’edonismo tipicamente hollywoodiano, all’insegna di quel Luxe, calme et volupté dipinto da Matisse nel 1904.

Sotto la superficie patinata, però, Hockney ci racconta la fragilità dell’esistenza umana, quella tensione melanconica che permea chi cerca, in un una visione estetica, una realtà lontana dalla quotidianità.

La mostra di Amburgo, grazie soprattutto alla collaborazione con la Tate di Londra, riesce ad offrire al visitatore un percorso espositivo che si snoda dalle esperienze iniziali di Hockney, studente alla Bradford School of Art e al Royal College di Londra, fino ad una celebre opera di formato panoramico del 2017, In the studio.

Dopo il periodo californiano, alla fine degli anni ’90, Hockney torna a trascorrere lunghi periodi nella sua terra d’origine, lo Yorkshire, affascinato dal paesaggio incontaminato nei dintorni di Bridlington, piccola città costiera.

Nel 2007, Hockney dipinge Bigger Trees near Warter, or/ou Peinture sur le Motif pour le Nouvel Age Post-Photographique, un olio composto da 50 tele che era nato per ricoprire una delle pareti più grandi della Galleria Principale della Royal Academy of Arts, in occasione della Summer Exhibition.

Uno dei curatori, Edith Devaney, suggerisce allora che Hockney sviluppi quel tipo di ricerca paesaggistica allo scopo di farne una mostra, che sarà poi allestita nel 2012.

E’ con questi lavori in particolare che Hockney dimostra quanto le sue opere siano state influenzate da Vincent Van Gogh: entrambi affascinati dalla natura, entrambi alla ricerca dell’uso dei colori – vivaci, contrastanti – per dar corpo alla luce, entrambi attratti da un modo non comune di rendere la prospettiva.

Quando Hockney descrive Van Gogh, dice che i suoi quadri sono pieni di movimento. Tutti i colpi di pennello sono visibili e si può capire come sono stati fatti. Se si guarda un ciuffo d’erba, ci si rende conto che si può vedere di più. E si vedono gli altri ciuffi d’erba e si continua a vedere sempre di più.

Per capire le sensazioni di David Hockney, possiamo far riferimento ad un aneddoto che lui stesso ha narrato: era Natale 1985, Hockney stava lavorando ad una produzione del Flauto Magico di Mozart alla Scala di Milano, quando improvvisamente ebbe voglia di roesti, una specialità svizzera a base di patate.

Così, insieme al suo amico Ian Falconer, si diressero in macchina verso Zurigo, attraversando il nuovissimo Tunnel del San Gottardo, lungo 17 Km.

I due amici si trovarono in una galleria completamente deserta, nessuna macchina nè davanti nè dietro, nessun fanalino a distrarli.

E a quel punto Hockney disse al suo amico: questo tunnel è come vivere in un inferno con un solo punto prospettico.

Alla fine del tunnel, arrivò la ricompensa: Hockney fu sopraffatto dalla luce, dai colori, dalla vastità che si aprì all’improvviso di fronte ai suoi occhi.

Fu un’esperienza che non dimenticherà mai, come se il mondo gli si fosse manifestato in tutta la sua gloria, espressione che ben descrive ciò che le opere di Hockney trasmettono: la sensazione dell’essere umano circondato da spazio, luce e tempo – e tutte le idee, i dubbi, le incertezze che ne derivano.

Certamente, nella vita, Van Gogh e David Hockney hanno avuto esperienze diversissime, il primo non riconosciuto come artista, il secondo acclamato dalla critica fin dagli esordi.

Eppure, ciò che muove entrambi, è una specie di “impetus”, che li rende talmente apparentabili dall’aver ispirato l’allestimento di una mostra che si è tenuta ad Amsterdam l’anno scorso, The Joy of Nature, in cui le opere dei due artisti sono state esposte in modo da esaltare le loro affinità.

La gioia della natura è esattamente quello che si percepisce quando si osserva uno dei loro capolavori, il caposaldo da cui entrambi partono, affermando che “la natura è infinita, non potrà annoiarmi mai” (secondo Hockney), e che “ciò che ci guida è l’emozione, la sincerità del nostro sentimento per la natura” (secondo Van Gogh).

Contemporaneamente alla mostra di Amburgo, dal prossimo 27 Febbraio e fino al 28 Giugno si terrà, alla National portrait gallery di Londra, Drawings from Life, ben 150 ritratti di Hockney, provenienti da collezioni pubbliche e private.

I protagonisti sono la sua musa, Celia Birtwell, la madre Laura, gli amici più stretti e l’artista stesso.

In particolare, è interessante la serie di autoritratti del 1980, anno in cui l’artista ha deciso di ritrarsi ogni giorno per due mesi di seguito.

Il percorso espositivo porta infine alla scoperta della scelta di una resa più realistica negli ultimi anni, supportata da dispositivi ottici che Hockney padroneggia con grande maestria, o da collage di Polaroid che ritraggono varie pose dello stesso personaggio con un effetto di maggiore analisi introspettiva.

Come dice Hockney, un artista non può mai prendersi una pausa: infatti, quando dipinge tele di dimensioni non enormi, le porta con sé la sera nella camera da letto, perchè siano la prima cosa che vede al risveglio.

Se l’opera è troppo grande, la fotografa con l’iPad, in modo da essere già pronto, la mattina dopo, a proseguire il suo lavoro.

Dedizione assoluta, ecco la ricetta di David Hockney.

 

________________________________________________________________

 

David Hockney, Works from the Tate Collection

Bucerius Kunst Forum, Amburgo

Fino al 10 maggio 2020

Per info: www.buceriuskunstforum.de

 

________________________________________________________________

 

Drawings from Life

National portrait gallery, Londra

Dal 27 febbraio al 28 giugno 2020