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DANIELA CARELLI, UNA VITA A TUTTA MUSICA

DANIELA CARELLI, UNA VITA A TUTTA MUSICA – La sua voce è un marchio di fabbrica, il suo timbro black dona alle sue performances vocali uno spessore unico, la sua potenza espressiva non la rende certo trasparente nel panorama musicale italiano. Stiamo parlando di Daniela Carelli, una rocker irrefrenabile, ma anche molto altro…

Una cantante, una maestra di canto, una scrittrice, un’art director, una web designer, una video editor… Ho dimenticato qualcosa?

In realtà tutta la parte concernente la grafica pubblicitaria non c’è più. Nel senso che ho deciso di smettere con questa attività: mi sto dedicando solamente al canto, inteso come vocal coach.

Però è anche vero che tu scrivi.

Certo! Questo sì!

Infatti, dopo ne parleremo. Per quanto riguarda la tua poliedrica carriera, se non ricordo male, tu hai avuto fasi differenti. La prima durante cui hai lavorato nel mondo musicale da professionista a fianco di nomi importanti; un’altra invece in cui si è verificata una sorta di interruzione.

Vero! Dalla mia laurea all’Accademia di Belle Arti io mi sono dedicata totalmente alla musica. Ero una cantante professionista, il che comportava un impegno intenso per via dei tantissimi concerti, sia con la mia band, sia a fianco di artisti importanti come Edoardo Bennato, Peppino di Capri, gli Audio 2, o ancora Bocelli e molti altri. Poi, dopo ripetuti scontri con lo showbiz e le multinazionali che lo costituiscono, ho davvero provato orrore, per via del nepotismo e del clientelismo sfrenato. Io non ero pronta a scendere a certi compromessi, sacrificando quello che per me era il concetto di musica. E così, nel 2000, ho deciso di smettere con la musica, di rispolverare la mia laurea in Belle Arti e cambiare città, per ricominciare una nuova vita, dedicandomi alla grafica.

In seguito, prima di riprendere la carriera musicale, hai anche iniziato a scrivere.

Certo! In realtà, anche dopo il mio arrivo a Milano, ho continuato anche a cantare: ero un po’ alla ventura e mi dovevo arrangiare con un po’ di tutto. Poi però mi sono presto stancata di bussare alle porte dei locali, perché quasi tutti ricercavano soprattutto tribute-band, intese come copie pedisseque di quelle originali. Quindi richiedevano in sostanza imitazioni: a me può piacere una cover, un omaggio, ma vedere musicisti che si travestono come i grandi gruppi che scimmiottano, imitandone pure le mosse, mi suscita una grande tristezza. Capisco che anche locali di prestigio assecondino questo tipo di produzione (la gente vuole questo!), ma sarebbe anche giusto nel contempo dare agli artisti la possibilità di mostrare la propria personalità. E pochi locali oggi lo fanno.

Mi trovi sicuramente d’accordo. Va detto però che, a ben cercare, esistono ancora locali che, pur perseguendo la strada delle tribute-band, offrono comunque la possibilità agli artisti talentuosi di esibirsi sul palco.
Ma ritorniamo ancora un po’ al capitolo Daniela Carelli scrittrice.

La verità è che il mio primo libro è uscito perché sono stata martellata letteralmente dal mio inconscio che, prima di addormentarmi la notte, mi continuava a sussurrare “Daniela, ma ti ricordi che, da bambina, il tuo gioco preferito era fare la segretaria?”. La segretaria, non la cantante! E sempre il mio inconscio mi diceva che “Volevo fare la segretaria” sarebbe stato un titolo molto simpatico per un romanzo, magari anche autobiogafico. E così è nato il mio primo libro: un bel giorno ho deciso di assecondare questo incessante martellamento notturno e mi sono messa a scrivere, convinta che mi sarei fermata alla seconda pagina. Invece mi sono fermata al settimo capitolo. E, incredibilmente, non solo sono riuscita a scriverlo per intero, ma è addirittura stato pubblicato!
Poi è stata la volta del secondo libro. In entrambi i casi ho creato delle pagine web (Volevo fare la segretaria e Vado a Napoli e poi… MUOIO!), che sono un filo diretto con i miei lettori: tutti sono liberi di recensire e commentare.

Prova a dare un motivo a chi ti conosce per la prima volta, magari con questa intervista, per comprare le tue fatiche letterarie.

Volevo fare la segretaria è, ahimé, un libro esaurito: purtroppo la casa editrice che lo ha pubblicato ha chiuso l’anno scorso per motivi personali della titolare, quindi ne rimangono in circolazione ancora pochissime copie. È un romanzo autobiografico che vede protagonista una bambina che, più che scoprire la musica, viene scoperta dalla musica. La musica è infatti entrata in modo prepotente nella mia vita, senza che io la cercassi. Insomma, il libro racconta il percorso di crescita di questa bambina che voleva fare la segretaria di una ditta di pomodori e poi invece si è ritrovata a fare la cantante.
Vado a Napoli e poi… MUOIO! in realtà è stato scritto perché una mia cara amica era solita ripetere “Daniela, quando tu parli di Napoli, io starei ore intere ad ascoltarti e mi risvegli un desiderio incontenibile di andarla a vedere!”. Questo fatto accese in me una luce, così decisi di scrivere un libro su Napoli. Chiaramente, un libro su Napoli tout court non aveva senso e allora decisi di scriverlo al maschile (il protagonista di questo romanzo è un uomo) e dal punto di vista di un leghista. Questo ragazzo padano ha la “disgrazia” di innamorarsi di una napoletana trasferitasi al nord. Questa napoletana lo convince a trascorrere un Natale e un Capodanno a Napoli! Il romanzo si divide in due parti: la prima racconta il background culturale di questo uomo del nord, mentre la seconda è di fatto il diario della vacanza napoletana, dal punto di vista di Fabrizio. Nel libro ci sono anche 10 mappe con itinerari artistico-turistico-gastronomici che ho personalmente redatto.

Ritorno alla musica, precisamente alla “fase 2” di Daniela che, a un certo punto, decide di calcare nuovamente il palco. Cosa ti ha strappato al tuo proposito di non esibirti più da leader di una tua band?

Si è trattato di una situazione davvero inimmaginabile. Come ho detto prima, a partire dal 2010 mi sono “tolta di mezzo”: non mi sono più esibita dal vivo, se non come ospite di qualche mio collega che andavo ad ascoltare la sera. Io frequentavo già allora la BluesHouse, uno dei miei locali milanesi preferiti, perché cerca sovente di proporre, all’interno del palinsesto mensile, anche cose inedite. È uno dei locali coraggiosi. Bene, spesso mi capitava di andare ad ascoltare alcuni miei colleghi che, inevitabilmente, mi trascinavano sul palco per improvvisare un paio di pezzi. Quando scendevo dal palco, incontravo gente che mi chiedeva: “Ma tu quando canti? Quando ti esibisci con la tua band?”. E io rispondevo sempre che non cantavo più, che mi ero ritirata.
Un paio di anni dopo, trovai su Facebook un gruppo che si chiamava “Vogliamo un concerto di Daniela Carelli” (oggi è diventato DANIELA CARELLI * FAN FaceBook PAGE): rimasi scioccata, anche perché non conoscevo nessuno dei membri! A poco a poco mi resi però conto che, guardando le foto degli aderenti, c’erano proprio quelle persone che sotto al palco mi domandavano ogni volta quando avrei cantato. Io scrissi una lettera al gruppo, declinando l’offerta e spiegando le mie motivazioni. Qualche tempo dopo mi chiamò Stefano Fierro (uno dei titolari della BluesHouse) per dirmi che non gli era mai successo di essere così tempestato dalle richieste dei fan di una certa cantante. E quella cantante ero io! Volevano a tutti i costi che si programmasse una serata tutta per me. Io rifiutai di nuovo e Stefano, per tutta risposta, mi chiese di scrivere un’altra lettera sul gruppo facebook per dissuaderli dal continuare a chiamarlo con insistenza per farmi esibire. Alla fine cedetti: il 27 gennaio 2012 (ricordo bene la data perché conservo uno striscione che mi regalarono i miei fan con tanto di data e firme) fu una serata incredibile, durante cui riuscii a coniugare il mio ritorno alle scene con la presentazione del mio primo libro. Fu davvero indimenticabile.

E poi, dopo tutto questo exploit, hai dovuto affrontare probabilmente la prova più difficile della tua vita. Ce ne vuoi parlare?

Certo. L’11 luglio 2014 ho scoperto, a seguito di un controllo di routine, di avere un cancro al colon. Fu una notizia devastante che però mi ha fatto vivere un’estate meravigliosa, perché l’ho vissuta come se fosse l’ultima. Nel settembre successivo mi operai: i medici mi tranquillizzarono dicendomi che era un tipo di operazione routinaria, però sai… quando è in gioco la tua pelle, c’è poco da stare sereni. L’operazione fu in effetti un successo, tuttavia alcune cellule tumorali erano fuoriuscite dal colon e avevano attaccato dei linfonodi, quindi stavano viaggiando per il mio corpo. Mi sono quindi dovuta sottoporre a otto cicli di chemioterapia, e questo è stato il mio periodo più difficile.

Che però tu hai documentato in una cronaca quasi giornaliera.

La mia pagina pubblica, Daniela Carelli News, era nata per promuovere il mio secondo libro: l’ho trasformata in un veicolo per raccontare questa mia esperienza. Ogni tre o quattro giorni postavo una mia foto e la corredavo di una didascalia, che spiegava cosa stessi vivendo. Erano momenti-verità: momenti di speranza, momenti di angoscia, momenti di coraggio e momenti di disperazione. In questo modo ho metabolizzato quello che mi stava succedendo.
Io devo proprio ringraziare i miei allievi, perché durante questo incubo non ho mai smesso di dare lezioni di canto: ho saltato solo un giorno, ma per il resto ho sempre cercato di non trasmettere ai miei allievi quanto in realtà stessi male. Loro naturalmente lo sapevano e mi sono sempre stati di sostegno. Queste lezioni mi hanno aiutato a mantenere un contatto con la realtà, ricordandomi sempre chi fossi.

Charles Bukowski ha scritto: “La tua vita è la tua vita. Non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza. Stai in guardia. Ci sono delle uscite. Da qualche parte c’è luce. Forse non sarà una gran luce, ma la vince sulle tenebre. Stai in guardia. Gli dèi ti offriranno delle occasioni. Riconoscile, afferrale. Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta. E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà“. Tu, Daniela, sei luminosissima…

Concordo con ogni parola di Bukowski! Ci sono davvero dei momenti in cui brancoli nel buio e vedi la luce: bisogna sempre cercare di non lasciarsi andare al buio e ricordarsi che le luci esistono. Magari a volte non sono grandi luci, ma sono gli unici fari che ti aiutano a percorrere la tua strada.

Abbiamo finito. Ti ringrazio per il tempo dedicatomi e ti domando un’ultima cosa: c’è qualche nuovo progetto nell’aria? Qualche concerto?

Guarda… no, nessun progetto. Io sto ancora adesso pagando il prezzo di quanto mi è successo, anche se ogni giorno che passa mi sento sempre più in forze. Me ne sto tranquilla: se non nasce spontaneamente qualcosa che mi riporta di nuovo alla ribalta, io non la cerco.

Stai organizzando la tua nuova vita, mettiamola così.

Bravo, mi sto concentrando molto su altro, diciamo. Se però capitasse di nuovo l’occasione di un concerto… non mi tirerei assolutamente indietro!

Benissimo: i tuoi fan sono avvisati…


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GALLERY DANIELA CARELLI, UNA VITA A TUTTA MUSICA


VIDEO DANIELA CARELLI, UNA VITA A TUTTA MUSICA

Guarda i video di Daniela Carelli.

1) Think (Freedom) by DANIELA CARELLI BAND

2) Disco inferno by DANIELA CARELLI BAND

3) VOLEVO FARE LA SEGRETARIA. Il Trailer

4) VADO A NAPOLI E POI… MUOIO! il Trailer