Christo e la Land Art

Christo e la Land Art – Dopo la meravigliosa passerella realizzata nel 2016 sul Lago d’Iseo, “The Floating Piers”, che ha attratto un milione e mezzo di turisti, l’artista Christo sta progettando una passerella di 3 Km che si svilupperà sulle acque del Lago Maggiore e si chiamerà “WoW: Walk on Water”. Sarà terminata nel 2019 e potrà essere visitata e “vissuta” per 5 anni.
La passerella pedonale sarà realizzata con 220.000 cubi di polietilene ad alta densità e, stavolta, sarà attrezzata, ovvero ospiterà due ristoranti, tre punti di ristoro e un bar.
Il progetto però sta ancora aspettando l’approvazione definitiva dei cittadini svizzeri che possono presentare obiezioni qualora ritenessero che il progetto, anziché valorizzare il territorio, lo danneggi.
Christo è lo pseudonimo dell’artista di origine bulgara Christo Vladimirov Javasev, che è stato inizialmente esponente del Nouveau Réalisme, fino a sviluppare negli anni una capacità di realizzazione “ambientale” delle sue opere che lo ha reso uno dei protagonisti indiscussi della Land Art.
La sua arte si è evoluta con la complicità e la collaborazione della moglie Jeanne- Claude Danet de Guillebon, che lo ha lasciato solo nel 2009, dopo una lunga malattia.
I due si incontrano a Parigi nel 1958 e espongono la loro opera per la prima volta alla mostra di Colonia del 1961, in cui innalzano colonne fatte con barili e scolpiscono usando tela e un’asta di legno (proprio come faceva Giacometti, dichiara Christo).
Nella seconda sala della mostra presentano un muro di barili, in ricordo di quello di Berlino che era stato costruito quando Christo era ancora in Germania.
I due coniugi decidono poi di aggiungere un’installazione temporanea esterna, che fosse visibile anche quando la galleria era chiusa, e questa è la loro prima opera all’esterno.
La seconda scultura temporanea è “The Iron Curtain – Wall of Barrels”, un muro di barili che sbarra Rue Visconti a Parigi. Una barricata artistica, una vera e propria opera con intento politico, intento che Christo affema essere fondamentale nelle opere dell’arte contemporanea.
La barricata blocca il traffico e, dato che non avevano ricevuto le necessarie autorizzazion, i due artisti sono costretti a smontarla.
Emigrati negli Stati Uniti nel 1964, Christo e Jeanne-Claude fanno altre operazioni ‘illegali’, come la “Running Fence”, l’impacchettamento della vallata di Grand Hogback in Colorado (1970-1972).
Nel frattempo, la ricerca dei due artisti si avvicina alle forme tridimensionali, come la mastaba.
La mastaba è una panchina risalente a ottomila anni fa, in Mesopotamia, quando nelle prime città le case erano adornate appunto da mastaba, panche su cui sedersi in pietra o in terra.
Poi gli Egizi usarono questo termine per indicare una tomba, ma non è questo il significato che interessa a Christo.
In progetto Christo ha la costruzione della più grande mastaba del mondo ad Abu Dhabi. I primi disegni del progetto risalgono al 1977; due anni dopo, i due coniugi visitano la location e capiscono che la mastaba di Abu Dhabi deve diventare un edificio enorme. Ingaggiano due studenti di architettura per far disporre i dieci colori diversi dei barili nel modello, con lo scopo di realizzare una specie di dipinto puntillista.
Anche i barili di Rue Visconti erano colorati, ma del loro colore originale, quello dato dalla ruggine, e a Christo piace differenziare barili vecchi e nuovi, perché quelli del primo tipo devono, a suo avviso, trasmettere un senso di stanchezza, tempo e fatica.
La mastaba è presente nella più recente installazione di Christo, “The London mastaba”, realizzata per la prima volta al centro di un paesaggio naturale (il lago di Hyde Park) assemblando 7.506 barili di petrolio, e visibile per tutta l’estate scorsa in occasione di una mostra che si è tenuta alle Serpentine Galleries in onore di Christo e della moglie Jeanne-Claude.
Per avere un’idea di come sarà la mastaba di Abu Dhabi, basti pensare che i barili di petrolio saranno 410 mila in dieci colori diversi.
Christo ha spiegato che la sua scelta di utilizzare la costruzione della mastaba è stata determinata dalla proporzione dei suoi elementi, che è due, tre, quattro: questo fa sì che, stando al centro di uno dei due muri inclinati, non si possa vedere che una scalinata di metallo alta 150 metri che porta al cielo, con un effetto di maestosa percezione della dinamicità delle forme.
Nel corso di 50 anni, Christo ha realizzato 23 progetti, ma altri 47 non sono andati a buon fine, per vari motivi, tra cui la mancanza di autorizzazioni.
Ma la ricerca, come afferma Christo, non è ancora terminata e l’arte è per lui “gioia immensa”.