Breve viaggio nell’Europa più dolce

Breve viaggio nell’Europa più dolce
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In collaborazione con AIS Milano.
Partiamo dalla Valle della Loira, patria, nelle AOC Samur e Anjou-Bonnezeaux, dello Chenin Blanc, il vitigno che meglio accoglie la Botryts Cinerea, la muffa nobile che si sviluppa sugli acini in particolari condizioni climatiche: si tratta un vitigno tardivo, che mantiene il colore verde per lungo tempo.
I vini passiti da chenin blanc sono destinati ad un invecchiamento che va dai 15 ai 40 Anni, dolci e non dolcissimi, con sentori agrumati e fiori bianchi che, se giovani, virano verso la cera, genziana, terreno, legni preziosi e mandorle grigliate nei più maturi.
Nel Sud Ovest della Francia i vitigni diventano principalmente semillon, sauvignon e muscadelle per vini piuttosto pieni, carnosi, “grassi” con aromi intensi di frutta gialla, straordinari con formaggi e fois gràs.
Nel Bordeaux, il fiume Ciron regala condizioni climatiche rare e consente la produzione di vini Sauternes e Barsac sorprendenti.
A Saussignac, Monbazillac, Gaillac e Jurancon scopriamo vini meno noti del Sauternes ma altrettanto interessanti e preziosi: aromi di cedro candito, acacia, mirabella, pera matura, mela renetta.
Nello Jura, troviamo i Vin de paille (uve appassite su letti di paglia) e i Vin Jaune ottenuto da uva savagnin: sigillato per sei anni e tre mesi in botticelle da 228 litri scolme, non inacidisce grazie alla formazione di un velo che funge da pellicola proteggendo il vino dall’ossidazione. Il vino è molto interessante, dal colore giallo dorato luccicante, talvolta ambra. I profumi ricordano la scorza di arancia amara, il curry, la nocciola e la mandorla tostate.
Non può mancare un’incursione tra gli Eiswein di Germania, Austria, Canada e Svizzera: un’uva ghiacciata prevalentemente da riesling, gewürztraminer o vidal vendemmiata a gennaio e pigiata a -7 °C, un mosto concentrato per un vino con un alto residuo zuccherino, un’ottima acidità ed un titolo alcolometrico contenuto (inferiore al 12%).
Gli aromi del riesling coprono uno spettro che spazia da un fruttato aspro, nei vini giovani provenienti da zone fredde e con uve poco mature, ad un fruttato più dolce (pesca, albicocca, mela golden) per uve più mature e zone più calde, sino ad arrivare ad aromi di burro, miele, cera d’api, petrolio ed idrocarburi per i riesling maturi o a note evidenti di cannella, zafferano, anice, mandorla e muschio per i riesling muffati. Comuni a tutti i vitigni sono invece gli aromi di salvia, timo, ortica, tabacco e tè.
In Alsazia al riesling si affiancano vitigni altrettanto interessanti come il sylvaner, il muscat d’Alsace, il klevener di Heiligenstein, lo chasselas, il gewürztraminer.
In ultimo il Tokaji, forse il vino dolce più interessante al mondo: una mondo fatto di cantine che sembrano grotte, caverne scavate nella roccia di origine lavica da cui la muffa si lascia cadere dalle pareti e fa da cornice a botti di rovere da 136 litri: il Tokaji Aszú è il vino più noto e ricco di sensazioni olfattive straordinarie, che nasce da acini “asciugati”, avvizziti perché attaccati dalla botrytis, selezionati manualmente. Il Tokaji Aszú Essencia (Essenza di Aszú di Tokaji) è un vino raro prodotto con il mosto denso che fuoriesce per effetto del peso degli acini, messo successivamente a fermentare in apposite anfore di vetro per alcuni anni prima di venire imbottigliato e commercializzato.
di Sara Missaglia
In collaborazione con AIS Milano.
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