STORIA

ARSINOE E LA FINE DEI TOLOMEI

ARSINOE E LA FINE DEI TOLOMEI

MilanoPlatinum Storica National Geographic Voci antiche

In collaborazione con STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC e con Voci Antiche: pagine dal mondo classico.


ARSINOE E LA FINE DEI TOLOMEI

Questa è una storia che si gioca tutta sulle sponde del Mediterraneo, tra Alessandria d’Egitto, dove inizia nel fosco contesto di una faida familiare, Roma, città che ne avrebbe vista la fine, non fosse stato per un atto di clemenza, ed Efeso, dove di fatto si concluse nel sangue. Di una giovane donna.

In questa tragedia non è rispettata nemmeno l’unità temporale, che Aristotele avrebbe prescritto, se questo fosse stato uno spettacolo teatrale: infatti, non solo la vicenda si snoda su più anni, ma la sua eco, attraversati i secoli, è giunta fino a noi e, ascoltata da un’equipe di archeologi, esperti di medicina forense e ingegneri, ha fatto riaprire un “cold case”: quello della fine di Arsinoe, sorella della più famosa Cleopatra. Le fonti raccontano che morì per volere di quest’ultima ed è noto che Efeso fu il luogo della sua sepoltura: ma del suo corpo niente si sa. Cerchiamo allora di dipanare i fili di questa triste storia, incrociando i due diversi piani temporali (del passato e del presente) e inseguendola nei luoghi che ne furono il set, alla ricerca di un corpo andato (forse) perduto.

Alessandria d’Egitto 51-48 a.C.

Tolomeo XII muore, lasciando come eredi due figlie, Cleopatra ed Arsinoe, e due figli, ai quali ha dato il suo stesso nome. Cleopatra diventa co-reggente col fratello Tolomeo XIII, allora un bambino di soli dieci anni. I due si sposano (pratica diffusa nelle famiglie regnanti dell’antico Egitto), ma ben presto la loro rivalità, sorretta da un’insaziabile sete di potere, finisce per allontanare Cleopatra dalla città, cacciata dal fratello, che ne teme le insidiose trame e preferisce, pertanto, saperla lontana. Questa faida interna alla famiglia dei Tolomei non fa che indebolire il regno egiziano, preparandone l’occupazione romana. A sparigliare le carte, infatti, nel 48 a.C., arriva Cesare, che si mostra subito mal disposto verso Tolomeo, colpevole di aver ucciso Pompeo (un nemico di Cesare, certo, ma pur sempre un cittadino romano, la cui uccisione da parte di uno straniero non può essere accolta favorevolmente!). Al contrario, l’illustre romano è ammaliato da Cleopatra, sia per la sua bellezza sia per la sua intelligenza (gli si è presentata con uno stratagemma, facendosi avvolgere in un tappeto per poi mostrarsi in abiti succinti). Tra i due, neanche a dirlo, nasce una relazione.

Efeso 1926

Durante le indagini archeologiche all’interno di una tomba, vengono trovate delle ossa. Il sepolcro è monumentale, benché in uno stato di conservazione precario, inoltre si trova “intra moenia” e non fuori dal centro abitato, particolari, questi, che fanno pensare che i resti in questione dovessero appartenere a una persona di riguardo.

Efeso, la via a mare - By Casalmaggiore Provincia (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons
Efeso, la via a mare – By Casalmaggiore Provincia (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

Alessandria  48 a.C.

Il rapporto tra Cesare e Cleopatra, visto come un tradimento da parte del popolo, diventa il pretesto per la guerra civile egiziana, che le fonti romane chiamano “bellum alexandrinum”. Si affrontano sui campi di battaglia Tolomeo XIII e Arsinoe da una parte e Cleopatra e Cesare dall’altra. I romani puntano al faro, luogo strategico, e lo conquistano. Arsinoe, presa in ostaggio con il fratello, riesce a scappare, ribaltando la situazione. Si fa proclamare regina d’Egitto dalle truppe locali e, con un violento e ben orchestrato attacco, riprende il faro. Cesare si salva la vita buttandosi in mare, mentre l’esercito romano sbanda. Solo l’arrivo dei rinforzi da Pergamo permettono a Cesare di vincere la battaglia del Nilo, dove trova la morte Tolomeo XIII. Arsinoe viene catturata e finisce su una nave. Diretta a Roma.

Efeso, 1926

Le ossa ritrovate nel sepolcro monumentale vengono tolte dall’acqua, che si era infiltrata nel sarcofago, poi fotografate, misurate e analizzate. Poi, inspiegabilmente, mentre il resto del corpo viene rimesso al suo posto, il cranio viene portato in Germania e lì rimane, finché non se ne perdono le tracce a causa delle distruzioni provocate dal secondo conflitto mondiale.

Roma 46 a.C.

Arsinoe arriva in città e, come ogni altro nemico sconfitto, è portata in catene davanti al popolo, durante il trionfo di Cesare. Però, è poco più che una ragazza e il condottiero romano, non certo privo di acume politico, capisce che strangolarla davanti alla folla potrebbe ritorcersi contro di lui. Opta quindi per il perdono, ma le impedisce di mettere più piede in Egitto.

Jacopo Tintoretto, La liberazione di Arsinoe - Tintoretto [Public domain], attraverso Wikimedia Commons
Jacopo Tintoretto, La liberazione di Arsinoe – Tintoretto [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

Efeso 1992

Il sepolcro viene riaperto dopo quasi settant’anni, riportando di nuovo alla luce le ossa, la maggior parte delle quali, toccate nelle indagini d’inizio secolo, sono state contaminate e risultano quindi non idonee a dare corrette informazioni sulla loro provenienza. Alcune, però, poste in una nicchia interna del sarcofago e appartenenti allo stesso scheletro, non presentano tracce di manipolazione. Da quelle si può, quindi, cercare di capire a chi siano appartenute e, poiché le fonti antiche indicano Efeso come luogo della morte di Arsinoe, si ipotizza che quei resti siano i suoi. Le indagini sembrano venire incontro a questa ipotesi: si tratta di un corpo femminile, vista la conformazione del bacino; l’epoca a cui il corpo risale, indagata attraverso il carbonio 14, è compatibile con quella in cui Arsinoe visse; la tomba, con il suo basamento ottagonale e la copertura a piramide, ricostruita anche grazie a una delle pareti del monumento, conservata al Museo di Storia dell’Arte di Vienna, fa pensare al faro di Alessandria, che nella parte superiore era proprio così.

Efeso  46 – 41 a.C.

Scampata alla morte per la clemenza di Cesare, Arsinoe approda a Efeso (sua sorella, nel frattempo, si è trasferita a Roma e sul trono d’Egitto è stato posto Tolomeo XIV), dove le è concesso di vivere nel tempio di Artemide. La dea – è noto – è, tra le altre cose, protettrice delle donne. E quale donna, in quei giorni lontani, ne ha più bisogno di Arsinoe? Tra le sacre mura del tempio, l’egiziana gode del diritto di asilo, ma il destino le gioca contro. Dopo l’uccisione di Cesare e con il consolidarsi del rapporto tra Antonio e Cleopatra, la sua vita è in pericolo: la sorella maggiore, infatti, la vede come una potenziale rivale al suo regno e il suo desiderio di eliminarla viene presto accontentato. È il 41 a.C., quando Arsinoe trova la morte per mano dei sicari di Antonio. Della famiglia,  morto avvelenato anche Tolomeo XIV, rimane solo Cleopatra, a cui non restano che undici anni di vita.

Artemide Efesia - Xinstalker at Italian Wikipedia [GFDL or CC BY 3.0], via Wikimedia Commons
Artemide Efesia – Xinstalker at Italian Wikipedia [GFDL or CC BY 3.0], via Wikimedia Commons

Vienna 2007

Le nuove tecnologie corrono ai aiuto dell’archeologia per cercare di risolvere il mistero dell’identità del corpo femminile della tomba monumentale di Efeso. Le fotografie e le misurazioni prese nel 1926 vengono usate per una ricostruzione tridimensionale del cranio, che mostra caratteristiche afro-caucasiche (testa allungata e naso simile a quello greco), compatibili con quelle che dovevano essere di Arsinoe. E i programmi informatici, usati per le indagini forensi, ci restituiscono un volto. Che (forse) è quello della sorella di Cleopatra.


PER APPROFONDIRE


VIDEO – ARSINOE E LA FINE DEI TOLOMEI

  • Cleopatra’s sister Arsinoe had African ancestry


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