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Alle origini del vino

Alle origini del vino

Milano Platinum AIS Milano

In collaborazione con AIS Milano.


La scoperta, nel 2011, di una cantina che risale al 4000 a.C. ricca di circa 480 vasi vinari, torchi e canali di scolo per il travaso del vino è il segno tangibile di una viticoltura è presente nella zona da più di 6000 anni. In particolare la cantina è ubicata in una grotta denominata Areni-1 Cave che si trova nella regione del Vayots Dror. La regione di cui parliamo è l’Armenia, piccola nazione del Caucaso posta tra la Georgia, a nord, l’Azerbaijan a est, la Turchia a ovest e l’Iran a sud

L’Armenia può contare oggi su un territorio destinato a vigneto di circa 17.000 ettari suddiviso in quattro principali regioni. La valle del monte Ararat, il monte che la tradizione identifica come il punto di approdo dell’arca di Noè dopo il diluvio universale. È l’area più importante e si estende su 12.300 ettari di vigneto. Segue la zona di Aragatsotn, posta sul sedime di un vecchio vulcano spento a quote che raggiungono i 4000 metri; in questa zona sono anche presenti numerose foreste dalle quali si ricava legno di rovere di grande qualità grazie alla crescita lenta degli alberi; il legno è utilizzato per la costruzione di botti. Gli ettari vitati sono 1700 e le caratteristiche del terreno vulcanico sono facilmente riscontrabili nei vini.

A nord est vi è la zona di Tavush che si estende su 1.300 ettari e la regione del Vayots Dror, che nonostante le dimensioni ridotte, soli 940 ettari, rappresenta la zona qualitativamente più importante e nel cui perimetro è stata appunto scoperta la più antica cantina del mondo. Si tratta di una zona soggetta a terremoti tanto che il suo nome significa “valle del terrore”.

Di interesse per la viticultura potrebbe essere anche l’area del Nagorno Karabakh ma la vicinanza al confine con l’Azerbaijan, le cui relazioni politiche sono complicate, la rende scarsamente sicura e di fatto non utilizzata per la viticoltura.

L’Armenia ha a dispostone un patrimonio ampelografico di eccezione con oltre 440 vitigni autoctoni che gli armeni, orgogliosamente, difendono e cercano di preservare per l’avvenire.

Il vitigno principale della zona di Vayots Dror è l’Areni Nori che presenta alcune similitudini con il Pinot Nero. Nella zona di Aragatsotn prospera invece il Voskehat, un vitigno a bacca bianca il cui nome significa “bacca d’oro” e che ha delle somiglianze con lo chardonnay.

Il clima è continentale con pochissime precipitazioni (si arriva solamente a 200 mm all’anno) e con grandi escursioni termiche: le estati sono torride e gli inverni gelidi tanto che era pratica comune coprire le viti per proteggerle dal gelo.

Recentemente, la riscoperta di questa area come zona particolarmente vocata alla produzione di vino ha fatto sì che numerosi enologi di fama internazionale iniziassero ad interessarsi e a collaborare con alcune cantine locali. Insieme a loro sono arrivate anche tecnologie moderne e vitigni internazionali che hanno comunque trovato terreno fertile e le cui uve vengono oggi utilizzate in assemblaggio con quelle dei vitigni autoctoni per la produzione di vini di concezione moderna e adatti ai mercati mondiali.

di Paolo Valente


In collaborazione con AIS Milano.

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