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Alessandro Da Col e Alessandro Pancia, il coach: una figura sempre più richiesta

In Italia il mercato del coaching è in continua crescita. Ma cosa fa realmente un coach? Quali sono i confini della professione e come si sceglie un coach?

Ne abbiamo parlato con  Alessandro Da Col e Alessandro Pancia, mindset coach di esperienza più che decennale e fondatori dell’accademia di crescita personale Meritidiesserefelice.

 

Chi è il mindset coach?

Il mindset coach è un professionista che si occupa di guidare e supportare le persone nello sviluppo di una mentalità positiva e focalizzata sul successo, aiutandole a superare dei blocchi mentali, attraverso il riconoscimento e la trasformazione di limiti autoimposti nel raggiungimento di determinati obiettivi. In sostanza si procede con una vera e propria riprogrammazione di alcuni schemi mentali, grazie alla quale è possibile passare da una mentalità legata a delle convinzioni limitanti e sabotanti a una mentalità libera.

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Alessandro Pancia

Il mercato del coaching è in continua crescita in Italia, soprattutto se guardiamo agli ultimi anni. Come lo spiegate?

Oggi, sempre più persone sono alla ricerca di uno sviluppo personale e professionale migliore. Un mindset coach le aiuta proprio in questo, offrendo loro un percorso mirato e personalizzato al fine di bypassare la mente critica e poter così sviluppare un cambiamento per raggiungere i propri obiettivi. Viviamo in un’epoca dove, la consapevolezza di sé e il benessere mentale sono diventati priorità. Oggi sappiamo che riportare sui giusti binari quello che non funziona all’interno o all’esterno delle nostre vite è una nostra responsabilità. Come fare per cambiare rotta? Sfruttando il nostro potere personale cambiando queste azioni e pensieri. Come diceva Albert Einstein “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”.

Il coaching si adatta perfettamente a questa esigenza fornendo strumenti e tecniche per una crescita personale.

 

 

Nonostante questa professione, sia oggi ben affermata, esiste ancora una sorta di pregiudizio da parte di alcune persone. Sui canali social ad esempio è facile trovare post che ritengono la pratica del coaching inutile o addirittura dannosa. Ultimamente inoltre stanno spopolando, sempre sui social, diverse parodie a tema “motivazionale”. Come ne pensate?

Siamo consapevoli che oggi esistono ancora tanti pregiudizi nei confronti della nostra professione. Partiamo dicendo che ognuno è libero di esprimere le opinioni. Tuttavia è fondamentale comprendere che il coaching ha un impatto positivo e tangibile nella vita di molte persone. Per quanto concerne le parodie, queste a volte sono molto divertenti ma non rappresentano l’essenza del coaching autentico. Purtroppo nel nostro campo accade spesso che ci sia della superficialità e che molti s’improvvisino coach semplicemente perché hanno letto dei libro o guardato dei video online. Il coaching è qualcosa di estremamente serio, che ha a che fare con la neuroscienza. Non ci si può interfacciare con persone che hanno una storia e un vissuto senza le giuste conoscenze.

 

Cosa vi ha spinto a intraprendere questa strada professionale?

La decisione che ci ha spinto a intraprendere questa strada affonda le proprie radici nel nostro passato. Siamo entrambi cresciuti in famiglie umili. Abbiamo vissuto in contesti dove lottare per tirare avanti e arrivare a fine mese era una costante.  Inoltre siamo stati per anni vittime del bullismo e questo ci ha portato nel tempo a credere di non essere mail abbastanza, di non essere all’altezza. Poi finalmente abbiamo compreso, lavorando su noi stessi, che queste erano semplicemente delle nostre convinzioni capendo che tutte le nostre esperienze negative potevano essere trasformate in qualcosa di utile. Siamo diventati consapevoli del fatto che, anche se in passato le cose erano andate male, avevamo una via d’uscita. Ognuno ha dentro di sé quell’energia e quella forza per poter brillare.

Alessandro Da Col

 

Quali tipologie di persone si affidano a voi e con quali aspettative?

Si affidano a noi persone provenienti da diversi ambiti come ad esempio imprenditori, professionisti, artisti, atleti o semplicemente persone che sentono la necessità di apportare un cambiamento nelle proprie vite. I motivi che portano qualcuno ad affidarsi a un coach sono molteplici: migliorare la fiducia in sé stessi, raggiungere la libertà finanziaria, aumentare l’autostima, raggiungere obiettivi personali o professionali, migliorare le relazioni o scoprire il proprio potenziale. Le aspettative variano da persona a persona ma tutti bene o male cercano un supporto, un orientamento, una motivazione. Tutto questo per riuscire a vivere una vita libera.

 

Qual è la forza del coaching?

La forza del coaching risiede nel fornire un supporto personalizzato e mirato. Attraverso una relazione di fiducia che s’instaura con il coach, le persone possono esplorare in tutta serenità quelle che sono le loro convinzioni limitanti, identificare i loro punti di forza e lavorare sulle strategie per superare gli ostacoli. Il coaching offre un ambiente sicuro, dove le persone possono sperimentare realmente il cambiamento, sviluppare un mindset positivo e acquisire gli strumenti pratici per raggiungere il proprio obiettivo, qualunque esso sia.

 

Quali sono i confini di un coach?

I confini di un coach sono importanti per mantenere una relazione professionale ed etica con un cliente. Un coach non deve mai superare la linea tra il coaching e la terapia psicologica, due professioni ben distinte. Il coach si focalizza sul presente e sul futuro lavorando al raggiungimento degli obiettivi trovando e sviluppando la migliore strategia per far perfomare una persona.  Un coach non fornisce una consulenza medica o psicologica, ma incoraggia l’autonomia del cliente nel prendere delle decisioni in modo consapevole.

 

Qual è il modo migliore/corretto per “scegliere” il coach giusto per noi?

Per scegliere un coach è importante vedere i risultati che quel coach porta nella sua vita. È fondamentale che ci sia coerenza tra quello che dice e insegna e la sua immagine. Ad esempio se parliamo di un business coach quantomeno ci aspettiamo abbia un’azienda o team di persone. Oppure un coach nutrizionale fisicamente poco in forma difficilmente può apparire credibile. Il coach deve essere prima di tutto colui che utilizza i propri strumenti e che porta dei risultati nella propria vita.

 

 

Tantissimi giovani si stanno avvicinando a questa professione? Che consiglio vi sentite di dare loro?

È sempre molto bello vedere che tanti giovani e non solo si stanno avvicinando a questa professione. Il nostro consiglio è di seguire sempre la passione e il cuore tenendo sempre però ben a mente che il coaching richiede dedizione e impegno e soprattutto il desiderio di uno sviluppo personale. Ecco perché, prima di intraprendere la professione, è importante farsi seguire da un coach per fare crescita personale e poter comprendere esattamente qual è stato il proprio cambiamento. Quello che si vuole vedere nella vita delle altre persone deve essere prima di tutto nostro cambiamento. Torniamo a quanto detto sopra: prima di tutto è necessario ci sia coerenza tra chi siamo e quello che insegniamo. La nostra professione implica un apprendimento e un aggiornamento costante. È necessario costruire una solida base di competenze lavorando sulla propria autenticità. Solo così darete capaci di fare una differenza positiva nella vita delle persone.

Non ci stancheremo mai di dire che non basta leggere due libri per essere coach.