4 luglio 1776: nascita di una nazione

4 luglio 1776: nascita di una nazione – Per gli Stati Uniti, il 4 luglio è l’Independence Day, la festa nazionale per eccellenza, celebrata con un tripudio di fuochi d’artificio e succulenti barbecue.
Il 4 luglio 1776, infatti, nascevano gli Stati Uniti d’America. Quel giorno, le Tredici Colonie (New Hampshire, Massachusetts, Rhode Island, Connecticut, New Jersey, Pennsylvania, Delaware, Maryland, Virginia, Carolina del Nord, Carolina del Sud e Georgia) si staccarono dall’Impero britannico, del quale facevano parte, tramite la ratifica della Dichiarazione d’Indipendenza, episodio che è considerato l’atto di nascita degli Stati Uniti d’America. Il documento, tuttavia, non mirava a definire una nuova forma di governo, e non va quindi confuso con la Costituzione degli Stati Uniti d’America. Obiettivo della Dichiarazione era piuttosto rafforzare il supporto interno alla lotta per l’indipendenza dall’Impero britannico.
La ratifica della Dichiarazione d’indipendenza segna inoltre il vero inizio della Rivoluzione americana, sebbene in precedenza vi fossero già stati scontri tra i coloni ribelli e l’esercito britannico, come le battaglie di Lexington, Concord e Bunker Hill. Iniziata come ribellione indipendentista locale, dopo la ratifica, e soprattutto a partire dal 1778, la guerra si trasformò infatti in un conflitto globale, con la Francia schierata a fianco degli americani, con il supporto anche di Spagna e Paesi Bassi.
Il primo passo era avvenuto tra il 1772 e il 1774, quando dodici delle Tredici Colonie (a eccezione infatti della Georgia) avevano rifiutato le amministrazioni britanniche, e in risposta alle dure misure legislative del Parlamento britannico avevano creato i propri parlamenti, riunendosi nel Primo Congresso Continentale.
Tra il 10 maggio 1775 e il 1° marzo 1781, i rappresentanti delle Tredici Colonie si riunirono infine nel Secondo Congresso Continentale. In particolare, nel corso della sessione di Filadelfia (dal 10 maggio 1775 al 12 dicembre 1776), tenutasi alla Independence Hall (all’epoca chiamata Pennsylvania State House, sede della Provincia della Pennsylvania), si ebbero aspri e decisivi confronti politici tra i rappresentanti delle colonie, che avrebbero condotto a decisioni irreversibili di importanza storica mondiale. Il 7 giugno 1776 il deputato virginiano Richard Henry Lee presentò al Congresso tre “risoluzioni decisive”: le dichiarazioni che le “colonie unite erano stati liberi e indipendenti, che avrebbero potuto stipulare alleanze con stati stranieri e che avrebbero preparato un progetto per organizzare una confederazione tra loro”.
Le mozioni di Lee suscitarono grande scalpore, e il Congresso Continentale decise di rinviare la discussione delle mozioni per tre settimane, per dare tempo alle colonie di pronunciarsi; tuttavia, i radicali riuscirono a far organizzare subito una commissione di cinque rappresentanti, incaricata di redigere un documento formale di indipendenza.
La commissione era composta da Thomas Jefferson, John Adams, Benjamin Franklin, Robert R. Livingston e Roger Sherman. Nell’elaborazione del testo del documento di indipendenza, il rappresentante della Virginia Thomas Jefferson ebbe la parte preponderante. La prima bozza del testo venne tuttavia revisionata e modificata dagli altri commissari, Benjamin Franklin, John Adams, Roger Sherman e Robert R. Livingston. Il documento criticava il comportamento “tirannico e sanguinario” di re Giorgio III e proclamava i valori di libertà. Il 2 luglio, dopo accese discussioni, vennero superate le resistenze degli stati incerti e il Congresso approvò l’indipendenza dalla Corona britannica.
Il 4 luglio il documento venne formalmente ratificato nella Assembly Room della Independence Hall. I 55 delegati del Secondo Congresso Continentale, chiamati Padri Fondatori (Founding Fathers), nei giorni successivi si unirono all’unica prima firma apposta quella sera, quella di John Hancock.
Lo storico documento d’indipendenza, approvato dai delegati delle Tredici Colonie, diede vita a un nuovo Stato, gli Stati Uniti d’America.
L’8 luglio 1776 i cittadini di Filadelfia furono radunati per la lettura della Dichiarazione, radunati dai rintocchi della Liberty Bell, che da allora è uno dei simboli più noti e familiari di indipendenza e amore per la libertà.
La dichiarazione d’indipendenza è strutturata in tre parti: una dichiarazione di principi relativa ai diritti dell’uomo e alla legittimità della rivoluzione; un elenco di accuse circostanziate nei confronti di re Giorgio III d’Inghilterra; una dichiarazione formale d’indipendenza. Alcuni principi in essa presenti avrebbero guidato le successive rivoluzioni in Europa e in Sudamerica.
La prima bozza della dichiarazione d’indipendenza, del venerdì 28 giugno 1776, fu scritta su carta olandese (cioè di canapa), così come la seconda, che fu completata il martedì 2 luglio. Questo fu il documento approvato, annunciato e presentato il giovedì 4 luglio. Il venerdì 19 luglio 1776 il Congresso ordinò che la dichiarazione fosse copiata su pergamena, e questo fu il documento firmato dai delegati il venerdì 2 agosto 1776.
L’originale della dichiarazione, ormai quasi illeggibile, è esposto nei National Archives di Washington, insieme alla Costituzione degli Stati Uniti d’America (del 1787) e allo United States Bill of Rights (i primi dieci emendamenti della Costituzione, approvati nel 1791 e contenenti i diritti fondamentali del cittadino).
“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità”.
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